Marta Menegatti è stata ospite di OA Focus, trasmissione che va in onda sul canale YouTube di OA Sport, dove ha parlato delle quattro partecipazioni olimpiche, da Londra 2012 a Parigi 2024, del rapporto con la giovane compagna Valentina Gottardi, e della scelta di prendersi una pausa agonistica per la maternità.

L’azzurra è da poco diventata mamma: “È nata la mia bimba oramai un mese e 10 giorni fa, vola il tempo, davvero, e quindi è una vita diversa, sicuramente molto impegnativa, tutto è nuovo, ogni giorno è una scoperta, però è un momento molto speciale per me, e sto cercando di godermelo al massimo“.

Gli inizi con volley indoor: “Io ho iniziato in realtà con la pallavolo, poi per un po’ di tempo mi sono un po’ divisa tra parquet e sabbia, e poi nel 2009 ho deciso di dare il via a questa avventura totalmente nel mondo del beach volley, ed è stata la scelta giusta. Quindi poi da lì ci sono stati quattro cicli olimpici, tantissime conquiste nel mezzo, sudore, lacrime, sacrifici, gioie, di tutto e di più“.

La carriera nel beach volley: “Quindici anni nell’alto livello non sono pochi, comunque il fatto di riuscire a rimanerci e di starci in maniera stabile non è una cosa scontata, ed io me ne sono resa conto solamente forse negli ultimi 2 anni, quando ho iniziato un po’ a maturare la scelta di allontanarmi dai campi da beach per dare priorità ad altro, ed ho iniziato un po’ a guardare indietro nel tempo, a guardare la mia carriera. Sono tanti anni, come ho detto prima, di fatica, ma allo stesso tempo anche di gioia, nel vivere comunque una vita privilegiata, perché comunque il beach volley di altro livello ti porta a viaggiare per il mondo, a conoscere culture diverse, lingue diverse, usi e costumi diversi, insomma ti apre sicuramente la mente, quindi non è solo sport, c’è anche tanto altro“.

I ricordi di Rio 2016: “È difficile pensare in termini di Olimpiade come evento, perché chiaramente c’è una preparazione di 4 anni, quindi ogni ciclo sicuramente è stato diverso per forza di cose, ma forse quella a cui sono più legata è forse quella di Rio, perché io ho un amore per il Brasile da sempre, quindi per me giocare sulla spiaggia di Copacabana è stato un qualcosa di veramente intenso. È forse quella che ricordo anche con più chiarezza a livello di sensazioni, di emozioni, se chiudo gli occhi e ripenso a quando entravo in campo lì, sono in grado di mettere a fuoco proprio l’emozione di entrare, nonostante fosse la mia seconda Olimpiade, quindi non era la prima, però c’è stato qualcosa di magico nel giocare in Brasile“.

I Giochi di Tokyo: “Quella di Tokyo è stata sicuramente molto complessa sotto tanti punti di vista perché c’erano tutte queste restrizioni, quindi c’era molta paura, anche il timore di essere contagiati, ogni giorno pregavamo che tutto andasse bene, perché ci sono stati tanti atleti che non hanno potuto partecipare o magari che sono arrivati in Giappone e non hanno potuto giocare, e quindi comunque c’era questa sensazione di preoccupazione, e poi è stata particolarissima, perché appunto non c’era il pubblico, quindi chi ha giocato quell’Olimpiade come prima esperienza magari non ha notato tanto la differenza, però per chi come me veniva comunque dall’Olimpiade di Rio, dove c’erano forse 15.000 spettatori che facevano un baccano assurdo è stato traumatico entrare nello stadio e non vedere nessuno, se non il nostro allenatore o comunque lo staff delle due squadre e gli arbitri, è stato veramente scioccante. Poi ci fai un po’ l’abitudine, però è stata tosta“.

Il percorso verso Parigi 2024: “Gli ultimi 3 anni, non sono stati quattro perché Tokyo, appunto, è stata nel 2021, sono stati molto inaspettati per me, perché in realtà io stavo già lì maturando la decisione di smettere, e poi è arrivata Valentina Gottardi, è stata una megasorpresa ed abbiamo iniziato questo percorso insieme, però senza aspettative. Comunque lei era giovanissima, veniva dal Club Italia, quindi senza esperienza, perciò inizialmente non c’era l’obiettivo di qualificarsi all’Olimpiade, è avvenuto tutto un po’ man mano, e poi questo sogno, questo obiettivo, si è concretizzato sempre più, a mano a mano che giocavamo insieme, ci allenavamo, finché siamo riuscite a conquistare con tutto il nostro staff la qualifica ed abbiamo giocato, penso, nello scenario più suggestivo di sempre nella storia delle Olimpiadi, infatti ci invidiavano tutti gli atleti degli altri sport, poi tantissimi sono venuti comunque a vedere il beach volley perché era una cornice veramente magica“.

La scelta di fermarsi per vivere la maternità: “In realtà questa decisione comunque di staccare, di allontanarmi dal mondo del beach volley, avevo iniziato già a maturarla forse un annetto e mezzo fa, quindi io sono arrivata proprio serena al momento di lasciare l’alto livello, tra l’altro abbiamo conquistato un bellissimo argento all’Europeo dopo l’Olimpiade, quindi non potevo finire in un modo migliore. In realtà poi c’è stato anche l’Élite di Amburgo subito dopo, dove ci è scappato il podio per poco, però sono comunque soddisfatta di tutto il percorso che ho costruito con Valentina Gottardi e col nostro staff, con la nostra squadra. Adesso ho voluto creare spazio per altro, per qualcosa di molto più importante dello sport, adesso sto molto bene, sia fisicamente sia mentalmente, sono molto serena“.

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