capacità di acquisto erosa
Federconsumatori: «Così crescono famiglie più povere»
Prodotti vicini alla scadenza, offerte al discount, rinunce. Sono gli ingredienti che guidano il carrello della spesa dei veronesi, davanti a un rincaro dei prezzi che ha raggiunto picchi senza precedenti: qualsiasi tipo di carne è aumentata, anche quelle più economiche di pollo e suina, e uova e caffè segnano rincari con indici a due cifre. In parallelo, le retribuzioni perdono valore e il fatto che Verona sia proiettata ormai tra le mete turistiche per tutte le stagioni porta a un costante aumento dei prezzi. La città supera persino le medie nazionali. Già, perché il problema è italiano.
Il monito
Le associazioni a tutela dei consumatori di tutto lo Stivale lanciano un allarme accompagnato da un «Manifesto per il contrasto al caro spesa» rivolto all’Esecutivo affinché la legge di Bilancio offra tutele strutturali al potere d’acquisto delle famiglie. E rilevano che in Italia, tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2025, i prezzi dei beni alimentari siano cresciuti del 24,9 per cento, superando di quasi 8 punti l’inflazione generale (+17,3). Si aggiunge la «Shrinkflation», la pratica ingannevole di ridurre la quantità di prodotto a prezzo invariato, un’inflazione occulta.
Così il 23,5 per cento degli italiani, in condizione ormai di povertà lavorativa, è costretto a rinunciare a beni essenziali come carne e pesce o a ripiegare sui discount. Verona non solo è in linea con queste tendenze, ma le supera: l’indice dei prezzi al consumo a novembre 2025 è salito, rispetto allo stesso mese del 2024, di 1,6 punti.
5 punti per le carni
Se guardiamo ai prodotti alimentari la media è dell’1,8. Sono aumentati di oltre 5 punti le carni – bovina, suina e pollame – e il pesce (10,6), ma anche formaggi e latticini (7,4) per una media di 5,5 per latte, formaggi e uova (queste ultime a +8,3); e poi frutta 4,1; caffè e cioccolato 17 e 26,8. Ma aumentano anche i costi per i servizi sanitari e le spese per la salute (+2,1), per l’istruzione scolastica delle superiori e per gli affitti di garage. «Entro fine anno l’Italia chiuderà con un’inflazione media dell’1,2, Verona avrà un indice più alto», conferma Maurizio Framba, di Federconsumatori Verona. «Il carrello della spesa vede aumenti sopra la media, soprattutto per i beni di prima necessità e di largo consumo: carne, pesce e latticini. Le uova in un anno hanno conosciuto aumenti senza precedenti». E come sempre, i cittadini si adattano e vanno avanti fino alla prossima tegola.
«Cambiano gli acquisti e fanno scelte particolari sugli alimentari: prodotti vicini alla scadenza o di discount. Si taglia sulla quotidianità della spesa e si va verso una minor qualità, con rischi per i fragili: anziani e bambini». «Con il calo della capacità di acquisto di stipendi e salari, crescono le famiglie in povertà. La spesa sta diventando un’emergenza», continua Framba. E se quattro anni fa il fenomeno fu legato al covid e poi alla guerra in Ucraina e relativo problema energetico, ora non ci sono “scuse”.
Ceto medio
«È mera speculazione. Ma davanti alla perdita del potere di acquisto, sceso di 8,1 punti dal 2021, il ceto medio scompare». Verona vive un caso particolare: i prezzi subiscono influenze a seconda delle stagioni turistiche, ma oggi il turismo non è più stagionale e quindi i prezzi sono sempre in aumento. «Vero che il turismo porta ricchezza, ma bisogna vedere tra chi si distribuisce questa ricchezza». Ora le associazioni dei consumatori chiedono «una Legge di Bilancio coraggiosa» e misure immediate per ridurre i costi di beni di prima necessità, energia e servizi essenziali.
Minacciano anche iniziative come «lo sciopero del carrello». Nel Manifesto chiedono lo stop alla speculazione con più poteri alla Commissione di allerta rapida sui prezzi per colpire pratiche scorrette; norme severe contro la Shrinkflation; Iva rimodulata sui beni di largo consumo (garantirebbe un risparmio di 500 euro l’anno a famiglia); scorporo delle accise dall’Iva sui carburanti; fondi di sostegno specifici per i nuclei vulnerabili ad affrontare le spese energetiche e alimentari; rinnovo dei contratti e adeguamento delle pensioni.