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«Siamo chiamati a costruire una protezione per la nostra nazione, una difesa più aderente ai rischi attuali». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, nell’ambito dell’esame del documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2025-2027.
«L’esigenza è chiara – ha spiegato – costruire uno strumento che sia in grado di operare in quello che si chiama “multidominio”, per operare dove serve, nelle città, sul mare, nei fondali marini, nei nostri cieli, nello spazio, nel sub-spazio, nell’ibrido, mantenendo un equilibrio nella delicata alchimia tra forze convenzionali e altre tecnologie». Queste ultime «devono caratterizzare i nostri sistemi d’arma e rappresentano l’unico possibile vantaggio verso i potenziali competitor – ha affermato -. Trovare il difficile equilibrio tra questa alchimia è uno degli scopi del documento programmatico. La tecnologia non sostituisce l’uomo, ma ne amplifica la possibilità di forza».
Resilienza nazionale ha ruolo fondamentale
«Il contesto globale in cui ci muoviamo segna una crescente e diffusa instabilità. Il Mediterraneo allargato è un’area di priorità mentre il Mediterraneo in senso stretto è cruciale per l’approvvigionamento energetico e interscambio commerciale», secondo Crosetto per il quale «la resilienza nazionale assume un ruolo fondamentale soprattutto nella protezione delle infrastrutture critiche vulnerabili ad attacchi ibridi e fisici».
Conflitto ucraino è ormai “war of drones”
Il conflitto ucraino è divenuto «una “war of drones” caratterizzato da un sempre più rapido ciclo di innovazione tecnologica». Per il ministro, illustrando il documento programmatico pluriennale per la Difesa, «le tecnologie emergenti e dirompenti assumono un ruolo chiave nelle dinamiche strategiche e militari industriali e la crescente accessibilità a nuove tecnologie consente anche a soggetti ostili di acquisire strumenti avanzati a basso costo difficili da identificare e contrastare, come droni e minidroni».
4,4 miliardi per lo scudo spaziale, irrinunciabile
Il “dome” nazionale, lo scudo, «è un’architettura protettiva multilivello che prevede la difesa spaziale, missilistca e antidrone. Una difesa che non abbiamo mai avuto e non più rinunciabile, che assorbe investimenti nelle annualità pari a circa 4,4 miliardi di euro». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera. Si tratta, ha spiegato Crosetto, «di sistemi spaziali per l’allarme missilistico, radar avanzati, velivoli di difesa aerea come il Gcap, il caccia di sesta generazione, la batteria Samp-T next generation, sistemi antidroni. Un sistema multilivello interoperabile – ha aggiunto – in grado di garantire in futuro, purtroppo non adesso, protezione e difesa al nostro territorio. È una cosa che nasce da quello che abbiamo visto succedere in Israele e che vediamo ogni giormo in Ucraina».
