La disomogeneità e una certa incoerenza sono la cifra della casa di Luca Bombassei – che è casa, ma anche esposizione –, oltre che la modalità del suo proprietario: quadrifore, portali, pavimenti in seminato, che portano la firma di chi li ha realizzati oltre cinque secoli fa, versus librerie in metallo su disegno che nascondono i corpi scaldanti, un po’ di Memphis, di Gae Aulenti e di Mangiarotti, molto Scarpa. «Con la Sovrintendenza ho cercato di riportare tutto allo stato originario, demolendo superfetazioni, cambiando i rivestimenti delle pareti ma lasciando le pannellature ottocentesche e portando alla luce tracce di affreschi cinquecenteschi, scale interrotte, insomma 500 anni di storia… Il pavimento in seminato è quello originale: praticamente esiste da più tempo della scoperta dell’America».
Lo stile mediterraneo a Capri secondo Giuliano Andrea dell’Uva
Isola della cucina in muratura rivestita in ceramica su progetto dello Studio dell’Uva, con diversi blocchi di colore. Sgabelli in rattan di Sika Design. Sul fondo, grandi piatti in ceramica della collezione Med, di Giuliano Andrea dell’Uva.
Foto Nathalie Krag. Styling Letizia Donati
Non lontano dal sito archeologico di Villa Jovis, una delle tre residenze dell’imperatore Tiberio a Capri, l’AD100 Giuliano Andrea dell’Uva ha dato vita a un progetto di recupero architettonico e paesaggistico che è molto più di un semplice restyling: è la restituzione dell’anima a una casa caprese degli anni ’50, sospesa tra l’identità rurale dell’isola e il desiderio di mare. Pensata come rifugio aperto, da vivere anche con gli amici, la villa ha spazi esterni, disegnati dalla paesaggista Antonella Sartogo, dove potersi fermare, rilassare, mangiare e stare in compagnia. La memoria caprese, reinterpretata in chiave contemporanea, si gioca nell’accostamento di oggetti e suggestioni diverse: quadri dell’Ottocento, piastrelle di Vietri decorate a mano, un piatto andaluso sopra il camino, tappeti di ceramica affogati nel pavimento in resina bianca ideato dall’architetto.
Lo stile retro futurista di Cecilia Avogadro
La cucina custom di Spotti, in pannelli Sottsass Dark Brown finitura gloss di Alpi e con maniglie ispirate a quelle a uovo esistenti; tavolo su disegno e sedie SD9 Luisella di Franco Albini e Franca Helg per Poggi, 1959 (Nilufar).Sospensione Nelson Bubble di George Nelson (Herman Miller). La parete finestrata si apre totalmente creando una veranda.
Foto Giulio Ghirardi. Styling Sarah de Beaumont