Giornata calda a Genova oggi, giovedì 4 dicembre, per lo sciopero generale di tutti i metalmeccanici con un corteo che da Cornigliano si sta spostando verso la prefettura di Genova al grido di: “Non vi faremo chiudere l’Ilva”. In piazza sono stimate circa cinquemila persone.

Lo sciopero – che riguarda l’intero turno di lavoro – è stato proclamato da Fim Cisl e Fiom Cgil per l’intero turno di lavoro. Ad aderire alla protesta, anche Usb che ha manifestato solidarietà ai lavoratori.

Momenti di tensione davanti alla prefettura, poi verso i binari di Brignole

La tensione si è alzata dopo le 11, con i lavoratori che una volta raggiunta via Roma hanno lanciato fumogeni sbattendo i caschi contro le griglie della polizia di Stato. Davanti alla prefettura lancio di petardi e uova. Uno degli alari è stato sfondato con un mezzo da lavoro mentre parte dei manifestanti urla contro i poliziotti. 

Uno degli operai Fiom è rimasto ferito alla testa durante la tensione tra manifestanti e polizia, probabilmente colpito dal lancio di un fumogeno.

Dopo i momenti di tensione, stemperati verso le 12, gli operai si preparano a occupare i binari di Genova Brignole. Sul posto è arrivata anche la sindaca di Genova Silvia Salis a parlare con i segretari della Fiom.

Salis torna tra i lavoratori dopo le tensioni

Salis ha ribadito che dopo la riunione di domani – a seconda degli esiti dell’incontro a Roma – verranno presi altri provvedimenti, mentre da parte della Fiom è stato chiesto di sospendere i lavori del consiglio comunale in solidarietà.

Non sono mancati gli attacchi di alcuni manifestanti alla stampa presente sul posto per testimoniare – da ormai quattro giorni – le proteste. 

Corteo e strade chiuse: il percorso e la diretta

Il corteo è partito dai giardini Melis e il percorso prevede il passaggio in via Cornigliano, via Pieragostini, via Degola, piazza Montano, via Cantore, via Buozzi, via Adua, via Gramsci, piazza Nunziata, piazza Portello, piazzaCorvetto e infine la prefettura in largo Lanfranco.

Ore 11,50: strada Guido Rossa riaperta al transito in direzone ponente in uscita verso piazza Savio

Ore 11,40: via Cornigliano riaperta in direzione levante

Ore 11,20: corteo in piazza Corvetto

Ore 10,50: corteo arrivato in Darsena.

Ore 10,15: corteo in via Cantore, la “testa” è all’altezza del Matitone.

Ore 9,45: via Cornigliano riaperta in direzione ponente.

Ore 9,40: il corteo si è spostato in zona Sampierdarena, strade chiuse.

Ore 9,35: rimangono chiuse via Cornigliano in direzione levante e l’uscita della strada Guido Rossa su piazza Savio.

Ore 9,20: il corteo è partito da Cornigliano in direzione centro.

Ore 8,50: via Cornigliano chiusa da piazza Massena a piazza Savio.

Ore 8,45: via San Giovanni d’Acri chiusa in direzione monte, traffico deviato in direzione mare verso rotatoria.

Ore 6,40: via Cornigliano chiusa tra piazza Savio e via Dufour.

Stamattina resta aperta la strada Guido Rossa da piazza Savio e dal casello autostradale di Genova Aeroporto. Via Cornigliano è aperta in direzione ponente.

I sindacati: “Il piano dei forni elettrici è stato cancellato dalla sera alla mattina”

Michele De Palma, segretario generale Fiom, è in piazza a Genova: “Oggi il piano che era stato presentato dal ministro Urso e che noi abbiamo condiviso, quello che prevedeva i tre impianti di Dri e i famosi quattro forni elettrici di cui uno nel capoluogo ligure, dalla sera alla mattina è stato cancellato. Ieri ho visto il ministro parlare in Parlamento e dire che va tutto bene, tutto funziona. Ma non è così, la realtà è un’altra”.

Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria, spiega: “Dopo aver ottenuto la continuità produttiva della banda stagnata dall’incontro al Mimit, con la mobilità di questi tre giorni non siamo riusciti a ottenere la continuità anche per la banda zincata, per arrivare a marzo. Oggi come Fim e Fiom siamo in corteo con la solidarietà di tutte le aziende metalmeccaniche di Genova verso la prefettura, vogliamo evitare di compromettere il futuro degli impianti di Cornigliano e del gruppo siderurgico più grande d’Europa. Noi siamo dalla parte delle forze dell’ordine e chiediamo sostegno da parte di tutti per questo momento così difficile per il mondo del lavoro”.

