La stagione 2025 è appena entrata in archivio con il successo di Lando Norris con la McLaren che chiude il ciclo regolamentare delle monoposto a effetto suolo aperto nel 2022 e già si entra nella nuova dimensione, quella delle F1 agili, più corte, strette e leggere.  

Rendering dell'auto F1 2026 FIA

Rendering dell’auto F1 2026 FIA

Foto di: FIA

L’obiettivo è di proporre vetture rivoluzionarie che esprimono un taglio netto con quello che abbiamo visto fino a oggi: le regole 2026 nell’enunciazione dei principi sono state ispirate non dai responsabili delle squadre, ma dai vertici delle case più volte riuniti per delineare la F1 del domani. Scelte fatte sugli ideali che poi hanno reso molto complicata la vita ai tecnici che i vari nodi hanno dovuto scioglierli non senza fatica e strani artifizi. 

Le nuove F1 avranno la missione di sfruttare meglio l’energia a disposizione, cercando di percorrere la via della sostenibilità non senza contraddizioni. Il legislatore ha “disegnato” una vettura che ha l’ambizione di riproporre i sorpassi, riportando la macchina che si trova in scia di quella davanti nella condizione di superare, non perdendo troppo carico e non rischiando di surriscaldare le gomme. 

Andrea Kimi Antonelli con la Mercedes W16 mule car dotata dell'ala mobile anteriore

Andrea Kimi Antonelli con la Mercedes W16 mule car dotata dell’ala mobile anteriore

Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images

Se a tutto questo ci aggiungiamo che arriva l’aerodinamica mobile che introduce la Straight Line Mode, la contemporanea apertura dell’ala anteriore e posteriore sui rettilinei con l’intento di ridurre di un buon 20 per cento la resistenza all’avanzamento, si può ben capire come l’aerodinamica torni a essere una grande protagonista, mentre, almeno all’inizio sembrava che quello del 2026 dovrebbe diventare un mondiale dominato dalle power unit con il 50% di potenza derivata dal motore endotermico e il restante 50% dal motopropulsore elettrico. 

La power unit, ovviamente, avrà un ruolo importante nella prestazione, insieme all’e-fuel, la nuova benzina chimica senza elementi fossili, e non possiamo dimenticare il valore del peso, visto che le nuove F1 dovranno dimagrire di quasi 60 kg rispetto alle monoposto di oggi: la massa nominale è stata ridotta di 30 kg, ma quella della PU è stata aumentata di altrettanto, per cui in realtà il delta sul quale i chief designer stanno lavorando è il doppio. 

Valtteri Bottas prova il sedile della Cadillac

Valtteri Bottas prova il sedile della Cadillac

Foto di: Cadillac Communications

Come vediamo ci sono diverse incognite che potrebbero condizionare le performance, ma l’aerodinamica, che si voleva relegare a un ruolo meno rilevante avrà una funzione ancora trainante. Perché? È facile capirlo: basta guardare alcuni fermo immagini di un video che la Cadillac ha pubblicato nei giorni scorsi, per rendersi conto di come anche l’11esima squadra che si appresta a fare il suo debutto nel Circus, abbia imboccato lo sviluppo di concetti aerodinamici che la FIA sperava di riuscire a contenere. 

Dal 2022 abbiamo visto una ricerca sempre più esasperata per portare i flussi laminati dall’ala anteriore verso l’esterno della ruota anteriore attraverso disegni sempre più complessi delle paratie laterali con soffiaggi e generatori di vortice che avevano l’intenzione di ripulire la scia della ruota davanti, cercando di spingere le perdite lontano dal corpo vettura, generando aria sporca e turbolenta per le vetture che seguivano. 

McLaren MCL39: la paratia laterale con i soffiaggi per creare l'effetto out wash

McLaren MCL39: la paratia laterale con i soffiaggi per creare l’effetto out wash

Foto di: AG Galli

Questo fenomeno lo si voleva evitare nel 2026 e i vincoli messi nella definizione dell’ala anteriore lasciavano pensare che l’effetto out wash non avrebbe più trovato spazio sulle nuove vetture. Non sarà così, perché la Cadillac in galleria del vento ha portato diverse soluzioni che mostrano come nel vistoso marciapiede esterno alla paratia laterale siano già comparsi dei deviatori di flusso che, almeno parzialmente, avranno il compito di indirizzare l’aria oltre la ruota anteriore. 

Se questo è il risultato già raggiunto dal team che non è ancora entrato nel Circus e lecito pensare cosa sapranno inventare Adrian Newey e le altre menti dei reparti aerodinamici. L’out wash, quindi, non muore ma troverà delle applicazioni che saranno il frutto delle esperienze maturate negli anni. Perché in F1 non si butta via niente. Mai… 

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