I diplomatici europei hanno subito riconosciuto le impronte digitali di J.D. Vance nel documento sulla «National Security Strategy», diffuso oggi, venerdì 5 dicembre dalla Casa Bianca. Il vice presidente Usa aveva già traumatizzato le controparti europee il 14 febbraio scorso con il discorso alla «Conferenza sulla sicurezza di Monaco».

Ora a Bruxelles e nelle altre capitali, gli analisti ritrovano nel testo cardine della politica estera americana gli stessi concetti di Monaco«L’Unione europea e altri organismi transnazionali stanno mettendo a rischio la libertà politica e la sovranità degli Stati».Inoltre «le politiche migratorie stanno trasformando il continente, soffocando e censurando la libertà di parola e sopprimendo l’opposizione politica». Conclusione: «Se continua questo trend, tra 20 anni l’Europa sarà irriconoscibile». Un diplomatico commenta con una battuta «off the record»: per gli Stati Uniti non c’è da aspettare vent’anni, sono già «irriconoscibili» oggi.
L’altro punto riguarda la Nato: «Mettere fine alla percezione che sia un’alleanza in perpetua espansione». E qui risuona potente l’eco delle minacce di Vladimir Putin. Non basta. Secondo le indiscrezioni raccolte dalla Reuters, gli Stati Uniti si preparano a lasciare agli europei il controllo della maggior parte delle capacità di difesa convenzionali dell’Alleanza, dall’intelligence ai missili, entro il 2027. La volontà statunitense sarebbe stata trasmessa durante una riunione questa settimana a Washington tra i funzionari del Pentagono e diverse delegazioni europee.
Oggi i Paesi del Vecchio continente hanno dovuto prendere atto che l’approccio di Vance è quello dominante alla Casa Bianca. Il governo americano lavorerà con i partiti sovranisti per disarticolare l’Unione europea e per limitare al massimo il raggio di azione della Nato. Con Vance si sta muovendo una corrente politico culturale, alimentata da diversi centri studi e associazioni di orientamento conservatore, a cominciare da Heritage Foundation, come hanno scritto Milena Gabanelli e Claudio Gatti nel «Dataroom» pubblicato dal Corriere, lunedì primo dicembre. Il «manifesto di Vance» probabilmente costringerà anche la Commissione europea a rivedere l’analisi del potere negli Stati Uniti. Certo, l’ultima parola resta ancora a Donald Trump e alla sua volubilità. Ma la «National Security Strategy» ci consegna il quadro ideologico entro cui si muoveranno nei prossimi mesi il presidente e la ristretta cerchia dei suoi consiglieri. E ci fornisce anche la prospettiva per i prossimi anni, se il partito repubblicano sceglierà Vance o qualcuno con le sue idee come candidato alla Casa Bianca.
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5 dicembre 2025, 14:07 – modifica il 5 dicembre 2025 | 16:37