Bologna, 10 dicembre 2025 – Sogna una Bologna come Boston, Alberto Forchielli. Lui che dalle Due Torri si è trasferito a due passi dal Mit per un master e da lì ha iniziato a girare il mondo – dall’Asia all’America, fino al ritorno in Europa e a casa – prende spunto dalla “città più ricca d’America”, che grazie a “università e ospedali è diventata un’eccellenza”, e ripete come “per eccellere serva accettare il cambiamento”.

Alberto Forchielli, imprenditore bolognese con una carriera in giro per il mondo (Foto Massimo Gennari / Fotoschicchi)

Alberto Forchielli, imprenditore bolognese con una carriera in giro per il mondo (Foto Massimo Gennari / Fotoschicchi)

L’imprenditore vuole essere il cambiamento. Nella prima uscita dopo aver annunciato di volersi candidare a sindaco nel 2027 si presenta come l’anti-Matteo Lepore. Su tutto. Dalla sicurezza alla casa, che il movimento a cui appartiene ‘Ora!’ (evoluzione di ‘Drin Drin’) ha trasformato in cavallo di battaglia. Dai grattacieli, che “non sono una parolaccia”, allo stadio, per cui “serve una soluzione ottimale”. E ancora Passante e autostrada, stazione, aeroporto. Perché “Bologna è diventata stretta e rattrappita” e serve una sveglia, citando ‘Drin Drin’.

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Non ha peli sulla lingua perché non ha “mai avuto tessere di partito” e “non parla politichese”, ma immagina già la sua giunta e di “convincere i partiti”, a partire da quelli del centrodestra, a tirargli la volata. Nell’incontro di oggi pomeriggio, intanto, il centrodestra c’era. Dalla Lega a Forza Italia, con Manes Bernardini (che nel 2011 si candidò e perse contro Virginio Merola), fino a Fabio Battistini, che da civico sostenuto dal centrodestra è stato sconfitto da Lepore nel 2021. Ma c’era anche Mauro Felicori, ex assessore regionale alla Cultura e volto noto del centrosinistra bolognese.

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C’erano almeno 250 persone ad ascoltare Forchielli, che promette di metterci “il cuore”. Si definisce “un estremista di centro” e dice che “per vincere bisogna essere tanti e uniti”, che a Bologna sente “un forte desiderio di cambiare”, che “questa è la volta buona”. Immagina “un grande campus” all’americana che “stappi il centro dagli studenti” e alzi l’offerta di appartamenti, anche “rigenerando caserme e spazi inutilizzati”. Ma anche (e soprattutto) “uno stadio nuovo, moderno, con parcheggi e sale vip”, all’altezza di una squadra da Champions League “conosciuta e seguita in tutto il mondo, pure a Singapore”.

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Sulla sicurezza sottolinea che cercherebbe di andare d’accordo con il ministro degli Interni (Matteo Piantedosi, ndr), aspetto su cui fatica Lepore, soprattutto dopo le polemiche post guerriglia urbana per la partita tra Virtus e Maccabi Tel Aviv: “Questa giunta di sinistra non è incisiva, minimizza criminalità e baby gang, problemi molto sentiti”.

Ai Magazzini Romagnoli di via Zago, circa 250 presenti, tra volti noti della politica e del mondo bolognese: tanti gli applausi per Forchielli (Foto Massimo Gennari / Fotoschicchi)

Ai Magazzini Romagnoli di via Zago, circa 250 presenti, tra volti noti della politica e del mondo bolognese: tanti gli applausi per Forchielli (Foto Massimo Gennari / Fotoschicchi)

Ce l’ha con Oscar Farinetti, perché “Fico era una boiata già annunciata”. Ce l’ha con il tram perché “800 milioni di euro potevano essere spesi meglio”, magari per “un vero distretto attorno al Tecnopolo, un’eccellenza che non è in grado di attrarre talenti e mettere in rete le aziende” attorno a sé. Ce l’ha con chi non costruisce perché “ci sono troppi vincoli e sono spariti anche gli imprenditori edili” sotto le Torri. Ce l’ha con “la mentalità provinciale che ha portato Bologna a essere una succursale di Milano” e con una giunta che “avanza per slogan, come quelli per Gaza o per la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese”, relatrice Onu. “Io, invece, voglio iniziare a occuparmi di Bologna”. E in sala parte un applauso scrosciante.