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Il governo tedesco rischia di non riuscire a far approvare un’importante proposta di legge per riformare il sistema pensionistico, a causa dell’opposizione di alcuni membri della sua stessa maggioranza. È contraria alla proposta la Giovane Unione (GU), la sezione giovanile dell’Unione Cristiano Democratica (CDU), il partito di centrodestra del cancelliere Friedrich Merz che governa insieme ai Socialdemocratici dell’SPD.

Tra i punti dell’accordo con cui CDU e SPD hanno formato la coalizione di governo, dopo le elezioni dello scorso febbraio, c’era proprio l’approvazione di una legge sulle pensioni: non riuscirci potrebbe aprire una crisi. La questione sta già creando ulteriori problemi al governo di Merz, in carica da meno di sette mesi e molto impopolare.

La Giovane Unione ha 18 deputati in parlamento: può impedire l’approvazione della legge, dato che il governo ha una maggioranza di soli 12 deputati. Oggi, martedì, ci sarà un primo voto, interno alla CDU e a cui parteciperanno anche i membri della Giovane Unione. Non avrà un esito vincolante, ma sarà comunque un modo per testare l’unità del partito, mentre la legge sarà votata dal parlamento venerdì. Benché contraria alla proposta, la Giovane Unione ha detto che i suoi deputati saranno liberi di votare come preferiscono vista l’importanza della riforma per il governo nazionale.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (secondo da sinistra) e a fianco la ministra del Lavoro Bärbel Bas, Berlino, Germania, 9 ottobre 2025 (Sean Gallup/Getty Images)

Il punto problematico della riforma è quello che prevede di mantenere, almeno fino al 2031, gli importi delle pensioni pari almeno al 48 per cento dello stipendio mensile medio. I deputati della Giovane Unione non vogliono però che questa diventi una soglia da usare anche dopo: ritengono che avrebbe un costo eccessivo, destinato a ricadere soprattutto sulle persone più giovani, e che l’accordo coprirebbe un arco temporale maggiore di quanto previsto inizialmente dal contratto di coalizione.

La Germania, così come molti altri paesi europei tra cui l’Italia e la Francia, ha un problema di invecchiamento della popolazione che causa degli squilibri nel sistema pensionistico: mentre negli anni Sessanta in Germania c’erano sei lavoratori per ogni pensionato, oggi questo rapporto è diminuito fino a due lavoratori per pensionato. Nel 2022 la Germania ha speso circa l’11,6 per cento del proprio PIL per le pensioni (per fare un confronto, nello stesso anno l’Italia ha speso il 15,5 per cento del proprio PIL). Secondo la Giovane Unione la riforma potrebbe comportare un costo aggiuntivo annuo per lo stato tra gli 11 e i 15,1 miliardi di euro, pagati specialmente dalle persone più giovani tramite il loro lavoro e le loro tasse.

Rispetto alla Giovane Unione, il resto della CDU e in parte anche l’SPD hanno una minore urgenza di rappresentare le posizioni dei più giovani poiché il loro bacino di voti è rappresentato soprattutto da persone più anziane, che spesso sono già in pensione o stanno per andarci. L’SPD in particolare non è disposta a modificare la legge, e chiede al parlamento di approvarla nella sua forma attuale.

Le altre due misure principali contenute nella riforma sono uno sgravio fiscale per le persone pensionate che continuano a lavorare, con l’obiettivo di attenuare la riduzione della popolazione che lavora in un contesto in cui le aziende lamentano la mancanza di manodopera; e l’estensione del Mütterrente, letteralmente “pensione delle madri”, un contributo pensionistico aggiuntivo che può essere chiesto da lavoratori e lavoratrici (soprattutto queste ultime) nel periodo in cui si occupano dei figli.