Quando l’Hollywood Reporter ha chiesto a Nicole Kidman con chi le sarebbe piaciuto pranzare, l’attrice non ha avuto dubbi: «Lily Allen, Spike Jonze, Matthieu Blazy, [Sandra] Bullock, Joey King e Papa Leone, tutti allo stesso tavolo». Non è un caso se la prima persona ad essere citata è stata Lily Allen. È piuttosto divertente immaginarsi Nicole Kidman che, fresca di separazione da Keith Urban, ascolta West End Girl nel salotto di casa, mentre manda, metaforicamente, al diavolo la relazione appena conclusa. Oltre all’immedesimazione nei testi dell’ultimo disco di Lily Allen, concentrato sulle difficoltà e la fine del matrimonio (nonché tradimenti, non detti e rabbia) con David Harbour, Nicole Kidman e l’artista londinese avrebbero probabilmente un paio di spunti da condividere su come curare un cuore spezzato e affrontare contemporaneamente un divorzio vip.

Nicole Kidman e Lily Allen, divorzi paralleli

Nicole Kidman e Keith Urban hanno ufficialmente chiesto il divorzio lo scorso settembre, dopo 19 anni insieme. Nello stesso mese, anche Lily Allen lo ha chiesto a David Harbour, annunciando poi pubblicamente la fine del matrimonio attraverso l’uscita di West End Girl, a ottobre. L’album ripercorre, nell’ordine cronologico delle 14 tracce, i momenti salienti dello loro relazione: dal matrimonio a Las Vegas nel 2020 fino al trasferimento a New York insieme alle figlie di lei (Ethel Mary, 12 anni, e Marnie Rose, 9), poi il momento in cui l’attore di Stranger Things le ha chiesto di aprire la coppia e, ancora, il gaslighting, la paura di ricadere nell’abuso di alcool e la rinascita personale dopo il baratro. A proposito di West End Girl, Lily Allen ha raccontato di averlo scritto in una decina di giorni dopo la separazione nel dicembre 2024, «ed è stato un modo per elaborare quanto stava accadendo nella mia vita». Tra i modi in cui sta affrontando la fine del matrimonio c’è, sicuramente, il godersi la rivincita dalla cima delle classifiche musicali, ma anche l’immersione in un processo di guarigione. In un’intervista a The Perfect Magazine, l’artista britannica ha raccontato di aver iniziato la terapia EMDR, spiegando: «Vent’anni di terapia tradizionale, cavoli, non sembrano aver funzionato granché. Per me era giunto il momento di provare qualcosa di nuovo».