«Alla fine dell’esame sono scoppiata a piangere, la tensione era altissima visto che in gioco c’erano i miei prossimi sei anni». Maria Chiara Crimi è una delle 53mila matricole del semestre filtro di Medicina. Oggi è il suo 19esimo compleanno e dovrà decidere se accettare o meno i risultati dei tre esami fatti lo scorso 20 novembre. Li ha superati ma probabilmente rifiuterà il voto più basso, in Fisica, che tra parentesi è la sua materia preferita e che ha dato filo da torcere a molti. Una scelta “al buio” perché non ci sono graduatorie ufficiali, per sperare di studiare Medicina da “titolare”. «Mi hanno fatto questo regalo» ironizza, e racconta di un’organizzazione quasi perfetta, a Messina ha frequentato in presenza con professori e tutor così disponibili da aver aggiunto in corsa lezioni anche di sabato, ma di un sistema sbagliato a priori. Una “rivoluzione mancata” visto che il test è stato semplicemente spostato in avanti, parcheggiando i ragazzi in un limbo sino a gennaio e costringendoli ad iscriversi ad una seconda facoltà attigua, da Biotecnologie a Farmacia, come paracadute. «Non mi vergogno a dirlo, sin dall’inizio ho pensato che era una presa in giro – racconta Maria Chiara –. Innanzitutto il semestre filtro è stato un trimestre con soli due mesi di lezioni, programmi infiniti e complessi, ma soprattutto non è stato introdotto un criterio di valutazione più accurato. Le domande a crocette o a completamento non possono valutare la preparazione di uno studente». La paura di non farcela crea un clima di competizione tra i colleghi di corso, senza considerare che la scuola di provenienza fa la differenza. «Io ho fatto il liceo scientifico e sono avvantaggiata rispetto a chi arriva dal classico o da altre scuole» spiega Maria Chiara. Il pensiero di doversi risedere su quel banco, tra pochi giorni, è un’incubo.

In un’ora e mezza, 45 minuti e 31 domande a testa per Chimica, Fisica e Biologia, ci si gioca tutto. Nel momento in cui si rifiuta un voto e si rifà l’esame al secondo appello, si ricomincia da zero. L’ipotesi di tenere in considerazione il risultato migliore tra le due prove, com’era sino allo scorso anno quando il test era d’ingresso e non di filtro, è stata scartata dal ministero.

L’esame del 20 novembre è stato uno scoglio insuperabile per quattro studenti su cinque, che dovranno tentare il tutto per tutto il prossimo 10 dicembre. Le prove sono già pronte ed è difficile che a questo punto vengano modificate. Il bilancio, ancora provvisorio, della prima prova, è stato sorprendentemente negativo. Una valanga di bocciature, con un andamento omogeneo lungo tutta la Penisola che fa ipotizzare uno scenario inedito. A gennaio il numero di studenti idonei ad iscriversi a Medicina potrebbe essere per la prima volta inferiore ai 24 mila posti disponibili (comprese le università private e i corsi in inglese).

In attesa del report ufficiale del ministero dell’Università i dati che arrivano dagli atenei, pubblicati sul portale Universitaly, disegnano una mappa delle promozioni alquanto ristretta. Gli idonei si aggirerebbero sul 20% per Biologia, poco meno per la Chimica, e raggiungerebbero un drammatico 10% per Fisica. Anche le medie dei voti dei promossi sarebbero basse, comprese tra 22 e 21.

«Nessuno ha copiato» aveva dichiarato nei giorni scorsi la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, respingendo al mittente le polemiche sulla mancanza di controlli e sull’uso dei cellulari in aula. I numeri sembrano darle ragione. Per poter accedere alla graduatoria nazionale di gennaio e iscriversi di diritto è necessario aver superato tutti e tre gli esami con almeno 18. Se le percentuali resteranno queste, migliaia di posti in facoltà potrebbero rimanere vuoti, rendendo ancora più drammatica la carenza di medici. Non è un caso che dalla stessa categoria dei camici bianchi arrivino critiche pesanti al nuovo sistema di acceso. Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli parla di un meccanismo selettivo che rischia di essere insieme iniquo e miope. «Iniquo, perché chi ha i soldi per una Facoltà privata può accedere con il vecchio test – sottolinea – mentre quello nuovo ha un livello di difficoltà così elevato e poco aderente alle competenze realmente necessarie che finisce per premiare solo chi proviene da contesti scolastici più forti e da famiglie in grado di sostenere percorsi di preparazione costosi. Miope perché ridurre drasticamente il numero degli studenti ammessi significa compromettere l’assistenza dei prossimi anni».

Sul piede di guerra l’Unione degli studenti che prepara la mobilitazione nelle piazze italiane l’11 dicembre, con il sostegno della Cgil. Contestata la gestione «incoerente, opaca e strutturalmente discriminatoria» contestando l’obbligo di decidere in poche ore se ripetere l’esame senza alcuna graduatoria e il divario tra iscritti e posti disponibili rimane enorme. «Cn oltre 54 mila aspiranti per meno di 17 mila posti, non si può parlare di “numero aperto”». Di fronte a questa ulteriore violazione del diritto allo studio l’Udu sta preparando una diffida collettiva per garantire agli studenti la possibilità di scegliere il miglior voto mentre prosegue il ricorso contro il numero chiuso che ha già 2mila adesioni.

Numerose anche le polemiche a livello politico con le opposizioni che accusano il governo di improvvisazione. Di “disastro” parla Alfredo D’Attorre, responsabile Università e ricerca del Pd. «Due mesi e mezzo di lezioni prevalentemente online possono forse andare bene per preparare gli esami spesso farlocchi delle università telematiche private, quelle che grazie alla compiacenza del governo macinano profitti e invadono di spot pubblicitari i media». Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva contesta la narrazione epica costruita da Bernini: «Abolizione del test d’ingresso, rivoluzione dell’accesso, modernità in arrivo. Ma la realtà, come sempre, è più dura della propaganda». Anche la Lega non risparmia le critiche alla ministra dell’Università chiedendo chiarimenti per sapere «se ci sia qualcosa di migliorabile» per non sprecare «questa preziosa opportunità» dice il deputato della Lega Luca Toccalini.

© riproduzione riservata