La migliore scuola d’Italia, quella che ha raggiunto il miglior punteggio nella classifica di Eduscopio è il liceo Giovanni Battista Ferrari di Este, in provincia di Padova: si tratta di uno scientifico delle scienze applicate (con l’informatica al posto del latino) che quest’anno taglia il traguardo dei 94.45/100esimi. Sono generalmente in provincia le scuole che riescono a raggiungere i punteggi più alti, come lo scientifico Giovenale Ancina di Fossano, in provincia di Cuneo (93.18) o il Giorgio Dal Piaz a Feltre (92.65). Per quanto riguarda le grandi città, a Milano il Berchet torna in testa ai classici, mentre il Volta resta stabile in cima agli scientifici. Ma se si esce dal centro e ci si addentra in Brianza, il classico Marie Curie di Meda batte tutti gli altri licei sia del capoluogo lombardo che del suo hinterland. A Roma si confermano il classico Visconti e lo scientifico Righi. I due primi licei della capitale ottengono un risultato migliore dei loro «colleghi» del capoluogo lombardo. A Bologna primeggiano il Galvani e il Copernico, a Firenze il Galileo e il Machiavelli (che batte anche il primo liceo scientifico della capitale), a Napoli il Convitto Vittorio Emanuele II si impone sia tra i classici che tra gli scientifici, a Torino il Camillo Benso di Cavour batte il Gioberti fra i classici, mentre fra gli scientifici si impone il paritario Edoardo Agnelli. Sono questi solo alcuni dei risultati della classifica «Eduscopio 2025», la rilevazione annuale curata dalla Fondazione Agnelli che monitora i risultati universitari (esami sostenuti e media dei voti) e lavorativi (tasso di occupazione e coerenza tra studio e lavoro) degli studenti che hanno sostenuto la maturità tra il 2020 e il 2022, gli anni del Covid e della scuola a distanza.
Il portale, giunto alla sua dodicesima edizione, è online da oggi (all’indirizzo www.eduscopio.it): permette alle famiglie e agli studenti di consultare i dati degli istituti della propria città e provincia e si propone come uno strumento di orientamento e di aiuto nella scelta del percorso di studio dopo le medie. Il gruppo di lavoro coordinato da Martino Bernardi ha analizzato e diviso per tipo di scuola e per posizione geografica i dati di 1.355.00 diplomati in 8.150 scuole.
Nella nuova edizione di Eduscopio, per la prima volta sono stati valutati anche i risultati degli studenti che si sono diplomati in quattro anziché in cinque anni. Su questa sperimentazione nazionale, varata dalla ex ministra Valeria Fedeli, non sono state diffuse ancora delle informazioni ufficiali. Da questo punto di vista, la valutazione dei loro risultati nel primo anno di università, effettuata dalla Fondazione Agnelli, può servire a fare un po’ di luce, se non di chiarezza. Confrontando gli esiti di 1.885 giovani che hanno seguito la «via breve» con quelli di 8.588 loro compagni di scuola del percorso tradizionale, risulta che gli immatricolati del primo gruppo ottengono risultati peggiori dei loro colleghi sia in termini di esami sostenuti che di media dei voti. E questo nonostante fossero usciti dalle scuole medie con un voto più alto dei loro compagni. Secondo il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto questi risultati «suggeriscono che un percorso quadriennale, in assenza di un profondo ripensamento didattico e organizzativo, potrebbe avere effetti negativi sulle competenze degli studenti e sulle loro prospettive successive».