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Favorire la regolarizzazione degli abusi storici, ovvero quelli più vecchi del primo settembre del 1967. Il disegno di legge delega di revisione del Testo unico dell’edilizia, annunciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e preceduto da una fase di consultazione pubblica, approda al Consiglio dei ministri di domani.

Il Ddl conferma le anticipazioni delle scorse settimane: il testo, che metterà al centro la revisione del Dpr 380/2001 (l’attuale Testo unico edilizia), fisserà una sorta di anno zero per l’edilizia privata, a partire dal quale, guardando indietro, sarà più semplice effettuare la regolarizzazione delle difformità. Una manovra di pulizia delle piccole irregolarità del patrimonio edilizio italiano che va con decisione nella linea già tracciata in questi anni con il decreto Salva casa.

Per esercitare la delega, che punta alla redazione di un Codice dell’edilizia e delle costruzioni, ci saranno dodici mesi. Anche se prima il testo dovrà affrontare il passaggio parlamentare, considerando che in commissione Ambiente alla Camera è già in corso (oggi proseguiranno le audizioni) il lavoro sulla proposta di maggioranza presentata da Erica Mazzetti (Forza Italia) e coordinata con quella di Agostino Santillo (M5s).

La classifica delle irregolarità

Tornando alle irregolarità, qui arriva un’altra novità importante. Si punta, infatti, a definire a livello nazionale una «comune classificazione delle tipologie di difformità dal titolo abilitativo edilizio, includendo in questa rivisitazione anche la disciplina delle tolleranze edilizie». Dietro questa definizione c’è la giungla delle leggi regionali che, in questi anni, hanno reso diversa la disciplina delle difformità edilizie da territorio a territorio, facendola cambiare in modo anche rilevante a seconda della disciplina locale. Ora bisognerà fissare degli standard comuni. Anche sulla base del fatto che la delega si richiama esplicitamente ai livelli essenziali delle prestazioni: l’idea è garantire standard minimi uniformi su tutto il territorio nazionale.

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Doppia conformità e stato legittimo

Nella stessa logica di semplificazione, sarà confermato il superamento della doppia conformità, cioè il vincolo (difficilissimo da superare) che imponeva, per chiedere una sanatoria, di dimostrare l’allineamento alla disciplina urbanistica ed edilizia sia del momento di realizzazione dell’abuso sia di presentazione della domanda. È stato già accantonato, in alcune situazioni, con il Salva casa. La legge delega prevede un’applicazione più ampia di questo strumento.