di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Palombella (Uilm): «Condanniamo con forza queste azioni, che si possono definire solo in un modo: atti terroristici». Alcuni sindacalisti si sono dovuti recare al pronto soccorso per essere medicati

Prima le minacce, poi gli spintoni e infine i colpi: calci, pugni, persino un inseguimento lungo un chilometro. È il racconto, durissimo, che arriva da Genova, dove nella mattinata di oggi, 5 dicembre, alcuni dirigenti della Uilm sarebbero stati aggrediti davanti ai cancelli dell’ex Ilva da un gruppo di persone riconducibili alla Fiom. Un episodio che fa esplodere una tensione sindacale già alta e che, in queste ore, sta alimentando uno scontro destinato a lasciare strascichi.

Secondo la ricostruzione della Uilm, l’aggressione sarebbe avvenuta tra le 8.30 e le 9.00, poco prima di un collegamento con la trasmissione Restart di Rai 3, dove i dirigenti sindacali avrebbero dovuto intervenire sulla situazione dell’ex Ilva, mentre nel capoluogo genovese prosegue il presidio in attesa del vertice con Roma. Il segretario generale ligure Luigi Pinasco, il segretario organizzativo Claudio Cabras e alcuni altri delegati erano arrivati davanti allo stabilimento di Cornigliano per partecipare alla diretta. «Ci hanno intimato di toglierci i nostri k-way, di non mostrare nulla che richiamasse la Uilm. Pensavamo finisse lì», raccontano. Invece, no.



















































A quel punto, un gruppo di persone — «prima una ventina, poi più di cento» — li avrebbe circondati. Sono partiti i primi colpi: calci e pugni alla schiena, alle gambe, alla testa. I delegati hanno provato ad allontanarsi, poi a correre. Sarebbero stati inseguiti e nuovamente colpiti, tra le urla: «Non tornate più!». Alcuni di loro si sono poi dovuti recare al pronto soccorso per essere medicati.

​Il contesto dello scontro

Per comprendere il clima in cui è maturato l’episodio bisogna tornare alla giornata di ieri, 4 dicembre, quando una parte della Fiom e alcuni esponenti politici hanno indetto uno sciopero territoriale. A questo sciopero la Uilm non ha aderito. «Noi partecipiamo agli scioperi proclamati dalle organizzazioni sindacali legittimate, non da partiti politici o da singoli esponenti», spiega al Corriere il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, riferendosi alla proclamazione attribuita a un ex dirigente Fiom, Franco Grondona. «La Fiom si è adeguata, e con loro poche altre bandiere. A loro serviva una scena». Il malumore, confermano dalla Uilm, era evidente già al mattino: «L’atmosfera era pesante, ma non immaginavamo si potesse degenerare così», commenta il segretario.

​Le accuse della Uilm: “Fatto gravissimo. Condanna immediata”

Ma Palombella non usa mezzi termini: «Condanniamo con forza queste azioni, che si possono definire solo in un modo: atti terroristici. Nulla a che vedere con ciò che un sindacato, che difende persone, dovrebbe fare». Poi aggiunge: «Quello che è accaduto a Genova è inspiegabile e non deve mai più ripetersi. Mi aspetto una ferma presa di distanza da parte della Fiom e delle istituzioni». 

Il commento di Fiom e Cgil

La presa di distanza però non arriva nei nei termini in cui vorrebbe Palombella. In un commento piccato, uscito intorno a mezzogiorno, Fiom e Cgil vanno al contrattacco: «Quanto accaduto stamattina davanti ai cancelli dell’ex Ilva di Genova, il forte clima di tensione al presidio sindacale, non può essere in alcun modo strumentalizzato né tanto meno irresponsabilmente associato al terrorismo», dichiarano in una nota congiunta Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil. I sindacalisti rivendicano di essersi «sempre battuti contro il terrorismo e per affermare la democrazia, anche a costo della perdita della vita come accaduto proprio all’ex Ilva di Genova al nostro delegato Guido Rossa». Poi, la promessa: «Restiamo impegnati a ripristinare un clima di confronto costruttivo e di rispetto delle differenze per dare una positiva soluzione alla vertenza ex Ilva», concludono Landini e De Palma, per questo continuiamo a chiedere al governo la convocazione a Palazzo Chigi per dare continuità produttiva a tutti i siti con gli investimenti necessari a rendere credibile il processo di decarbonizzazione e la salvaguardia dell’occupazione».

Anche Palombella, dal canto suo, ha rivendicato il percorso seguito dalla Uilm per la vertenza ex Ilva: «Siamo stati i primi a chiedere unità, a cercare mobilitazioni comuni. Ma la violenza non ci appartiene. Prendiamo le distanze da chi lincia, da chi intimidisce. E non ci faremo mai intimidire». Dietro lo scontro tra sigle sindacali, continua Palombella, resta un tema industriale ancora più pesante: «Noi lottiamo contro un piano che considero un piano di morte: lo spegnimento degli impianti di Taranto, e a cascata quelli di Genova, Novi, Marghera. È per difendere il lavoro che siamo in campo, non certo per fare guerriglia. E ieri si è visto bene chi fa cosa».

La conferenza stampa e l’attesa della replica Fiom

Intanto, la Uilm Liguria ha convocato per oggi alle 15:30 una conferenza stampa nella sede di piazza Colombo. Parteciperanno i dirigenti aggrediti, il segretario regionale Uil Riccardo Serri e il coordinatore Uilm Antonio Apa. «È un episodio inaccettabile — ha dichiarato Serri — in un momento drammatico per la siderurgia. Alcuni bulli pensano di spostare l’attenzione dai problemi veri a regolamenti di conti che nulla hanno a che fare con la difesa dei lavoratori».

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5 dicembre 2025 ( modifica il 5 dicembre 2025 | 12:42)