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«Dopo 4 anni è stato uno choc, ho sentito menzogne, le prime sono quelle del medico. Da questo processo non è venuta fuori la verità, è uscita solo una verità processuale, artefatta e menzognera. Il mio errore è stato essermi fidato di un medico che non è stato professionale e non ha avuto coscienza».

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Maria Rosaria Borrelli, madre di Luca Piscopo, il 15enne morto a Napoli nove giorni dopo avere consumato un pasto in un ristorante, contesta l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» del medico curante del figlio. «Il ristoratore (condannato a 2 anni e mezzo di reclusione) è stato un bandito, senza scrupoli, – ha aggiunto la donna – ma quello che mi ha fatto rabbia è stata l’assoluzione del medico: in 10 giorni mio figlio ha perso più di 10 chili, lui non mi ha mai fatto una telefonata per chiedermi come stava il ragazzo».

Napoli, 15enne morto dopo aver mangiato sushi al Vomero: ristoratore condannato

«Abbiamo atteso quattro anni affinché venisse fatta giustizia – dice Imma Varriale, amica di Luca – ma così non è stato. La vita di Luca non può valere due miseri anni e sei mesi. Il medico, che non ha saputo svolgere il suo lavoro, è stato assolto. Quello che è successo a Luca non doveva succedere. Non solo abbiamo aspettato 4 anni ma siamo anche rimasti delusi: ancora una volta la giustizia italiana ha fallito. Serviva il massimo della pena, io e tutti gli altri amici di Luca siamo sconvolti».