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“È un processo inevitabile ma è un’occasione per noi, ha un costo economico chiaramente ma produce una libertà politica”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite in studio al Tg La7, commentando il documento sulle linee strategiche americane, “National Security Strategy”.

“Non parlerei di un incrinarsi dei rapporti Usa e Ue: quello che c’è scritto nel documento strategico al di là dei giudizi sulla politica europea dice con toni più assertivi qualcosa che nel dibattito tra Usa e Ue va avanti da tempo. È un processo storico inevitabile, l’Europa deve capire che se vuole essere grande, deve essere capace di difendersi da sola. Io lo dico da molto prima che me lo segnalassero gli Usa. Quando appalti la sicurezza a un altro devi sapere c’è un prezzo da pagare. Quindi avanti non perché lo dicono americani”, ha osservato.

Ucraina, linea governo deve rimanere la stessa

“La linea del governo è chiara: abbiamo sostenuto l’Ucraina per costruire la pace. Non si costruisce con le buone intenzioni ma con la deterrenza, se non avessimo sostenuto l’Ucraina avremmo avuto una nazione invasa e avremmo pagato un prezzo. Oggi ci sono embrioni negoziali grazie al lavoro di sostegno. Quindi la linea del governo deve rimanere la stessa perchè vogliamo costruire la pace”. Secondo Meloni “l’Italia ha potuto avere in questa questione una postura seria e forte grazie a una maggioranza compatta, io ascolto sempre quello che dicono gli alleati, aiuta a ragionare e prendere decisioni consapevoli”. Ma no al dibattito su filorussi e filoucraini. “I fili ce li hanno i burattini, siamo tutti filoitaliani. Come si difende meglio l’interesse degli italiani? Ci riguarda quello che accade in Ucraina, pagheremmo un prezzo alto facendo scelte diverse”.

Riconoscimento Palestina quando non ci sarà Hamas

“Rimango fedele alla linea dettata dal Parlamento. Il riconoscimento della Palestina si avrà a due condizioni: con il disarmo di Hamas e quando Hamas non avrà un ruolo nella futura governance”. Queste condizioni, ha aggiunto Meloni, sono nel piano Trump e gli sforzi italiani sono rivolti a implementare questo piano complesso, la tregua è fragile, c’è moltissimo lavoro da fare ma è un’occasione che potrebbe non tornare”. E l’Italia può avere un ruolo centrale perchè è “rispettata da tutti gli attori della regione”. E “non siamo stati timidi” con Israele su quanto avviene in Cisgiordania, ha assicurato la premier. “Siamo stati molto chiari in diverse sedi” ad esempio “all’Onu ho detto che Israele non ha il diritto di impedire la nascita dello Stato di Palestina”.

Premierato, Meloni: io determinata, mai messo in un cassetto

“Leggo bizzarre ricostruzioni per le quali avremmo messo” il premierato “in un cassetto: non l’abbiamo mai messo in un cassetto. È una norma necessaria in Italia”. Così Meloni, in studio al Tg La7. A Enrico Mentana che le ha chiesto se è possibile che il referendum confermativo sul premierato si celebri nel 2026, Meloni ha replicato: “Fosse per me volentieri, ma non dipende da me, dipende dai tempi del Parlamento. Stiamo andando avanti, ci sono tempi tecnici. Leggo bizzarre ricostruzioni per le quali l’avremmo messo in un cassetto, non l’abbiamo mai messo in un cassetto, è una norma necessaria in Italia, che rimette il potere nelle mani dei cittadini e garantisce stabilità ai governi. È una riforma economica. Sono determinata ad approvarla. I tempi del referendum non dipendono da me”.