«Sono giù di morale. Ma il prossimo 16 dicembre la situazione si dovrebbe sbloccare». Lo racconta Nathan Trevallion agli amici, che dicono come sia «rassicurato» dagli avvocati nonostante il perdurare della situazione di separazione dai figli.

È una storia che ha commosso e diviso l’Italia, quella della “famiglia del bosco”, tre bambini cresciuti in un casolare isolato a Palmoli, seguendo un modello di vita ispirato alla decrescita felice, scelto dai genitori, Nathan Trevallion 51 anni e Catherine Birmingham 45. Una scelta radicale, basata sull’autosufficienza, sull’istruzione familiare e su un rapporto quasi simbiotico con la natura. Tutto è cambiato nell’autunno 2024, quando la famiglia è stata ricoverata per un’intossicazione da funghi. Un episodio che ha fatto scattare i controlli delle autorità e che ha portato alla scoperta di condizioni ritenute inadeguate dai servizi sociali. Da lì la decisione del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila di allontanare i tre bambini, inserirli in una comunità protetta di Vasto e collocare temporaneamente anche la madre con loro. Una misura che ha acceso un dibattito nazionale, tra chi ha denunciato un’ingerenza eccessiva dello Stato e chi invece ha ritenuto doveroso intervenire per garantire diritti, salute e istruzione ai minori.

GLI SCENARI

Oggi il futuro della famiglia è ancora sospeso, mentre il tribunale valuta diversi scenari. Il primo, auspicato dai genitori, è il ritorno dei bambini a casa, favorito dalla disponibilità di una nuova abitazione, messa gratuitamente a disposizione da Armando Carusi per tre mesi. Tutto subordinato ai lavori nella casa dove vivevano tutti insieme. Il secondo è un rientro graduale con visite protette, o il mantenimento temporaneo dei bambini in comunità e la madre accanto a loro. Ma anche l’affido temporaneo a parenti, nel caso in cui i giudici ritenessero necessario offrire un contesto più familiare rispetto alla casa famiglia, ma non ancora pronto per il rientro definitivo.

Nel frattempo, Nathan ha iniziato a dormire nella casetta di nonna Gemma, di proprietà di Carusi. Catherine è nella casa famiglia con i tre figli, cittadini australiani. Li aveva registrati lei, e da poco ha chiesto il rinnovo del suo passaporto e di quello della figlia più grande, in quanto scaduti. La donna continua a indossare il suo abito bianco quasi kaftano, che la contraddistingue, coerente con il suo stile di vita alternativo e spirituale. L’ex avvocato Giovanni Angelucci aveva chiesto che anche la madre potesse dormire con i tre bambini, invece di vederli soltanto in alcune occasioni della giornata.

La vicenda resta nelle mani del Tribunale per i Minorenni, che si è riservato, e della Corte d’Appello dell’Aquila, con l’udienza fissata per il 16 dicembre. Non si esclude che i genitori possano in seguito avanzare un risarcimento danni, soprattutto psichico, seppur transitorio, dovuto all’allontanamento dalla famiglia. Martedì è attesa la visita di un delegato dell’ambasciata australiana nella struttura protetta, che sta monitorando la situazione, offrendo supporto alla famiglia, anche legale.

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