La doccia fredda è arrivata nel corso di un incontro nazionale nel quale si sarebbe dovuto discutere del rilancio della cooperativa, invece la riunione si è trasformata nell’annuncio del ridimensionamento del perimetro aziendale. Chiudono alcuni dei supermercati Coop e Superconti, anche intorno a Roma e nel Lazio. Si tratta di quelli gestiti da Unicoop Etruria, nata dalla fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia.

Chiudono Coop e Superconti

Sono circa 520 i lavoratori e le lavoratrici a rischio tra Toscana, Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio. Ventiquattro i punti vendita della rete commerciale per i quali è stata annunciata la dismissione, con possibili cessioni ad altri soggetti ancora da individuare sul mercato.

Nel Lazio sono nove i supermercati nei quali è già scattata la psicosi. Personale che a pochi giorni dal Natale, mentre corsie e casse sono gremite, lavora con il pensiero del possibile licenziamento. Con l’incertezza sul futuro. A rischio i supermercati Coop di Pomezia e Colleferro, ma anche Fonte Nuova e Ruderi di Torrenuova. Nel triste elenco pure i Superconti di Impruneta, Capena e Orte. Una crisi che attraversa in lungo e in largo la regione, l’area metropolitana intorno a Roma.

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D’altronde l’ultimo bilancio disponibile parla chiaro. Il risultato di esercizio della cooperativa è negativo per 7 milioni e 364mila euro, a fronte di un utile d’esercizio di oltre 1 milione di euro nel 2023. Da qui i tagli che investiranno sia le sedi amministrative principali che i punti vendita. 

“Dall’oggi al domani ci ritroveremo senza occupazione per una mala gestione da parte dell’azienda che per rientrare taglia posti di lavoro” commenta rammaricata una delle lavoratrici del punto vendita di Fonte Nuova.

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Anche i sindacati sono sul piede di guerra e bollano il piano di Coop come “irricevibile”. “Non può essere questa la modalità di affrontare un tema così delicato. 

“Cercheremo di individuare soluzioni per la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori nell’auspicio che ci possano essere terzi subentranti nei punti vendita indicati per la dismissione. Il nostro obiettivo è quello di garantire occupazione per tutti” afferma Giulia Falcucci, segretario della Fisascat Cisl Roma. “La maggior parte dei lavoratori coinvolti hanno sui 50 anni, quindi troppo giovani per andare in pensione ma troppo grandi per rientrare nel mondo del lavoro. Anche per questo la situazione è allarmante” sottolinea la sindacalista pronta a coinvolgere anche le istituzioni sul territorio per risolvere la questione Coop e Superconti. 

“Si stanno mettendo alla porta lavoratori e lavoratrici che sono in Coop da 20-30 anni” aggiunge Fabio Fois della Filcams Cgil di Roma e Lazio. “Oltretutto decidere di chiudere punti vendita in città che dove la fidelizzazione è il punto di forza e molte famiglie ed economie ruotano intorno a quei punti vendita ha peso sociale importante che non si può ignorare”.

A livello nazionale Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs respingono le motivazioni dell’azienda, che definisce le scelte operate dolorose ma necessarie. “Pretendiamo rispetto per le lavoratrici e i lavoratori che dopo anni di lavoro e sacrifici nelle cooperative oggi vengono trattati come numeri e usati per far quadrare i conti. Chiediamo tutela occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori e garanzie sul mantenimento delle sedi”, dichiarano le tre categorie sindacali ricordando che senza un vero rilancio commerciale, fatto di investimenti sulla rete e di valorizzazione delle professionalità, le dismissioni e gli esuberi di oggi saranno solo “il primo, grave passo indietro e non ci sarà futuro per la cooperativa”.

Lo sciopero nei supermercati prima di Natale

Da qui lo sciopero proclamato per giovedì 18 dicembre in tutti i punti vendita Coop di Unicoop Etruria e i Superconti. A questa mobilitazione si aggiungeranno poi 8 ore di sciopero aggiuntive a disposizione delle strutture territoriali. 

Il piano industriale

Ad inizio dicembre era stata proprio Unicoop Etruria ad inaugurare, dopo la nascita dalla fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia, la seconda fase del Piano industriale 2025-2027 della cooperativa, finalizzata a consolidare e rendere più efficiente la nuova struttura organizzativa. “I primi risultati delle azioni avviate nel 2025 confermano la bontà del percorso intrapreso. Le politiche commerciali rivolte alla convenienza, tra cui l’importante investimento sulla riduzione dei prezzi avvenuto negli scorsi mesi, hanno consentito la crescita delle vendite e il recupero di quote di mercato nei territori di riferimento in coerenza con gli obiettivi previsti dal piano industriale. A queste si sono affiancate operazioni di importante rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria della Cooperativa per oltre 200 milioni di euro. L’obiettivo è quello di rafforzare la solidità economica e patrimoniale della cooperativa, così da garantire stabilità e continuità nel tempo, mantenendo al centro i valori che da sempre ne ispirano l’azione. Quello avviato è un cammino complesso, ma necessario, per assicurare alla cooperativa una prospettiva di sviluppo duraturo, capace di coniugare competitività, valorizzazione dei soci e dei territori” si legge nella nota diramata da Unicoop Etruria.

Confermata la presenza strategica sulla città di Roma, “anche in una prospettiva di sviluppo futuro, prevedendo piani di rilancio mirati e interventi di ottimizzazione”. Resistono dunque i punti vendita tra Primavalle e Torrevecchia, Giustiniani, Laurentina e Casilina.

La riorganizzazione e la cessione dei punti vendita

L’azienda aveva anticipato sia il processo di revisione organizzativa delle sedi “volto a rendere più efficiente la gestione” che le azioni di riorganizzazione della rete commerciale, con la prevista cessione ad altri operatori di 23 (oggi ventiquattri ndr.) punti vendita. 

Supermercati che, dopo un’attenta analisi, “si sono rivelati non più sostenibili dal punto di vista economico per mutate condizioni di mercato o socio demografiche, in sovrapposizione con altri punti di vendita della Cooperativa oppure troppo distanti rispetto ai territori di riferimento”. La Coop aveva definito queste decisioni ponderate, “frutto di analisi approfondite e del senso di responsabilità verso l’intera compagine sociale, finalizzate a salvaguardare la cooperativa nel suo insieme, a migliorare i risultati della controllata Superconti all’interno di Unicoop Etruria e a consentire nuovi investimenti in innovazione, qualità e servizi ai Soci, mantenendo saldo l’impegno verso le comunità e i territori”. 

Intanto però dipendenti e sindacati sono sul piede di guerra. La battaglia nelle Coop e nei Superconti è appena iniziata.