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Rebecca Luisetto
Diana Canevarolo aveva 49 anni. Gli inquirenti indagano sulla sua vita privata: casa e telefoni passati al setaccio
Tra una settimana avrebbe compiuto 50 anni Diana Canevarolo, la vicentina trovata giovedì all’alba in fin di vita nel cortile del suo condominio di via Zara a Torri di Quartesolo, e di cui oggi (6 dicembre) è stata dichiarata la morte cerebrale. Il grave trauma cranico riportato nella zona occipitale, ossia la parte posteriore della testa, le ha causato lesioni irreparabili. I medici del San Bortolo di Vicenza hanno tentato in tutti i modi di curare la quarantanovenne ma ogni sforzo è stato vano. Da quando la paziente era arrivata nel reparto di terapia intensiva le sue condizioni erano state definite critiche e, nelle ore seguenti, il quadro clinico era peggiorato fino al decesso. La procura di Vicenza ha già disposto l’autopsia per fare chiarezza sui suoi ultimi istanti di vita.
Un nuovo sopralluogo
Vicino a lei in questi giorni il compagno e il figlio diciottenne, gli stessi che l’altra mattina l’hanno trovata esanime, in una pozza di sangue, e hanno chiamato i soccorsi. Nel frattempo le indagini vanno avanti: nelle scorse ore è stato realizzato un nuovo sopralluogo nell’appartamento della vittima posto sotto sequestro, così come il garage e i cellulari della famiglia. Da quanto emerso, gli investigatori stanno passando al setaccio anche la vita privata della donna che negli ultimi tempi avrebbe affrontato alcuni problemi legati a una dipendenza dall’alcol.
Aperte tutte le ipotesi
Intanto il quadro generale lascia ancora aperte tutte le ipotesi. «Non ci sono novità che possano farci ancora propendere per il trauma come conseguenza di azione violenta da parte di qualcuno o di una caduta accidentale» sono le parole del procuratore Lino Giorgio Bruno. Non è escluso che la quarantanovenne, impiegata come addetta alle pulizie per una ditta della zona, possa essere scivolata sul porfido sbattendo la testa a terra. Ma tra le piste che stanno inseguendo i poliziotti c’è anche quella dell’aggressione, qualcuno potrebbe avere colpito la donna con un oggetto contundente che le avrebbe provocato la profonda lacerazione prima di abbandonarla in fin di vita.
Al vaglio la telefonata fatta dal compagno al 118
Se questa ipotesi dovesse trovare conferme andrebbe anche capito il «movente» e si dovrebbe individuare il tipo di «arma» utilizzata. La teoria meno accreditata dagli inquirenti rimane quella di una violenza da parte di un estraneo. L’idea di un ladro sorpreso nella notte che ha colpito la vicentina non sembra convincere gli investigatori che, al momento, stanno analizzando anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza privata installate in una villetta che si trova di fianco al condominio. Al vaglio anche la registrazione della telefonata fatta dal compagno al 118 quando, attorno alle 5, ha rinvenuto la donna a terra, priva di conoscenza e in stato di ipotermia. «Conosco bene il figlio – ha raccontato un vicino di casa, coetaneo del ragazzo -. Lei è una donna decisamente tranquilla e molto gentile che però ha un rapporto conflittuale con il fidanzato. Capita spesso che i due litighino».
Nessuna denuncia
Da quanto emerso la vittima non ha mai sporto denuncia contro l’uomo per reati legati a maltrattamenti tra le mura domestiche e al Comune non risulta una famiglia sotto osservazione per episodi violenti. L’indagine è affidata gli agenti della squadra mobile di Vicenza, guidati dal vice questore Lorenzo Ortensi, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Camilla Menegoni. In supporto ai poliziotti ci sono anche i colleghi della scientifica, che in questi giorni hanno raccolto tutti gli elementi per ricostruire quanto accaduto. Chi indaga ha ascoltato le testimonianze del convivente della donna e del figlio, oltre a quelle dei residenti del palazzo e di alcuni abitanti della via. Nessuno di loro avrebbe sentito rumori anomali durante la notte.
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6 dicembre 2025 ( modifica il 6 dicembre 2025 | 21:38)
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