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Carlos Passerini, inviato a Torino
Il Milan in casa del Torino soffre, Tomori regala un rigore che Vlasic segna e raddoppia Zapata. Rabiot tiene a galla i rossoneri, nella ripresa Pulisic entra dalla panchina e con una doppietta riporta i suoi in vetta
L’avevano addirittura lasciato a casa, per evitare che contagiasse i compagni. «Forte influenza», la diagnosi dei medici, che lo davano per perso. Poi, ieri mattina, Christian Pulisic si è alzato fresco come una rosa, come nello spot del paracetamolo. Si è fatto accompagnare a Torino con un pulmino, si è seduto in panchina per un’ora buona osservando i suoi che stavano sotto 2-1, poi si è levato il giaccone, è entrato e, nel giro di dieci minuti, con una formidabile doppietta, ha riportato il Milan in vetta al campionato in condominio col Napoli a quota 31 punti. Quanta fatica, ma missione compiuta: per lo scudetto, il Diavolo c’è.
Capitan America come i supereroi dei fumetti: più forte della febbre, più forte del Toro, che ha il rimpianto di non aver saputo gestire il vantaggio di due gol maturato già dopo un quarto d’ora con un rigore di Vlasic e un destro di Zapata. Ma che da questa prestazione, specialmente dal primo tempo, deve ripartire per mettersi definitivamente alle spalle la doppia batosta con Como e Lecce. Giocando come nel primo tempo i risultati arriveranno, ora che Zapata e Adams hanno finalmente ricomposto la coppia d’attacco: Cremonese e Sassuolo saranno esami chiave.
Il gran sinistro di Rabiot aveva tenuto in piedi un Diavolo estremamente deludente, prima dell’ingresso show dell’attaccante yankee, che sale a quota 7 centri in campionato. Sorride Allegri, squalificato e in tribuna, col suo ghigno inconfondibile. Ha passato la serata al telefono, dettando le direttive. «Nel primo tempo siamo stati polli, ma questa squadra non molla mai» ha detto Landucci, il suo fidato vice, 4 vittorie su 4 da capo allenatore: una garanzia.
La strada per lo scudetto resta lunghissima e complicata, ma il Diavolo ha il passo giusto. Qui aveva perso le ultime tre volte: tabù spezzato. Una notizia negativa però c’è e riguarda Leao, uscito nel primo tempo per un problema all’adduttore, zoppicando, con una smorfia che non promette niente di buono. Oggi gli esami. Milan in ansia. Una cosa è certa: in attesa di una prognosi, ora più che mai serve rinforzare la rosa al mercato di gennaio. Centravanti, esterno destro, difensore: questa la lista della spesa. Altrimenti è dura. Anche numericamente.
Non era stata una settimana semplice, fra l’amara eliminazione agli ottavi di Coppa Italia e l’influenza che fra sabato e domenica aveva steso Pulisic. Il titolare, accanto a Leao, è ancora una volta il misterioso Nkunku, zero gol alla faccia dei 40 milioni di euro sborsati al Chelsea in estate: deluderà anche stavolta. Torino-Milan è anche la partita degli attaccanti: per la prima volta si rivedono insieme dall’inizio Zapata e Adams, la coppia che un anno fa aveva trascinato il Toro in testa alla classifica, prima del gravissimo infortunio al crociato del colombiano. Malgrado il freddo, qui sono in 26.536. La spinta si sente e infatti dopo un quarto d’ora il Diavolo è clamorosamente sotto di due gol: rigore di Vlasic per un fallo di mano senza senso di Tomori e sassata di Zapata. Dopo il 2-1 salvavita di Rabiot, nella ripresa il Milan rialza la testa: Israel è super, ma si deve arrendere a Pulisic che pareggia 35 secondi dopo l’ingresso e poi piazza il sorpasso girando in rete una palla dell’ex Ricci. «Due giorni fa ero morto a letto» ha sorriso dopo i titoli di coda. Il Milan si gode lo spot del suo Capitan America. E continua a sognare.
8 dicembre 2025 ( modifica il 8 dicembre 2025 | 23:28)
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