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Che musica abbiamo ascoltato in Italia nel 2025? Sorpresa: la stessa del 2024, con qualche eccezione. Siamo sempre lì: canzoni di artisti maschi, bianchi, rapper e in ogni caso rigorosamente italiani. Vince l’autarchia, ancora. E perdono gli altri. O almeno questi sono i dati che emergono da Spotify, con la piattaforma svedese – viene da sé, la più usata per lo streaming, specie nel nostro paese – che ha appena stilato le classifiche di fine anno. Per carità, è una lettura parziale, i suoi utenti più incalliti sono per lo più under 30, ma vista l’incidenza dello streaming stesso nelle classifiche di vendita (spoiler: tantissimo) è indicativo dello stato dell’arte della nostra musica, almeno online. Uno stato dell’arte, cioè, immobile: se il Festival di Sanremo riesce ancora a spostare gli equilibri in termini di singole canzoni, lo stesso non succede con gli artisti in sé. E poi: siamo per lo più impermeabili agli stimoli che provengono dall’estero, oltre che alle donne.
Maschi, bianchi, italiani. E rapper
Il più ascoltato nel 2025 è stato Sfera Ebbasta, vero campione delle ultime stagioni. Nel 2024 aveva chiuso secondo dietro a Geolier, che ora – complice il non aver pubblicato un disco di inediti, mentre lo scorso anno aveva usato il trampolino dell’Ariston – è scivolato al quarto posto. In mezzo, Shiva (secondo) e Guè (terzo, a fronte di una produzione comunque sterminata, tra dischi, feat. e quant’altro). Marracash è quinto, forte di È finita la pace, pubblicato a dicembre 2024 ma a classifiche Spotify già chiuse. Il resto è un trionfo dei vari Tony Boy, Lazza, Kid Yugi, tutti rapper under 40. Gli unici over, appunto, sono Marracash e Guè. L’unico non-rapper è la mosca bianca di Olly, vera new entry della classifica almeno in termine di genere (settimo), nonché unica vera testimonianza della spinta dell’Ariston in questo senso (Guè, ospite di Shablo, fa storia a sé).
Le donne? Come detto, non ci sono. Nel 2024 la sola eccezione era stata Anna, quinta sulla spinta del suo album d’esordio, Vera Baddie, ma l’onda lunga non è bastata a mantenerla in top 10. È però prima nella classifica al femminile, davanti a Elodie (seconda) e Rose Villain (terza). Se non altro, qui c’è qualche segnale di varietà in più: ci sono artiste straniere – Taylor Swift (quarta), Lady Gaga (quinta), Billie Eillish (ottava) e Rihanna (decima, in Italia continua ad avere un feudo notevole) – e poi c’è Giorgia (nona), nel 2024 del tutto fuori dai radar e ampiamente rilanciata dall’ultimo Sanremo. Stupisce il settimo posto di Elisa, che nel 2025 ha pubblicato solo il singolo Nonostante tutto con Cesare Cremonini. Insomma: Houston, abbiamo un problema (di genere). Se non altro perché nelle classifiche globali (dominate da Bud Bunny) le donne sono almeno tre, cioè le stesse Swift (seconda) ed Eillish (quinta), seguite da Ariana Grande (ottava). Gli unici rapper, lì, sono Drake (quarto) e Kendrick Lamar (sesto), in compenso c’è il pop dell’indiano Arijit Singh (nono).
Fa sorridere anche il nostro Visti dagli altri: i Måneskin continuano a essere gli artisti italiani più ascoltati al mondo (Damiano David è quarto), in generale nessuno della nostra top 10 è lì, soppiantato dai vari Ramazzotti, Pausini, Bocelli. Tiè: Gabri Ponte, grazie a Tutta l’Italia, è secondo, segno che nessuno è profeta in patria (ma fuori gli stereotipi funzionano, eccome).
Effetto Sanremo
Il Festival continua a spostare gli equilibri, ma più nelle canzoni che in termini assoluti. Balorda nostalgia di Olly è la più ascoltata del 2025, più giù ci sono: Incoscienti giovani di Achille Lauro (seconda), La cura per me di Giorgia (sesta) e Battito di Fedez (nono). Il fenomeno globale Bad Bunny è quarto con DtMF, Cremonini con Ora che non ho più te fa un piccolo miracolo e chiude settimo. Ah, mancano del tutto i tormentoni estivi.
L’unico pezzo in lista che appartiene ad almeno uno tra gli artisti più ascoltati in assoluto in Italia è Neon di Sfera Ebbasta e Shiva (terzo), a testimonianza di come la classifica degli artisti più sentiti si scali soprattutto con album e non con singoli. Il disco più cliccato, infatti, è Tutta vita (sempre) di Olly, ma sotto tornano raccolte più o meno inesauribili di singoli come Santana Money Gang degli stessi Sfera Ebbasta e Shiva (terzo) e i vari Dio lo sa di Geolier (secondo), Locura di Lazza (sesto), Tutti i nomi del diavolo di Kid Yugi (ottavo) e Vera Baddie di Anna (nono), tutti usciti nel 2024. Non è sempre vero, dunque, che i dischi ormai “durano una settimana”: ci sono delle eccezioni, per quanto rare. L’unico non-rap italiano è Hello World dei Pinguini Tattici Nucleari (decimo), Bad Bunny riesce a sfondare almeno qui ed è il solo internazionale in lizza (quarto, ovviamente con DeBÍ TiRAR MáS FOToS).
Ma lo streaming non è tutto
Eppure, lo streaming e Spotify in particolare non sono tutto. Anzi, raccontano solo una parte di paese: quello che vive (poco) in tv e (tantissimo) online. Poi c’è quello dei concerti – le vere macchine da soldi degli artisti di oggi – e il discorso si ribalta. Vasco Rossi e Ultimo, che si battono i record di presenze per i live, non sono in nessuna di queste classifiche. Lo stesso vale per Marco Mengoni, che tra estate e autunno ha registrato una lista di sold out, tra stadi e palasport, impressionante. Stesso discorso per Cremonini, che di certo non può giustificare l’ultimo, trionfale tour con la sola Ora che non ho più te. Tra i tanti, infine, spicca la totale assenza di Lucio Corsi dalle classifiche, che pure dal vivo ha registrato numeri di primo livello (o comunque non lontani da quelli di un Kid Yugi). Al contrario, restando nella top 10 dei più ascoltati, l’unico in grado di reggere un tour negli stadi è Marracash. Che significa tutto questo? Che non è una gara, prima di tutto. E che non tutto, nella musica, si misura in numeri, a prescindere. Ma anche che su queste classifiche vigono una serie di paletti – d’età dei fruitori, di generi naturalmente agevolati dal formato (per esempio, canzoni più brevi) – che non sempre si rivelano ideatitici una svolta disconnessi dalla Rete. Il mondo è molto più vario e lento di una classifica di Spotify.