Salis tra i lavoratori: “La città è con voi, ma la protesta sia non violenta”

La sindaca di Genova Silvia Salis stamattina ha incontrato i lavoratori e si è raccomandata: “È giusto protestare ma chiedo che rimanga una protesta nei limiti della non violenza perché non dobbiamo fornire alibi a chi non ci vuole dare risposte. Risposte che, invece, sono dovute e meritate”.

Per quanto riguarda il futuro dell’ex Ilva, Salis ribadisce che “lo Stato deve entrare nella nuova gara perché, nel caso non dovessero esserci offerte private convincenti, ci sia la possibilità di una statalizzazione, anche transitoria, che consenta una continuità produttiva, garantisca il funzionamento degli impianti e l’attrattività di tutto il gruppo, evitando che si apra una guerra tra poli del Nord e Taranto”.

E ancora: “Vogliamo risposte definitive – rimarca la sindaca -. Cosa succede se anche la nuova gara va deserta? Qual è l’impegno del governo? Se questa produzione chiude, è un problema per i lavoratori, ma un grandissimo problema sociale per la città. Infine, ho letto che domani qualcuno vorrebbe parlare anche di aree. Lo possiamo fare, ma è un discorso secondario. È ovvio che le aree che non verranno utilizzate per la produzione di acciaio dovranno essere messe a disposizione per uno sviluppo industriale sostenibile, ma non è quello di cui stiamo parlando ora, non usiamo argomenti di distrazione”.

Domani il nuovo incontro a Roma

A partire da oggi, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato una serie di riunioni con le istituzioni locali interessate. Per quanto riguarda il nostro territorio, l’incontro con Comune di Genova e Regione Liguria si terrà domani, venerdì 5 dicembre alle 10.

“Sarò nuovamente dal ministro Urso – ha detto oggi la sindaca Salis – e chiederò che vengano messe nero su bianco le 45.000 tonnellate di acciaio da zincare a Genova fino a fine febbraio quando dovrebbe essere conclusa la gara – prosegue la sindaca -. Ma chiederò anche che la vertenza passi a un tavolo superiore, con la regia della presidenza del Consiglio, perché finora non abbiamo avuto le risposte di cui avevamo bisogno sul futuro dell’ex Ilva e di questi lavoratori”.

La quarta giornata di protesta

Quella di oggi è la quarta giornata della mobilitazione ripartita questa settimana: lunedì la ripresa delle proteste dei lavoratori ex Ilva dopo la “fumata nera” dell’incontro al Ministero delle Imprese da cui non sono arrivate garanzie per garantire la prosecuzione del lavoro. La giornata era proseguita con un corteo che ha procurato pesanti ripercussioni sul fronte del traffico.

VIDEO | Sciopero metalmeccanici, De Palma (Fiom): “Serve una partecipata pubblica che difenda lavoro e industria”

Martedì giornata di “fuoco” con nuove proteste e cortei: i lavoratori hanno occupato brevemente anche l’aeroporto e poi le corsie dell’autostrada, fino ad arrivare sul ponte San Giorgio, causando la chiusura di due tratti di A10 e A7. Nel frattempo la lunga telefonata tra il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e il commissario di Acciaierie per l’Italia non ha portato a un esito positivo, per questo i metalmeccanici hanno fatto sapere di voler proseguire con la protesta.

Mercoledì il presidio dei lavoratori è rimasto a ponente, senza cortei ma sempre con blocchi del traffico a Cornigliano, in preparazione della mobilitazione di oggi.

La contro protesta a Cornigliano

Sui social e sui canali WhatsApp sta girando in queste ore un volantino non firmato che sta causando diverse polemiche e che, in sostanza, dà appuntamento ai cittadini alle 16 in piazza Massena a Cornigliano per “dire basta ai gravi problemi che i manifestanti dell’ex Ilva stanno creando a Cornigliano e a tutta Genova. I genovesi non sono responsabili dei vostri problemi ma a causa vostra stanno pagando duramente le conseguenze delle vostre azioni”. Il Civ di Cornigliano ha chiarito successivamente di non essere tra i promotori del presidio: “I commercianti rispettano qualsiasi iniziativa, sia dei lavoratori che della cittadinanza, che si svolga nel pieno rispetto delle norme e della correttezza sociale”.

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