di
Viviana Mazza

Il presidente Usa attacca nuovamente i leader europei: «Parlano ma non producono». E preme sul leader di Kiev: «Collabori, sta perdendo»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK – I leader europei sono «deboli», ha detto ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un’intervista con il sito Politico. E si preoccupano troppo di essere «politicamente corretti», ma hanno fallito nel controllare l’immigrazione («Un disastro») come pure nel porre fine alla guerra in Ucraina: «Parlano troppo. Parlano ma non producono. E la guerra continua». Alla domanda se sia corretta l’affermazione fatta da suo figlio Don jr nei giorni scorsi (che gli Usa potrebbero abbandonare l’Ucraina) Trump ha replicato che «non è esattamente corretto, ma non è esattamente sbagliato». Il presidente americano ha aggiunto che la Russia «ha la meglio» in questo momento nella guerra e ha invitato Volodymyr Zelensky a «collaborare» e «iniziare ad accettare le cose… perché sta perdendo».

L’intervista arriva la settimana dopo la pubblicazione di una Strategia Usa per la sicurezza nazionale particolarmente critica dell’Europa e ne rispecchia i contenuti. «Non vedo la necessità che gli americani vogliano ora salvare la democrazia in Europa. Se davvero dovesse essere salvata, riusciremmo a farcela da soli», ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha definito alcuni aspetti della Strategia Usa «comprensibili», altri «accettabili» e altri ancora «inaccettabili da una prospettiva europea». «Quando altri hanno dubbi se continuare a sostenere l’Ucraina o rinunciare all’Ucraina, noi continuiamo a sostenere l’Ucraina in modo incrollabile. Non faremo in Ucraina quello che altri hanno fatto in Afghanistan», ha commentato il presidente del Consiglio europeo António Costa.



















































Trump ha espresso frustrazione nei confronti di Zelensky nell’intervista con Politico, affermando che il presidente ucraino non ha ancora letto l’ultima revisione del piano presentatagli dagli americani e dovrebbe farlo «perché la gente sta morendo». Poi lo ha paragonato al «re dei circensi» americani: «Lo chiamo P.T. Barnum. Sa chi era P.T. Barnum, vero?», ha detto sarcastico.
 
Secondo il Financial Times,gli inviati di Trump — Steve Witkoff e Jared Kushner — hanno dato a Zelensky «giorni» di tempo per rispondere alla proposta che prevede concessioni territoriali in cambio di garanzie di sicurezza Usa non specificate. Pare che Trump speri in un accordo entro Natale. Zelensky ha detto ai leader europei che sabato, in una telefonata di due ore, Witkoff e Kushner sembravano volere subito un chiaro «sì»: «Sembrava che gli Usa stessero cercando di venderci in modi diversi il desiderio russo di prendere l’intero Donbass e che volessero che Zelensky lo accettasse nella telefonata» ha detto una fonte ucraina al sito Axios.
Trump ha suggerito a Politico che Zelensky sarebbe il principale ostacolo alla pace, poiché i negoziatori ucraini «adorano» la proposta (ma non ci sono indicazioni che sia così). Ha aggiunto che sarebbe l’ora di avere elezioni in Ucraina: «Usano la guerra per non fare le elezioni, ma gli ucraini dovrebbero scegliere. Forse Zelensky vincerebbe, non so chi vincerebbe, ma non fanno elezioni da tempo, parlano di democrazia ma arrivi al punto che non lo è più».

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Pur definendo l’Europa in declino, Trump ha detto di essere amico di diversi leader. Ne ha nominati esplicitamente due: l’ungherese Orbán (per le politiche sull’immigrazione) e il turco Erdogan. Ha spiegato che intende continuare a dare endorsement ai suoi alleati ideologici ma ha evitato di dire se sia pronto a dargli assistenza finanziaria: «Non gliel’ho promessa ma di certo me l’ha chiesta» ha detto di Orbán.

Alla domanda se leader deboli possano restare alleati, ha replicato: «Dipende», spiegando che l’Europa potrebbe «cambiare ideologia» per effetto dell’immigrazione e che la renderà «più debole» e «diversa». Ha detto che la Nato lo chiama «daddy» (paparino). Ma ha chiarito: «Io voglio governare gli Stati Uniti, non l’Europa… Non ho alcuna visione per l’Europa, tutto quello che voglio è un’Europa forte».

Nella stessa intervista nonostante recenti sondaggi critici sull’economia, Trump si è dato un «A+++++» come voto per la sua gestione dell’economia e ha difeso i suoi viaggi all’estero spiegando che hanno portato investimenti in patria.

10 dicembre 2025 ( modifica il 10 dicembre 2025 | 08:03)