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Da lunedì primo dicembre sulla Rai verrà trasmessa una nuova serie sulle avventure del pirata Sandokan, e se qualcosa vi suona famigliare non sbagliate. È infatti lo stesso protagonista di uno dei più famosi sceneggiati della storia della televisione italiana, trasmesso nel 1976 e il cui protagonista era allora interpretato dall’attore indiano Kabir Bedi. Stavolta Sandokan sarà il turco Can Yaman, già conosciuto in Italia per alcune soap e serie come Viola come il mare e Il turco.

Come un’altra produzione televisiva recente della Rai, il film Carosello in love, e come fa da anni Techetechete’, il nuovo Sandokan punta in parte sull’effetto nostalgia per un’epoca in cui la televisione italiana aveva un’influenza che oggi non ha più. Non solo per come entrò nell’immaginario popolare e in particolare nella cultura condivisa dei ragazzi, ma anche per il successo che ebbe all’estero: fu venduto in decine di paesi.

La nuova serie è composta da otto episodi che verranno trasmessi prima su Rai 1 e poi distribuiti su Disney+. È stata diretta dai registi Jan Maria Michelini, Nicola Abbatangelo ed è costata circa 30 milioni di euro, una cifra molto più alta della media delle serie Rai, perché si è fatto un uso massiccio degli effetti speciali e sul set c’erano moltissime persone: la troupe fissa era composta da 150 membri e le comparse erano oltre duemila. Per rientrare sui costi finali si è scelto di girare la serie prevalentemente in Italia, al contrario di quella del ’76 che fu girata interamente in Asia.

Il personaggio di Sandokan comparve per la prima volta nei romanzi d’avventura scritti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento da Emilio Salgari. Soprannominato “Tigre della Malesia” o “Tigre di Mompracem”, è un principe malese che diventa pirata per opporsi al colonialismo inglese. Il suo principale nemico è James Brooke, governatore britannico del Sarawak, figura realmente esistita e trasformata da Salgari in antagonista delle sue storie.

Sandokan vive sull’isola di Mompracem insieme al suo alleato portoghese Yanez, interpretato nello sceneggiato del 1976 da Philippe Leroy, e a un gruppo di pirati conosciuti come i “tigrotti”. Il filo conduttore della trama dello sceneggiato del 1976 è la relazione tra Sandokan e Marianna Guillonk, la nipote di un ufficiale inglese. I due si incontrano nel primo episodio e la loro storia diventa centrale nel resto dello sceneggiato, ostacolata da Brooke che vuole consolidare il suo potere. Lo sceneggiato si chiude con la sconfitta di Brooke, ma anche con la morte di Marianna, ferita durante una fuga mentre a Mompracem si diffonde il colera.

La popolarità dello sceneggiato dipese anche dal fatto che Sandokan era già un personaggio molto noto: i romanzi di Salgari, pubblicati inizialmente a puntate sui giornali, erano stati letti per tutto il Novecento, pur non essendo considerati dalla critica come “letteratura alta”. Un simile destino ebbe lo sceneggiato, che fu inizialmente molto apprezzato dal pubblico ma non dalla critica.

La prima puntata di Sandokan andò in onda il 6 gennaio del 1976 su Programma Nazionale (come si chiamava allora Rai 1) al posto di Un colpo di fortuna, quiz condotto da Pippo Baudo. La messa in onda del programma non fu preannunciata, come accadeva di consueto, da Radiocorriere TV, la testata che si occupava dei palinsesti: tuttavia andò molto bene, a febbraio dopo la fine della messa in onda di tutto lo sceneggiato la media degli ascoltatori fu di circa 27 milioni.

La serie fu voluta dal produttore Ettore Bernabei che ebbe molte difficoltà a trovare un regista disposto a collaborare: molti rifiutarono il progetto, per esempio Sergio Leone e Duccio Tessari, entrambi registi noti per i western all’italiana. Sergio Sollima invece aveva già pensato di girare un film sulle Tigri di Mompracem, perciò accettò di diventare il regista dello sceneggiato.

Sollima scrisse la sceneggiatura con l’autore televisivo Alberto Silvestri basandosi principalmente su due dei libri di Salgari: La tigre della Malesia e Le tigri di Mompracem. Il lavoro di scrittura fu piuttosto lungo, e impiegarono all’incirca quattro anni per terminare il prodotto. Sollima ebbe due richieste imprescindibili: innanzitutto volle fare le riprese nei luoghi in cui era ambientata la storia, quindi tra l’India e la Malesia. Inoltre voleva che gli attori fossero del luogo, e non acconsentì alla pressione dei produttori che volevano che fosse un’attrice italiana a interpretare Marianna.

L’attore principale, Kabir Bedi, non parlava nemmeno italiano, e si era presentato inizialmente ai provini a Mumbai nel 1974 per interpretare un altro personaggio, Tremal-Naik. Ma fu talmente convincente che gli fu proposto il ruolo da protagonista. Dovette andare a Roma a sue spese per fare il provino finale con Sollima, che lo scelse subito. La sua presenza scenica – era molto alto e fisicamente imponente – contribuì molto al successo della serie, e Bedi diventò rapidamente una celebrità in Italia. In seguito raccontò più volte di aver avuto difficoltà a liberarsi dell’identificazione con il personaggio (e in effetti in Italia non ci riuscì).

La storia aveva gli elementi per attirare un pubblico molto ampio: avventura, esotismo, un antagonista riconoscibile e una classica storia d’amore. Lo sceneggiato ebbe il budget e la lavorazione tipici di un film piuttosto che di una produzione televisiva, anche perché arrivava in un momento molto favorevole. Gli anni precedenti erano infatti stati quelli dei grandi sceneggiati, che avevano avuto grande successo e si erano costruiti un pubblico vasto in particolare con La freccia nera del 1968. Negli anni successivi sarebbero arrivati tra gli altri A come Andromeda, Il segno del comando, l’Odissea, Mosé e l’Eneide, in certi casi ridistribuiti anche al cinema.

Per promuovere Sandokan fu realizzato anche un album di figurine Panini, e furono messi in commercio vari prodotti dedicati che contribuirono a farlo entrare rapidamente nella cultura popolare. Uno degli aspetti più ricordati di Sandokan è la sigla, costruita sulla ripetizione di “Sandokan, Sandokan”, composta dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, conosciuti come Oliver Onions. La canzone ebbe un grande successo commerciale: rimase nella top ten italiana per diciotto settimane e fu il sesto singolo più venduto del 1976. La stessa melodia venne poi usata anche nel cartone animato degli anni Ottanta e tornerà nella nuova serie della Rai.

Nel 1976 la Rai produsse il film Il corsaro nero, sempre basato su un personaggio immaginario ideato da Salgari, sempre con Bedi e sempre diretto da Sollima. Andò talmente bene che l’anno dopo la formula fu riproposta di nuovo con La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!, che però non ebbe lo stesso successo. La Rai rifiutò di riprendere la serie negli anni Novanta, sempre con la regia di Sollima, e il progetto fu comprato da Mediaset e affidato a Enzo Castellari: Il ritorno di Sandokan fu trasmesso nell’ottobre del 1996, ancora con Bedi protagonista vent’anni dopo la prima volta.