ROMA – Più libri più liberi spegne le luci per protesta contro la presenza in fiera di una casa editrice di ispirazione nazifascista, Passaggio al bosco. Oggi alla Nuvola dalle 15 alle 15.30 gli stand di un centinaio di editori saranno chiusi per rendere plastica la rappresentazione di quello che succederebbe «se i regimi fossero al potere». Aderiscono Laterza, e/o, Iperborea, Minimum Fax, Fandango, Quodlibet, Bao, Voland, Sur. Aderiscono le biblioteche del Comune di Roma e tante altre case editrici come L’Orma, Coconino press, Orecchio acerbo, Mimesis, Babalibri, Add, Tlon, Momo.
Durante il flash mob sarà distribuito un volantino che spiegherà le ragioni della protesta: «Questo è ciò che è accaduto alla libertà di stampa e di pensiero quando i fascisti e i nazisti hanno messo in pratica la loro libertà di espressione. Vogliamo una Più libri più liberi antifascista». Qualcuno intonerà Bella ciao, una proposta lanciata da Tlon e rilanciata da Bao, casa editrice di Zerocalcare; altri si limiteranno a sospendere le attività di vendita in un momento della fiera, il primo pomeriggio di sabato, che in genere registra il picco di presenze.
Al terzo giorno di fiera, la protesta partita con un appello firmato da un centinaio di intellettuali e artisti diventata una petizione da 24 mila firme – da Zerocalcare, che poi ha rinunciato alla fiera, ad Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Anna Foa, Caparezza, Paolo Rossi – diventa collettiva e visibile. Ieri ha annullato il suo evento su Piero Gobetti, previsto nella nostra Arena Repubblica Robinson, Corrado Augias: «La mia tolleranza si ferma davanti al nazismo». E oggi non ci sarà Massimo Giannini. La mobilitazione è partita dagli editori che avevano scelto di firmare l’appello che invitava l’Aie, l’associazione italiana editori che organizza la manifestazione. Ma si è allargata a macchia d’olio. Chi ha scelto di esserci vuole però prendere posizione.
Giuseppe Laterza, che a Più libri più liberi porta Foa, Barbero, Bruno Manfellotto con un libro sul fascismo, spiega perché ha deciso di aderire. «Penso che il dibattito pubblico debba essere aperto: l’unico limite è il rispetto delle idee altrui. Ma le idee violente che negano agli altri di esprimersi non possono entrare nel dibattito». Laterza, che ha un rapporto di lunga data con il presidente Aie Innocenzo Cipolletta, spiega che da associato porterà il dibattito dentro l’associazione. «Non credo che Aie avesse molta scelta e ha fatto bene a far firmare l’adesione alla Costituzione – dice l’editore pugliese – ma è il momento che il tema entri dentro al dibattito dell’associazione: qual è il confine? Non ci sono risposte facili, ma una linea rossa c’è e dobbiamo tracciarla». Laterza ha affisso sullo stand una frase di Primo Levi: «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».
Mattia Tombolini, editore di Momo, ieri ha raccolto le adesioni per tutto il pomeriggio: «In queste prime giornate era mancata la voce degli editori – dice – che però avevano la voglia di esprimersi, da protagonisti di questa fiera. In pochissime ore, senza alcuna organizzazione, abbiamo raccolto una grande adesione. Vorremmo che l’Aie facesse una riflessione sul prossimo anno e si rendesse conto che democrazia non è una parola vuota».
Sulla protesta è intervenuta la casa editrice Voland che non ha firmato la lettera-appello – «non spetta a noi il compito di censurare o vietare l’ingresso» – ma aderisce al flash mob: «La propaganda neofascista e neonazista va contrastata e combattuta in presenza».
Ieri un gruppo di manifestanti del Pd romano e dei Giovani democratici ha manifestato davanti alla Nuvola, mentre alcuni autori hanno annunciato che trasformeranno le presentazioni del loro libro in momenti di dibattito aperto.
La tensione in fiera è palpabile. Ieri mattina è scoppiato un piccolo caso intorno al libro della docente liceale romana Giovanna Musilli: la sua casa editrice Graphofeell è ospite di uno stand istituzionale della Regione Lazio. Durante le attività di allestimento della fiera, un funzionario ha chiesto all’editore di non esporre Io non voto Giorgia. Il caso ieri è stato sollevato; la Regione ha chiesto all’editore di esporre nuovamente il saggio e ha annunciato un’indagine interna. Dice molto del clima che si respira alla Nuvola.