(di Ida Bini)
‘Bagnanti’ di Paul Cézanne, ‘Rive
dell’Oise a Auvers’ di Vincent Van Gogh, ‘Donna in poltrona’ di
Pierre-Auguste Renoir, ‘Danzatrici nella stanza verde’ di Edgar
Degas, ‘Finestra’ di Henri Matisse. Sono alcuni dei capolavori
che il Museo dell’Ara Pacis di Roma ospita dal 4 dicembre al 3
maggio 2026 nell’esposizione ‘Impressionismo e oltre. Capolavori
dal Detroit Institute of Arts’. La mostra riunisce 52 opere
provenienti dal prestigioso museo statunitense Detroit Institute
of Arts che raccontano l’arte europea realizzata tra gli anni
Quaranta dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento da
grandi maestri come Picasso, Degas, Cézanne, Renoir, Kandinsky,
Van Gogh, Modigliani, Kokoschka, Beckmann. “I dipinti esposti
individuano una fase di cambiamenti senza precedenti nella
storia dell’arte – commenta il curatore Claudio Zambianchi –
Sono quadri di autori che contribuirono a ridefinire il
linguaggio pittorico moderno, difficili da vedere in Italia in
questa quantità e in questa qualità”. Attraverso il dialogo tra
luce e colore, natura e città, realtà e astrazione, la mostra
ripercorre un arco temporale in cui la pittura europea mette in
discussione i modelli accademici e, sperimentando nuove modalità
di osservazione, inaugura le rivoluzioni artistiche del
Novecento. L’esposizione si apre con il rinnovamento dell’arte
francese a partire dalla metà del XIX secolo, quando realisti e
impressionisti, su invito di Charles Baudelaire, si concentrano
sulla rappresentazione del quotidiano e sulla resa immediata
della percezione della luce. È il momento in cui la pittura di
artisti come Degas, Cézanne, Renoir, Pissarro, Sisley e
Liebermann si interroga sul rapporto tra percezione e realtà,
inaugurando una trasformazione profonda che porterà, nel giro di
pochi decenni, alle avanguardie del primo Novecento. Il racconto
espositivo prosegue con le ricerche sviluppate dopo il 1886,
anno dell’ultima mostra impressionista, quando la pittura
francese si avvia verso una costruzione più stabile della forma
e una trasformazione del colore in elemento espressivo autonomo.
La tela ‘La Sainte-Victoire’ di Cézanne mostra con evidenza
questa evoluzione; così come le opere di Renoir restituiscono un
artista profondamente trasformato e i dipinti di Van Gogh
interpretano la realtà attraverso una pennellata ritmica e
vibrante, comunicando con forza lo stato emotivo dell’artista.
La parte centrale del percorso è dedicata alla Parigi dei primi
due decenni del Novecento, quando la capitale francese si
afferma come centro artistico mondiale: in mostra opere di
Picasso, del periodo rosa e cubista; di Matisse, che dal rigore
geometrico delle prime ricerche arriva a pennellate più dilatate
e sensuali; di María Blanchard, unica artista donna presente, e
di Juan Gris, insieme ai dipinti espressionisti di Modigliani e
Soutine. In chiusura una ricca selezione dedicata
all’avanguardia tedesca con opere di Pechstein, Kandinsky e
Feininger – appartenenti ai movimenti d’anteguerra, Die Brücke e
Blaue Reiter – e di Nolde, Kokoschka e Beckmann che
restituiscono la drammaticità della Germania sconfitta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA