Il 2025 che si sta per concludere passerà alla storia come l’anno in cui i produttori di smartphone hanno tentato di dare uno scossone al mercato con dispositivi ultra sottili e funzionalità di IA generativa ormai sdoganate su tutti i livelli.
Grazie alle nuove tecnologie, anche le batterie hanno beneficiato di un corposo boost in termini di capienza, specie con gli ultimi modelli dell’anno. Protagonista con la gamma Find X9, OPPO è uno di quei produttori che più hanno creduto in questa rivoluzione, mettendo nelle mani degli utenti dispositivi con un’autonomia ben superiore alla giornata.
Dopo avervi parlato del modello premium nella nostra recensione dell’Oppo Find X9 Pro, è arrivato il momento di parlarvi anche dell’Oppo Find X9, lo smartphone “base” della gamma, che però di base ha ben poco, poiché si tratta a tutti gli effetti di un top di gamma equilibrato, che probabilmente collima alla perfezione con le esigenze della maggior parte degli utenti: un ottimo display, una super batteria e un comparto fotografico ben bilanciato.
Design e costruzione
Come dicevamo poco sopra, negli ultimi mesi sono arrivati sul mercato degli smartphone ultra sottili, che però (come nel caso di iPhone Air) hanno dovuto fare i conti con qualche limitazione. Con il Find X9, OPPO ha operato una sintesi tra estetica e funzionalità: nonostante la batteria da 7025 mAh – no, non è un errore di battitura! – lo smartphone mantiene dimensioni più che gestibili, intorno ai 157mm in altezza e 8mm di spessore, un miracolo di progettazione che permette di utilizzarlo senza troppi problemi con una sola mano.
Sul lato sinistro troviamo lo Snap Key personalizzabile, per richiamare le funzioni desiderate senza dover passare tramite vari step, mentre su quello destro il bilanciere del volume e il tasto di accensione.
Le cornici ultrasottili circondano il pannello AMOLED da 6,59 pollici. Una scelta intelligente, che contribuisce a renderlo un’ottima opzione per coloro che non vogliono avventurarsi nell’acquisto di smartphone più grandi, con schermi da 6,7 o 6,9 pollici; tuttavia, nonostante le dimensioni ridotte (il modello Pro arriva a 6,78 pollici), siamo comunque di fronte a un ottimo display per il gaming e produttività, con una risoluzione pari a 2760×1256 pixel e una densità di 460 ppi circa. Il refresh rate è variabile e, grazie all’uso della tecnologia LTPO, può scendere fino a 1Hz quando si attiva la modalità Always On e arrivare a 120Hz durante le altre attività.
Ovviamente, sulla scia di quanto fatto da altri brand, anche OPPO ha puntato sul comfort visivo, con l’uso del PWM ad alta frequenza, che riduce l’affaticamento degli occhi e lo sfarfallio che potrebbe causare mal di testa soprattutto per coloro che sono più sensibili.
Sotto il display, invece, è presente il sensore per le impronte digitali che, secondo i dati di OPPO, è il 35% più veloce e il 33% più affidabile rispetto alla generazione precedente, e garantisce un’alta percentuale di riconoscimento delle impronte digitali anche con dita bagnate, sudate o oleate. L’abbiamo provato con le dita bagnate e possiamo confermare che nella maggior parte dei casi il device ha riconosciuto l’impronta senza problemi e velocemente.
Andando oltre i parametri tecnici, la sensazione che restituisce questo Oppo Find X9 è quella di uno smartphone estremamente solido, oltre che elegante.
Il telaio è realizzato in lega di alluminio aerospaziale, necessaria per dissipare il calore generato dal processore Dimensity 9500 che dalla batteria quando si usa la ricarica rapida a 80W.
Il retro in vetro utilizza una finitura opaca testurizzata, disponibile in Space Black, Titanium Grey e Velvet Red.
Batteria e performance
Contrariamente a quanto siamo soliti fare, partiremo nell’analisi dell’utilizzo dalla batteria e non dal processore. In effetti, se c’è un aspetto che caratterizza più degli altri Oppo Find X9 è la sua enorme batteria, pur confezionata in una scocca tutto sommato compatta.
Il motivo del suo spessore ridotto è da ricercare nell’utilizzo di una batteria al Silicio-Carbonio, su cui stanno puntando sempre più i produttori asiatici e che secondo molti è destinata a essere il futuro del settore.
Con un utilizzo medio (social network, chiamate, un po’ di musica e qualche video su YouTube, oltre che messaggistica su Whatsapp e Telegram), Oppo Find X9 arriva a due giorni pieni di utilizzo, Nelle giornate di stress, ovvero quando abbiamo usato con maggiore frequenza il GPS, attivato l’hotspot per far connettere qualche amico, giocato a titoli come Call of Duty Mobile o Age of Empires, abbiamo ampiamente portato a casa la giornata, senza necessità di caricarlo e con una percentuale residua tale da non costringerci a caricarlo durante la notte per averlo pronto per le prime ore del mattino successivo.
La ricarica cablata si ferma a 80W: non sono i 120W visti altrove, ma risultano comunque abbastanza soddisfacenti per ottenere il 50% di ricarica in 15-20 minuti. Facciamo il classico esempio del weekend fuori in cui si scattano molte foto, si usa Google Maps per navigare: il tempo di una doccia e potrete uscire di casa con il dispositivo al 100%, pronto per darvi un’altra giornata piena di utilizzo, senza necessità di portare powerbank o altro.
Il motore del Find X9 è il chip MediaTek Dimensity 9500. Fino a qualche anno fa in occidente MediaTek era considerata l’alternativa low cost a Qualcomm: anche se i chip MediaTek peccano ancora in termini di ottimizzazione e gestione dell’energia, possiamo dire che tale narrazione sia da considerarsi non solo obsoleta, ma anche errata.
Il nuovo SoC top di gamma del gigante asiatico è basato sul nodo TSMC a 3nm e adotta un’architettura All-Big Core, nuova filosofia progettuale che prevede la totale assenza di core dedicati all’efficienza.
Rispetto alle altre CPU infatti, il 9500 usa un Core Prime a 4,21 Ghz, tre core Performance a 3,5 GHz e quattro core “base” a 2,7 GHz: anche i core più lenti sono dunque ad alte prestazioni, seppur con frequenze minori.
La potenza bruta del Dimensity 9500 è gestita dal Trinity Engine di Oppo che è collocato nella sempre ottima ColorOS 16 e si occupa di ottimizzare la gestione delle risorse e l’elaborazione delle immagini in maniera efficiente, bilanciando il consumo energetico e la velocità.
Questo mix mostra i muscoli anche durante le operazioni con l’AI e durante il gaming, sebbene un uso intenso porti a un ovvio e scontato aumento delle temperature, a dimostrazione di come le ottimizzazioni non siano ancora del tutto ultimate.
Sia chiaro, però, che il calore è percepibile sulla scocca ma il dispositivo non diventa rovente, anche grazie al sistema di raffreddamento a camera di vapore.
Comparto fotografico e software
Sulla scocca posteriore troviamo un sistema a tripla fotocamera con sensore principale da 50 megapixel, incastonato in un bump presente sul bordo superiore sinistro. Oppo non ha abbracciato il nuovo design a isola che abbiamo visto su altri top di gamma, che però in questo caso avrebbe fatto comodo per evitare quel fastidioso effetto scalino che si crea quando si poggia lo smartphone su una superficie piana, particolarmente evidente a causa dello spessore del modulo fotografico.
Il sensore principale è un Sony LYT-808 e mostra i muscoli soprattutto nelle foto ben illuminate, ma anche nelle foto ad alto contrasto preserva dettagli nelle luci e ombre e non eccede nella produzione di rumore.
Ad accompagnarlo, troviamo il teleobiettivo periscopico LYT-600 da 50 megapixel di Sony 3x da 1/1.95″. Teoricamente stiamo parlando di un sensore non da top di gamma, ma l’elaborazione lo rende eccellente per i ritratti. Non è ancora l’ideale per scattare foto a oggetti molto lontani, ma fa il suo fino al 6x. Coloro che cercano queste caratteristiche, sicuramente guarderanno altrove.
Il componente meno pregiato del trio è il sensore Samsung JN5, un sensore piccolo (1/2,76″) con risoluzione di 50 megapixel che è funzionale per gli scatti in notturna. La fotocamera frontale è invece da 32 megapixel e scatta selfie con colori della pelle naturali e di ottima qualità.
Sul fronte video, il supporto Dolby Vision su tutte le fotocamere si aggiunge alla capacità di registrare in 4K a 60fps (con la principale che arriva a 120fps in 4K). Manca all’appello la registrazione in 8K, una limitazione che non avvertiranno in molti ma che è curiosa vista la potenza del chip: probabilmente Oppo ha optato per questa scelta per risparmiare spazio di archiviazione.
Oppo Find X9 gira con l’interfaccia ColorOS 16. Basata su Android 16, questa personalizzazione presenta del bloatware, che però fortunatamente può essere rimosso, e diverse app proprietarie, tra cui quelle che sfruttano l’IA per semplificarci la vita nel quotidiano. Tra queste c’è Mind Space, attivabile anche da Snap Key e che si configura come un container intelligente che salva testo, link e immagini in un database ricercabile dove tali dati vengono analizzati da Gemini per ottenere suggerimenti proattivi. L’idea alla base è interessante, ma l’esecuzione ci sembra ancora piuttosto acerba.





