Varese Cremona Federico Magnifico
Aljami Durham (Vanoli Cremona)

CREMONAQuella del PalaRadi tra Vanoli e Openjobmetis non è mai una partita banale. Nel 2017 la sfuriata di Caja negli spogliatoi (“you are perfect for China”). Il buzzer beater di Nico Mannion. Giusto un anno fa (era l’8 dicembre 2024) una sconfitta vergognosa con gli striscioni degli Arditi contro Luis Scola. E quest’anno che match sarà? Nel parliamo con Federico Magnifico, giornalista al seguito di Cremona, collaboratore di Backdoor Podcast e curatore della pagina “Tutti a rimbalzo”.

Dopo 9 giornate la Vanoli è la sorpresa del campionato. Come sta vivendo Cremona questo inizio che nessuno si aspettava?

Pensavamo di fare bene, ma non fino a questo punto, cioè arrivare al record di 5-4 alla pausa. Il PalaRadi è diventato un fortino da 4 vittorie. E il quinto squillo è stato quello da sogno del PalaDozza contro la Virtus. Il pubblico si è molto legato alla squadra e risponde alla grande.

Tante le scommesse estive. Quella più brillante si chiama Casarin

Sicuramente. Davide era in cerca di riscatto dopo qualche stagione difficile. Pur avendo solo 22 anni, pareva una scommessa persa per il grande basket. Invece l’aria del PalaRadi l’ha rigenerato. Forse è diventato uno dei migliori giocatori italiani per fisicità. Ha acquisito serenità, va volentieri in palestra e ha sempre un atteggiamento connesso alla squadra. Un segreto? Lavora tanto con Luca Vitali, soprattutto per la parte di playmaking e i frutti sono lì da vedere.

Altri due italiani, Veronesi e Grant, hanno conquistato a sorpresa una chiamata azzurra

Giovanni Veronesi aveva ancora un anno di contratto con Sassari. Aveva già lavorato con Brotto alla Juvi e la società è stata brava a garantirgli minuti e responsabilità da titolare. Oltre ad essere uno scorer da quasi 10 punti a partita, si sta anche riscoprendo difensore. Il discorso è analogo per Sasha Grant. Anche lui è ancora giovane, ha 23 anni, anche se è in giro da parecchio. La sua storia con Reggio si era oramai chiusa ed è stato bravo Andrea Conti a dialogare tanto con lui e a toccare i tasti giusti per convincerlo. Gli è stato prospettato un progetto di crescita personale che, alla prova dei fatti, trova riscontro. Ha fisicità e può giocare in entrambi i ruoli di ala. E persino da finto lungo, garantendo assist e atipicità.

Possiamo definire Durham e Ndiaye gli uomini copertina di questa Vanoli?

Direi proprio di sì. Su Ousmane Ndiaye ci aveva visto lungo il Baskonia, che l’aveva fatto crescere nella sua cantera. Poi il ragazzo ha conosciuto un paio di stagioni sfortunate in Spagna con altrettante retrocessioni ed è stata brava la Vanoli a crederci. Nessuno si aspettava un simile impatto da parte di un 21enne. E’ un’ala forte di 210 centimetri, ha ball handling e un tiro da fuori difficilmente contestabile a quella altezza. Pur essendo giovanissimo mostra già personalità e dedizione alla causa. A volte pecca di foga, ma ha un mix invidiabile di talento e braccia lunghe. Aljami Durham ha giocato l’anno scorso a Girona insieme a Iroegbu. In Spagna veniva utilizzato più lontano dalla palla. A Cremona si trova a suo agio a giocare da combo guard con la palla in mano pur non essendo un regista classico: è uno scorer dal 50% al tiro, ha taglia importante e sa mettere in ritmo i compagni. Due anni fa giocava molto bene ad Amburgo, poi il passaggio alla Liga ACB e adesso un piccolo passo indietro nella sua carriera venendo in Italia, ma con un ruolo da protagonista.

Brotto l’anno scorso era subentrato a Demis Cavina a stagione in corso. Adesso sta guidando una autentica rivelazione. Quali sono i suoi meriti?

Gigi l’anno scorso aveva ereditato un compito arduo, ma aveva condotto in porto la nave con la salvezza. Poi la società ha voluto, giustamente a mio avviso, ripartire da lui. E’ una persona che conosce molto bene l’ambiente avendo giocato e allenato sempre in zona. Le sue caratteristiche? Ha idee chiare, fa un grande lavoro in palestra insieme allo staff e sa toccare le corde giuste dei giocatori per farli rendere al meglio. Quest’estate ha disegnato la squadra insieme ad Andrea Conti. E’ un allenatore molto esigente, sempre però con l’obiettivo di migliorare i giocatori.

Quali sono i punti di forza della Vanoli?

Cremona ha sicuramente fisicità sugli esterni: Durham, Casarin e Veronesi sono dei bei torelli per il campionato italiano. Le statistiche parlano di una squadra che tira bene da 3, ma partita dopo partita ha sempre più scelto di attaccare il ferro. Dovessi dire un pregio della Vanoli, secondo me è la coralità. Non c’è un vero e proprio leader, ci sono 4 giocatori in doppia cifra e due a 9 punti. E questo alla lunga fa la differenza.

Al PalaRadi arriva Varese. Quale sarà la chiave del match?

La Openjobmetis è difficile da giudicare visti i cambi in corsa. Carlos Stewart scenderà in campo per la prima volta, ma tutta la squadra tra arrivi, partenze e infortuni è ancora un cantiere aperto. Sicuramente a Varese piace correre e tirare da 3 punti. Secondo me la chiave più importante sarà chi tra le due squadra saprà imporre per prima il proprio ritmo. E poi limitare le palle perse e i rimbalzi offensivi. Sono curioso di vedere come si inserirà Stewart in un pacchetto esterni che ama avere la palla in mano. Duello nel duello direi quello tra Ndiaye e Nkamhoua. Il finlandese mi è parso un po’ in calo nelle ultime settimane. Vediamo se la pausa delle Nazionali l’avrà rigenerato e come saprà risponderà al mix di fisicità e talento del lungo ex Baskonia.

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