Che consapevolezza aveva di sé? Per esempio, ricordava di essere un attore?
«Quando è successo stavo preparando il mio primo film da regista e questo ce l’avevo ben presente fino al tormento. Inizialmente emettevo suoni senza senso, mischiavo le lettere, le parole, ma, nel momento in cui ho ripreso a parlare, chiamavo anche venti volte al giorno il produttore del film per dirgli sempre la stessa cosa. Me lo ha raccontato lui, perché io non me lo ricordo. E lui, carinissimo, mi rispondeva ogni volta come se fosse la prima».

Praticamente era Il giorno della marmotta… Se dovesse vivere ogni giorno lo stesso giorno quale sarebbe il migliore?
«Questa è davvero una domanda difficile…».

Il peggiore? Suggerisco: il giorno dopo il matrimonio quando Laura le ha chiesto il divorzio?
«Mah, la situazione era tanto paradossale che non l’ho vissuta come un vero dramma. Mi sono detto: “Riusciremo a risolverla. Com’è possibile giurarsi amore eterno e divorziare poche ore dopo?”. Quando me lo ha detto ci ho creduto al 20 per cento».

Un altro giorno allora?
«I miei genitori cominciano a invecchiare, ad avere problemi… Diciamo che ci sono tanti giorni che riguardano la salute di mia madre che vorrei proprio non aver vissuto».

E se invece potesse vivere per un giorno la vita di qualcun altro?
«Io veramente vorrei vivere tutti i giorni la vita di chi si fa meno pippe mentali di me. Fare un lavoro che mi consenta di staccare un po’ il cervello, vivere la vita di un carrozziere».

Un lavoro manuale.
«Bravissima! Manuale, bello, concreto, dritto. Per quanto ami il mio lavoro, detesto la vita che faccio. Avrei bisogno di regolarità, vorrei viaggiare solo in vacanza. Sono un abitudinario, amo la casa dove vivo, le cose semplici, circondarmi delle persone che mi piacciono… Poi, certo, sento anche il bisogno di fare altro per non andare fuori di testa. È chiaro?».

Chiarissimo. Fa parte del club di quelli che stanno costantemente nel «vorrei, non vorrei…», dove tutto è sempre in conflitto.
«Come possiamo chiamarlo? Il club dei malviventi, ecco! Inteso in senso letterale, ovvero quelli che vivono male tutto quello che fanno».

C’è un film che ogni Natale riguarda da solo o in famiglia?
«Con i nostri figli ci guardiamo in loop Mamma, ho perso l’aereo. A parte questo, ci dovrei pensare, ma ho sempre il problema della memoria (ride, ndr). Ho una lista dei film che vedo e dei libri che leggo, sennò mi dimentico di averlo fatto».