Pochi esoneri e rapporti idilliaci: così il presidente del Torino racconta i suoi allenatori passati

La memoria spesso inganna, ma in questo caso… Tante le tematiche trattate nel corso della conferenza stampa di presentazione del tecnico Marco Baroni, a cui però ha preso parte anche il presidente Urbano Cairo. Dopo una prima parte di domande rivolte – dai giornalisti presenti alla sala stampa dell’Olimpico Grande Torino – al tecnico, una seconda parte di conferenza è stata dedicata alle risposte del presidente. Così tanti argomenti, tra cessione, stadio, calciomercato, presente, futuro…ma anche passato. “Purtroppo avete cambiato tanti allenatori anche forse non per limiti degli allenatori stessi…” lo spunto da parte di Marco Bonetto di Tuttosport, a cui Cairo ha risposto volendo giustificare il proprio operato con dati e svelando anche un retroscena particolare riguardo a Juric. Vediamo questo retroscena e se effettivamente i dati sono confermati.

Cairo afferma: “Due soli esoneri in 14 anni”—  

E in effetti i dati confermano. Se non si considerano le prime sei stagioni della presidenza al Torino di Urbano Cairo, nella quale sono passati 10 allenatori (per altro spesso alternandosi e quindi con vari cicli), nelle successive 14 (quindi le più recenti) ce ne sono stati 9. Non sono pochi, è vero, ma nella maggior parte dei casi non si è trattato di esoneri. Dal 2011 al 2016 sulla panchina del Torino c’è stato Gian Piero Ventura, che con l’ottima coppia formata da lui e Petrachi ha riportato il Torino stabilmente in Serie A e poi anche in Europa League. Un ciclo con buon risultati che si è interrotto con la chiamata per il tecnico della Nazionale italiana. Poi è stata la volta di Mihajlovic, rimasto un anno e mezzo. Scarsi risultati nella seconda stagione: primo esonero. Al suo posto Mazzarri. La sua esperienza in granata è durata due anni ma come spiegato da Urbano Cairo in conferenza si è interrotta non con un esonero ma con un’esplicita richiesta di andare via da parte del tecnico: “Non l’ho esonerato io ma è stato lui a chiedermi di andare via dopo una bruttissima partita a Lecce perché ho capito che non ce la faceva più”, ha spiegato il patron granata. Allora Moreno Longo come traghettatore (“Perché un allenatore dovevamo averlo”, ha aggiunto Cairo) ad anticipare l’arrivo di Giampaolo. Vero disastro e secondo esonero. Traghettatore questa volta Nicola che ha dato il “La” per l’inizio del ciclo di Ivan Juric. Tre stagioni in crescendo per il Torino dell’allenatore croato, che non ha rinnovato il contratto nell’estate del 2024 e ha lasciato il posto a Vanoli. In questo caso l’esperienza dell’allenatore di Varese è durata solo una stagione – ecco che ora c’è il nono: Marco Baroni – eppure l’impressione è che ci fosse l’intenzione di iniziare un nuovo ciclo con l’ex Venezia. Insomma, 9 allenatori in 14 stagioni (e uno in realtà deve ancora esordire) non sono pochi, è vero, ma 2 esoneri sì che lo sono: quindi dal lato del Torino l’intenzione di iniziare dei cicli c’è stata – e quelli con Ventura e Juric insegnano che è una cosa positiva nel lungo periodo -. Quantomeno la stabilità va riconosciuta negli ultimi vent’anni, dove a cambiare sono stati gli allenatori e non i presidenti, come nei precedenti venti (“Prima che io arrivassi, ci sono stati sette presidenti prima di me in venti anni a partire dal 1984: Rossi, Gerbi-De Finis, Borsano, Goveani, Calleri, i genovesi, Cimminelli”, ha approfondito Cairo).

Cairo svela il retroscena su Juric—  

Proprio riguardo all’ultimo ciclo, quello con Juric, Urbano Cairo ha raccontato un retroscena che va un po’ in contrasto con quelli che sono i ricordi dei tifosi riguardo al rapporto allenatore-presidente. Tanti avranno in mente la lite avvenuta in ritiro tra Juric e Vagnati, dalla quale non è uscita senza graffi l’immagine di Cairo, ma in generale il carattere estremamente sanguigno dell’attuale tecnico dell’Atalanta ha sempre reso abbastanza instabile il ritratto che ne si poteva ricavare dai rapporti tra l’allenatore e il presidente. Eppure, nella conferenza di presentazione di Baroni, Cairo ha raccontato un retroscena che ne fa derivare tutt’altra immagine: “Juric ancora oggi mi scrive e dice ‘Ho fatto tre anni in cui – certo, all’inizio mi sono lamentato, – però poi lei per me è stato un presidente perfetto'”. Insomma, molto diverso dai rapporti non esattamente idilliaci – per usare un eufemismo – di cui si poteva raccontare quando era ancora in corso il mandato dell’allenatore croato…