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Monica Scozzafava, inviata a Lisbona

Con un gol per tempo di Rios e Barreiro il Benfica supera il Napoli nettamente e lo lascia in grave difficoltà in classifica. Diventano decisive, in gennaio, le sfide a Copenaghen e con il Chelsea

Resta Mou lo special. Conte ne prende atto, con amarezza («partita dura, difficile su un campo caldo. Giocano sempre gli stessi ogni tre giorni, qualcosa paghi, spero di recuperare Lobotka e Gutierrez»).  La sua squadra è venuta meno sul più bello e la sconfitta col Benfica potrebbe avere un peso specifico in chiave qualificazione. L’energia del campionato non contagia la Champions, eppure il tecnico partenopeo schiera la stessa formazione che ha battuto facilmente la Juventus al Maradona.

La stanchezza almeno in avvio c’entra poco — il Napoli corre per novanta minuti — piuttosto è l’approccio alla partita che è sbagliato. I portoghesi sono aggressivi, sino a mandare gli avversari in confusione, tattica e anche tecnica. Perché saltano le posizioni, ma sono anche tanti gli errori e le imprecisioni dei partenopei: appoggi sbagliati e improvvidi passaggi orizzontali puntualmente intercettati. La spunta la legge (antica) del Da Luz: uno stadio che sa essere un «inferno» quando vuole.



















































Rios e Barreiro, un gol per tempo bastano a stendere il Napoli e costringerlo a lottare per i playoff. Terza partita in trasferta, zero punti. La classifica (23° posto) resta complicata ma ancora aperta. Mourinho la mette sui duelli, Conte si arrabbia in panchina perché la sua squadra, per i primi 45’, li perde sistematicamente. Uomo su uomo, il Napoli subisce il forcing e non riesce a far circolare il pallone, sono i portoghesi ad avere il pallino del gioco. Son sempre loro a far correre, spesso a vuoto, gli ospiti. E sono ancora loro a cambiare la scena della gara con cambi di gioco efficaci. 

Milinkovic deve inventarsi una parata d’istinto su Ivanovic, il croato è in fuorigioco ma l’intervento del portiere serbo resta significativo. Succede che dopo il tiro di Aursnes che da solo manda altissimo, nell’area del Napoli si percepisce che il pericolo è davvero dietro l’angolo. Fino a concretizzarsi: il vantaggio al 20’ è di Rios (l’acquisto più costoso del Benfica, 27 milioni): gli arriva una palla che McTominay svirgola in area, e a tu per tu con Milinkovic, il colombiano, la infila alle sue spalle. In mediana saltano gli equilibri: si balla troppo, Elmas perde le geometrie e McTominay cicca con troppa leggerezza.

Ma una reazione c’è, nasce dall’imprevedibilità del solito Neres, l’unico che riesce a superare Dahl e arrivare al cross. L’occasione più nitida parte dal brasiliano che smista per la testa di Di Lorenzo in area, la palla va fuori.

Conte nell’intervallo fiuta il grande pericolo di tornare a casa con zero punti, cambia subito Olivera e Beukema per Spinazzola e Politano, uomini di spinta. La mossa sta per prendere forma, ma è più veloce il solito Rios che mette al centro una palla che Barreiro intercetta di tacco e manda in porta. Si scalda il Da Luz, Mou si accomoda soddisfatto mentre Conte cammina nervosamente nella sua area tecnica. Fuori anche Buongiorno per Juan Jesus, un cambio forse fatto in prospettiva Udine di domenica prossima. 

Il Benfica gestisce e controlla agevolmente il doppio vantaggio, il Napoli non si lascia andare ma neanche impensierisce gli avversari, unico brivido su un cross di Politanoche McTominay manca di un soffio. Ma è il nuovo entrato Pavlidis ad avere la palla del terzo gol: errore in mediana di Elmas lo lancia da solo verso Milinkovic che salva in angolo. Conte dà spazio a Vergara mentre Mou regala il palcoscenico a Neto, 17 anni. 

10 dicembre 2025 ( modifica il 10 dicembre 2025 | 23:28)