di
Rinaldo Frignani
La denuncia della Comunità ebraica dopo la scoperta fatta fuori dal tempio in via di Villa Pamphilj intitolato alla memoria del bambino di due anni ucciso a Roma nel 1982 da un commando di terroristi palestinesi
La targa all’ingresso del tempio Beth Michael imbrattata con vernice nera, poi le scritte sul muro del centro ebraico in via di Villa Pamphilj, sempre con lo stesso colore: «Palestina libera», «Monteverde antisionista e antifascista». La denuncia arriva dalla Comunità ebraica che sottolinea come sia stata presa di mira una struttura intitolata alla memoria del piccolo Michael Stefano Gaj Tachè, il bambino di due anni ucciso da un commando di terroristi palestinesi il 9 ottobre 1982 davanti alla Sinagoga di Roma.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel pomeriggio ha poi telefonato al presidente della comunità ebraica di Roma Victor Fadlun per esprimergli vicinanza e solidarietà.
La condanna del presidente Fadlun
«All’indomani dell’ennesima manifestazione pro Pal – spiega Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma – al tempio di Monteverde è stata profanata la targa all’ingresso del tempio intitolato al piccolo assassinato dal terrorismo palestinese. Il tutto si inserisce in un clima intimidatorio, con l’attacco alla sede della Stampa di Torino e più in generale l’antisemitismo è diventato uno strumento di contestazione politica, il più abietto possibile. Confidiamo nelle forze dell’ordine e chiediamo un intervento forte del governo per fermare questa spirale d’odio». «Questo è un gesto che oltraggia la Comunità ebraica – aggiunge Fadlun – e la ferisce profondamente, perché questa targa è dedicata a un bambino assassinato dal terrorismo palestinese e questo è un luogo di ritrovo dove si incontrano i giovani e i bambini, un luogo di incontro intergenerazionale dove si prega e dove si crea un senso di comunità. Colpire in questo modo la sinagoga significa disconoscere e prevaricare il diritto degli ebrei di potersi ritrovare e condurre una vita normale. E questo non è accettabile».
Gualtieri: «Gesto infame che ferisce la Comunità Ebraica e Roma»
Immediata anche la risposta del sindaco Gualtieri: «Le scritte comparse nella notte al tempio Beth Michael a Monteverde sono un gesto infame che ferisce la Comunità Ebraica e offende l’intera città. Naturalmente ho già chiesto all’Ufficio Decoro di Roma Capitale di ripulire tutto al più presto, ma voglio esprimere la mia solidarietà alla Comunità Ebraica romana, che sa di poter contare sul sostegno convinto delle istituzioni, del Campidoglio e di tutti i Municipi. Colpire un luogo di culto e vandalizzare la targa dedicata a Stefano Gaj Taché, bambino vittima del terrorismo, è un atto gravissimo che mira a incrinare il rispetto che tiene unita la nostra comunità civica, ma non accadrà: saremo sempre accanto agli ebrei romani e continueremo a difendere i valori democratici della nostra città contro ogni forma di antisemitismo e di intolleranza».
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1 dicembre 2025 ( modifica il 1 dicembre 2025 | 17:05)
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