Umberto Tozzi non aveva immaginato che le sue canzoni, nate su un pianoforte preso in affitto nella casa dei genitori a Torino, potessero un giorno salire su un palcoscenico come personaggi di una storia. «Ho sempre desiderato trovare un pazzo che usasse le mie musiche per un musical», dice sorridendo. Quel “pazzo”, oggi, è Andrea Maia, che con Toni Fornari firma “Gloria – Il Musical“, un progetto inedito che debutterà il 23 ottobre 2026 al Teatro degli Arcimboldi di Milano (a Roma arriverà il 14 dicembre all’Auditorium Parco della Musica) e costruito interamente sul suo repertorio. «Un regalo» per lui, mentre si prepara, tra marzo e aprile, alla tournée europea di addio alle scene, “L’ultima notte rosa – The final show”.
Umberto Tozzi – Locandina “Gloria – Il Musical”
Tozzi, il sogno del musical si avvera. Che effetto le fa?
«È emozionante. Per cinquant’anni ho scritto canzoni finite ovunque, da “Flashdance” di Adrian Lyne e “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese, alle serie “Glee” e “La Casa di Carta”. È un premio alla carriera inaspettato, pari al Golden Globe che mi hanno dato (nel 1982, per 27 milioni di copie vendute in pochi anni, ndr). Si è creato una bella sintonia con Andrea Maia, produttore del musical che ha avuto il coraggio di propormelo».
Andrea Maia, regista e produttore di “Gloria – Il musical”
Lei sarà il direttore musicale del musical.
«Sì, ed è una sensazione che mi carica. “Gloria” è stata numero uno in America, perché non sognare che anche il musical possa arrivare a Broadway? Patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy: artisti italiani, scrittura italiana. È un prodotto nostro pensato per essere esportato. Spero il più possibile».
La ricerca di “Gloria”, l’attrice protagonista, è appena cominciata. Chi deve essere? Che donna immagina?
«Determinata, capace, con carattere. Deve farmi lo stesso effetto che mi fece Laura Branigan quando la sentii cantare “Gloria” la prima volta. Un talento nuovo: se fosse famosa, non sarebbe più Gloria. Non la scrissi per una donna reale. Era un’immagine, ora si va impersonificando. La stiamo cercando: qui deve sapere cantare, ballare e recitare. Sono curioso anche io. È un po’ come se fosse un mio alter ego».
Cosa racconterà la storia?
«Di una donna con la passione per il canto, con le difficoltà iniziali nel farsi accettare dalla famiglia, come accadde a me.
Lavora come cameriera in un piccolo locale. Poi l’amore, la delusione, la rivalità, il successo».
Come nella sua generazione: con Ivan Graziani, Bennato, Nannini.
«C’era competizione, non rivalità. Ci si voleva bene. Era uno stimolo. L’uno contro l’altro, per fare meglio».
Ricorda il momento in cui la scrisse?
«Ero seduto al pianoforte, preso in affitto nella casa dei miei. Cercavo un’idea che mi facesse cambiare vita. “Gloria” fu la mia via d’uscita. Provo ancora oggi lo stesso stupore che, immagino, provarono i Beatles quando capirono di avere scritto una canzone destinata a restare».
Umberto Tozzi (foto di Cosimo Buccolieri)
Quante sue canzoni entreranno nella trama?
«Ventuno. Non ci sarà “Gente di Mare”. Per il resto, è un percorso dentro la mia musica, ma non un concerto. L’ambientazione è contemporanea, non collocata geograficamente. Scenografia multimediale e piena di effetti, con performer, parti cantate e recitate. Il pubblico sarà parte integrante dello spettacolo».
Ventuno sue canzoni: un repertorio musicale prestato alla drammaturgia. Ma cosa ha scoperto di nuovo delle sue canzoni entrando nel musical?
«Non l’ho ancora realizzato. Credo che sarò sorpreso anche io. Penso che alla prima del musical mi verrà da piangere, perché capirò che quello che ho fatto musicalmente è esattamente ciò che ho sempre desiderato realizzare: il musical. Le mie canzoni hanno sempre avuto qualcosa di sinfonico. Questo per me è rock».
Caterina Caselli, la sua discografica, è contenta?
«È entusiasta. Molto più di quanto mi aspettassi. Mi ha scritto una bella lettera».
Una canzone poco conosciuta che sarà nel musical?
«“Mi manca”. E’ del 1976, è dentro il mio primo album, “Donna amante mia”. Non l’ho mai cantata dal vivo. Ma è una canzone che mi è rimasta addosso».
Debutterete il 23 ottobre 2026 al Teatro Arcimboldi. A Roma arriverà a dicembre. Lei sarà in scena?
«No. Ma magari, dopo i saluti, chissà: potrei a qualche data, salire sul palco per una sorpresa».
Quando pensa a “Gloria”, cosa le viene in mente?
«Penso a un sacco di cose. È una hit. E io avrei voluto scrivere altre cinquanta hit. Non sono di quegli artisti che dicono di no».
Ultimo aggiornamento: venerdì 12 dicembre 2025, 07:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA