L’ex cestista aveva vinto la Coppa dei Campioni nel 1978 con il Geas di Sesto San Giovanni

Il basket italiano ha perso la sua «Divina». Mabel Bocchi, la bandiera del Geas Sesto San Giovanni pluricampione d’Italia e d’Europa negli anni ‘70, è scomparsa stamattina a 72 anni nella sua casa di San Nicola Arcella in Calabria. E’ stata il simbolo della pallacanestro femminile nel periodo più glorioso per il movimento cestistico in rosa, firmando la prima Coppa dei Campioni vinta da una squadra italiana (successo 74-66 contro lo Slavia Praga nel 1977/78) e la prima medaglia vinta dalla Nazioanle (bronzo agli Europei del 1974). 

Nata a Parma da padre argentino – da qui il nome Mabel – iniziò a giocare a basket ad Avellino, trasferendosi a 15 anni a Sesto San Giovanni dove divenne presto una stella. Otto Scudetti consecutivi nell’hinterland milanese sfruttando il suo mix di taglia fisica e dinamismo nel ruolo di pivot interpretato in maniera moderna; fecero epoca le sfide con Uljana Semionova, la lunghissima di 213 centimetri militante nel Daugawa Riga contro la quale giocò con il club e con l’Italia, diventandone amica fuori dal campo. Poi il trasferimento a Torino, vincendo altri due Scudetti e una Coppa dei Campioni. Carattere esuberante, fumatrice di toscani e amante dei cambi di look, mise a frutto la sua versatilità diventando un volto noto anche fuori dal campo, grazie alla carriera di giornalista intrapresa al termine dell’attività agonistica nel 1982. Fu collaboratrice della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera, ma soprattutto volto della Domenica Sportiva negli anni ‘80. Dal 2007 la Federbasket l’aveva inserita nell’Italian Basketball Hall of Fame.



















































4 dicembre 2025 ( modifica il 4 dicembre 2025 | 12:05)