Nei mitici anni ‘70 del secolo scorso a Napoli “Agostino ‘o pazzo”, all’anagrafe Antonio Mellino, era un’icona e un simbolo della voglia di libertà, del desiderio di correre, sfidando regole e divieti.

Il soprannome gli arrivò dalla passione per il celebre campione di motociclismo Giacomo Agostini, 15 volte in cima alla classifica mondiale: riuscì a incontrarlo nel 2018.

Per correre truccava la moto e per evitare che finisse sequestrava dribblava agenti e posti di blocco saettando per vicoli e vicoletti, facendosi beffe di chi cercava di fermarlo e la città era con lui. 

Le manette scattarono quando “Agostino” era a piedi, fermo con alcuni amici in piazza del Gesù Nuovo. Dopo l’arresto viene scritturato dal regista Umberto Lenzi per il film “Un posto ideale per uccidere”, in cui interpretava se stesso, e partecipò a diversi film come stuntman.

Con gli anni di Agostino o’ pazzo in città è rimasto il mito, nei modi di dire (di uno che sfreccia in modo si dice ancora “pari Agostino o’ pazzo”) e nei ricordi di chi ha doppiato da tempo gli -anta.

Antonio Mellino si era reinventato antiquario, e aveva locali in piazza Girolomini, non lontano dall’opera di Banksy “Madonna con pistola”, ma non aveva mai dimenticato la passione per le moto e la velocità, e conservava sul volto quel sorriso di chi la sa lunga, un po’ beffardo e un po’ rassegnato tipico dei napoletani veri. 

Se ne è andato in questo freddo dicembre in silenzio, a 72 anni. Chi lo conosceva è sicuro che sta già sfrecciando sulla sua Gilera 125 tra le nuvole, nel paradiso dei napoletani.