Si andrà in tribunale per il fatto avvenuto la scorsa estate nel Circolo Canottieri di Roma. Una donna, addetta alle pulizie, è stata lasciata a casa in tronco dopo un dialogo nel quale la dipendente si sarebbe rivolta a una socia del club in un modo ritenuto inappropriato dalla direzione. La lavoratrice si è rivolta a un avvocato ma il direttore del Circolo si difende: “Aveva già ricevuto quattro richiami, tra cui due gravi” per altri episodi

L’episodio nel quale la dipendente ha dato del “tu” alla socia del circolo sarebbe solo “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Così Paolo Vitale, presidente del Circolo Canottieri Roma, parlando a Open ha cercato di chiarire la propria posizione, giustificando il licenziamento in tronco della addetta alle pulizie: licenziamento che la donna ha deciso di impugnare trascinando il Circolo in tribunale. L’episodio risale alla scorsa estate, quando una donna che da quasi vent’anni lavora presso il circolo occupandosi della pulizia degli spogliatoi, del bordo piscina e della sistemazione degli eventi, si è rivolta a una socia in un modo che i vertici del Circolo Canottieri romano hanno ritenuto inadeguato e irrispettoso. Ne è conseguito il licenziamento immediato di fronte al quale, però, la lavoratrice ha deciso di non stare in silenzio affidandosi a un avvocato e portando il caso davanti a un giudice.

Il racconto della donna

La dipendente del circolo ha deciso di ricorrere al tribunale perché ha ritenuto illegittimo il licenziamento da parte del datore di lavoro. Le motivazioni fornite dal club per l’interruzione del rapporto di lavoro, secondo quanto riferito dalla donna, riguardano un dialogo nel quale l’addetta alle pulizie si sarebbe rivolta in modo sgarbato a una socia incinta del Circolo dandole del “tu”, chiedendo se fosse davvero socia e lanciandole addosso un asciugamano. Una versione che, però, la donna nega affermando invece di essersi sempre rivolta con gentilezza, di aver anche fatto gli auguri per la gravidanza e di aver solo chiesto a un’altra donna l’iscrizione al club ai fini del noleggio dei teli.

La versione del Circolo

Una versione dei fatti che però non convince il presidente Marco Vitale, per il quale l’aver dato del “tu” è una questione secondaria: più rilevante è il tono sgarbato e il modo in cui si sarebbe realmente svolta la scena. Secondo il club, come riporta Open citando il presidente Vitale, la socia si era trattenuta in piscina, come consentito agli iscritti, oltre l’orario di apertura standard. La dipendente del club, a quel punto, non riconoscendo la socia, si sarebbe rivolta a lei dicendo: “Guarda che te ne devi andare perché alle 18.30 la piscina chiude”. A quel punto la socia avrebbe detto di essere, appunto, iscritta e quindi autorizzata a rimanere ma la lavoratrice avrebbe risposto: “Ah si mo’ sei pure socia”, gettando un telo “con fare dispregiativo sul lettino della signora”. Questo episodio, seppur considerato grave dalla direzione del Circolo, per Marco Vitale non sarebbe stato da solo motivo di licenziamento se in precedenza non ci fossero stati altri episodi definiti di “insubordinazione con il direttore” e numerosi ritardi (“tra i 15 e i 20” in un mese), che avevano già portato l’addetta alle pulizie a ricevere “quattro richiami, di cui due gravi”. 

La palla passa a un giudice del lavoro

Quanto accaduto è stato raccontato in una lettera che la socia e il marito hanno mandato alla direzione che ha provveduto al licenziamento della dipendente. La donna dopo aver perso il lavoro si è rivolta all’avvocato Francesco Bronzini per il quale il licenziamento è ingiusto e illegittimo. Dall’altra parte c’è il Circolo che, difeso dai suoi legali, continua a sostenere che la versione dei fatti fornita dalla dipendente sia inattendibile e non intende fare passi indietro. La questione andrà quindi davanti a un giudice del lavoro.

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