di
Giuseppina Manin

L’avviso sui display alla Anteprima Under 30 mette in guardia sui contenuti violenti dell’opera

L’avviso che alcune scene potrebbero urtare la sensibilità degli spettatori compare sui tablet dei sottotitoli allo schiudersi del sipario. Per la prima volta la Scala accende la lucina rossa usata per segnalare film o video potenzialmente scioccanti. Cautela opportuna per una platea poco usa a quel tipo di immagini, inutil precauzione, per dirla con Rossini, per i giovani spettatori che ieri sera hanno preso d’assalto la Primina degli under 35. Tradizione consolidata, per molti ormai una bella consuetudine visto che oltre il 30% del pubblico scaligero sono loro, i nuovi melomani. Che con le immagini forti ci sono cresciuti, ma forse non si aspettavano di ritrovarle tra i velluti del Piermarini.

Tutta colpa di Katerina, «Lady Macbeth del distretto di Mcensk» di Shostakovic, cattiva ragazza affamata di sesso, decisa ad accoppare chiunque si frapponga tra lei e il suo oggetto del desiderio. La pagherà cara, insidiata dal suocero, minacciata dal marito, stuprata dalle compagne di prigionia in Siberia. Una insolita violenza al femminile a cui fa da contrappunto l’osceno abuso di un branco di maschi su una povera cuoca.



















































«Allacciate le cinture» aveva avvisato Sara Jakubiak, fantastica protagonista di questa storia cruda, brutale, travolgente come la musica del grande compositore russo di cui ricorrono i 50 anni della morte. Anniversario che Riccardo Chailly ha voluto onorare scegliendo come titolo per il 7 dicembre una delle opere più straordinarie e scomode del Novecento, censurata per volere di Stalin, la cui ombra aleggia nella regia di Vasily Barkhatov.

E la Lady assassina conquista i giovani spettatori. Per nulla intimoriti dalle fosche tinte dell’intreccio, anzi sedotti da quella ragazza pronta a tutto per guadagnarsi la sua liberta. Soprattutto sessuale.

«Katerina mi piace perché politicamente scorretta, non sopporta vincoli e convenzioni» commenta Michele, smoking e orecchino di brillanti. La primina frequentata da anni ha fatto di lui un appassionato non solo di lirica ma del teatro. «Studio ingegneria al Politecnico ma il mio sogno è potere lavorare qui un giorno».

Radiosa come una sirena, coperta di paillettes verde acqua, Anna è divisa tra due amori, l’avvocatura e il canto. «Non so quale prevarrà ma li coltivo entrambi. Di opere ne ho sentite molte, questa però è diversa da tutte, così come la sua protagonista. Criminale certo, ma anche vittima di un mondo maschilista che per arroganza e violenza ricorda la cronaca nera di oggi. Scene forti? Direi necessarie, la vicenda le impone».

«Qui non si scandalizza nessuno, ogni giorno su social e tv si vede e si sente ben altro. La Lady è moderna e viva, parla di noi» assicura Mattia, impegnato nel settore dell’arredamento, entusiasta di scene e costumi. Giudizio condiviso anche da Emma, studentessa di Scienze della Comunicazione, colpita dal linguaggio del libretto «Aspro e diretto, arriva subito a noi giovani».

«Meravigliosa la musica e la regia.
I momenti hot ci stanno, anzi pensavo anche di più» azzarda Michele, che studia pianoforte al Conservatorio.

Felice di trovarsi tra una platea
tanto appassionata, Fortunato Ortombina assapora i decibel d’entusiasmo. «Stasera si sono aperte le porte a un nuovo stile drammaturgico. Shostakovic, compositore di molte colonne sonore, ha fatto incontrare musica e cinema. I tempi sono maturi per la commissione di un’opera nuova per un prossimo Sant’Ambrogio». Quanto alla scritta sui tablet «Bisogna tener conto anche di un pubblico più convenzionale che potrebbe risentirsi».

Scaligero militante da sei anni, Tobia, diplomato in organo e direzione d’orchestra, sogna di salire un giorno su questo podio. Nel frattempo si gode la musica avvolto in un melodrammatico mantello nero «confezionato da una sartoria ecclesiastica di Roma». Strass e stravaganze si sprecano tra i ragazzi ben più che sul fronte femminile. Ci sarebbe da meditare, ma gli applausi sovrastano ogni fiera delle vanità. Alla fine sono 10 minuti di applausi.
I tablet si spengono.

4 dicembre 2025