di
Carlos Passerini

Partita molto combattuta con la squadra di Sarri che prevale nel primo tempo ma che rischia più volte nella ripresa prima di segnare il gol decisivo. Forcing finale degli uomini di Allegri che trovano un Mandas insuperabile

Rivincita servita, vendetta compiuta. Cinque giorni dopo i veleni del campionato, con quel finale di partita e quel rigore negato alla Lazio che ha alimentato polemiche a non finire, anche troppo, il Milan cade all’Olimpico e dice addio alla Coppa Italia. Allegri, lo specialista, l’unico allenatore ad averne alzate cinque, tutte con la Juventus, non potrà quindi migliorare il primato: ai quarti ci va Sarri, che affronterà a inizio febbraio il Bologna e può sognare di arrivare fino in fondo, per dare un senso diverso a una stagione nata male col mercato bloccato. Decisivo un colpo di testa di Zaccagni nel finale, dopo una partita bloccata, in sostanziale equilibrio. Poco prima, Leao aveva fallito un gol da due passi, sparando altissimo: la serata è girata lì.

Salutata la Coppa, che non vince ormai dal 2003, un’eternità, il Diavolo ora non può far altro che rimettere la testa sul campionato: resta solo quello, oltre alla Supercoppa di fine mese a Riad. Tradotto: tutte le energie devono essere incanalate lì. C’è un primo posto da difendere. Per riuscirci servirà però di più, rispetto a quanto visto ieri. Anche da parte di Leao. La trasferta di Torino lunedì sarà già il primo crocevia, visto che domenica Napoli e Juventus si toglieranno punti nello scontro diretto del Maradona. Poi Sassuolo, Verona, Cagliari, Genoa e Fiorentina: se c’è un momento per accelerare, è questo. Poi c’è il mercato di gennaio che si avvicina. E il Milan non potrà restare a guardare, se vuole alzare il livello di una rosa oggi troppo corta. Servono — in ordine di urgenza — un centravanti, un esterno destro e uno stopper. Lo si è visto anche ieri. In arrivo Arizala, terzino sinistro colombiano classe 2005 del Deportivo Independiente Medellin, promettente ma ancora da rodare: i rossoneri sono pronti a versare 3 milioni di euro più una clausola sulla futura rivendita. Si complica invece l’ipotesi della cessione di Gimenez, che potrebbe finanziare l’arrivo di un nuovo numero nove: «Santi vuole restare, è felice» ha tagliato corto suo padre.



















































Il turnover moderato del re di Coppa, alias Allegri, alla fine non ha portato i risultati. Per centrare il pass il quarantenne Modric resta a riposo, al suo posto ecco la grande chance per Jashari, comprato in estate dal Bruges per 34 milioni più bonus dopo una telenovela durata settimane, prima di rompersi il perone in uno scontro fortuito in allenamento con Gimenez e restare fuori oltre cento giorni. Per lui un nuovo debutto: a testa alta. La Lazio ha il dente avvelenato dopo il rigore negato per il tocco di gomito di Pavlovic nei minuti di recupero: anche se i vertici arbitrali hanno poi confermato come la scelta finale dell’arbitro Collu fosse corretta, i biancocelesti hanno voglia di prendersi subito la rivincita.

All’Olimpico, nonostante il clima di protesta contro la società che dura da inizio stagione, sono arrivati in oltre 45mila. Quella fra Allegri e Sarri è la sfida nella sfida fra toscani agli opposti: Max il risultatista contro Maurizio il giochista. Dopo l’emozionante omaggio alla leggenda del tennis Nicola Pietrangeli, tifoso laziale, la serata s’incendia subito. Dopo i veleni del campionato, il designatore Rocchi si è affidato all’esperto Guida, un internazionale. Meglio così, perché le scorie in campo si sentono, volano subito colpi proibiti: un minuto e Pavlovic è già ammonito per un fallaccio su Guendouzi.
Sarri urla e sbraccia, protesta e viene richiamato. Allegri è più calmo: sa di avere gli occhi addosso dopo l’espulsione di sabato. La tensione è alta. Partita bloccata, molto tattica. Maignan super nel finale di primo tempo, su tiro di Isaksen. Sul suo rinnovo, il ds Tare grande ex di serata ha detto: «Cercheremo di trovare una strada giusta insieme nei tempi dovuti». Considerato il suo stato di forma tornato ai livelli dello scudetto del 2022, sarebbe meglio. Nella ripresa, il Milan cresce. Ma Leao sciupa tanto, troppo. E la Lazio ne approfitta: corner di Tavares e Zaccagni incenerisce il tenero De Winter. L’assedio finale del Milan non porta a nulla.
«Chi vince ha sempre ragione» ammette Allegri, amaro, che abbozza un sorriso solo quando gli fanno notare che un anno fa il Napoli uscì con la Lazio agli ottavi e poi vinse lo scudetto. Vedremo.

4 dicembre 2025 ( modifica il 4 dicembre 2025 | 23:29)