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É iniziata ieri e proseguirà fino al 30 dicembre alla Domus Ars della Fondazione Il Canto di Virgilio, la mostra fotografica ” Così parlò e parla Bellavista” che vede intrecciarsi in un mix perfetto le iconiche immagini del fotografo napoletano Ciro Pipoli con quelle più inedite realizzate dal maestro Luciano De Crescenzo: scrittore, attore, filosofo, poeta e, cosa che forse fino ad oggi non tutti sapevano, anche un fotografo capace di catturare, così come il giovane Ciro Pipoli, l’essenza di una Napoli che cambia nel tempo e si trasforma, ma che, come si vede dalle foto, resta sempre autentica e fedele a sé stessa.

Un viaggio a Napoli, tra passato e presente

La mostra è stata fortemente voluta ed organizzata da Michelangelo Porzio De Crescenzo, nipote di Luciano, che non nasconde tutta la sua emozione e soddisfazione per questo evento: «Ho organizzato questa mostra fotografica per portare avanti l’eredità affettiva e culturale che ci ha lasciato mio nonno. Lui descriveva una Napoli sensibile, piacevole e filosofica ed io sentivo il bisogno di dialogare con questa sua visione. L’incontro con Ciro è stato causale ma la prima cosa che mi ha colpito è l’amore che anche lui prova per Napoli. Anche se realizzati in due epoche diverse, negli scatti di Ciro Pipoli ho trovato molte similitudini con quelli di Luciano De Crescenzo e per questo ho voluto creare una sorta di ponte tra la Napoli antica e quella attuale». Anche Ciro Pipoli è orgoglioso del successo di questo evento: «Questa mostra unisce le mie fotografie e quelle del maestro De Crescenzo attraverso un filo conduttore che vuole raccontare Napoli così com’è. Trovo incredibile e molto affascinante la somiglianza tra queste immagini realizzate in due momenti storici così diversi».

«Napoli lo amava»

Passeggiando nella Domus Ars, tra le immagini dei due artisti è possibile cogliere la loro essenza e i ricordi che li legano a Napoli.

Esposti anche alcuni cimeli cinematografici diventati celebri nei film di De Crescenzo, come il famoso cavalluccio del film Così parlò Bellavista. Ma ieri c’era qualcuno che del maestro conosce tutto, anche ciò che lui era lontano dal set e dai libri: «Qui a Santa Chiara ci venivamo spesso. A passeggio tra i vicoli di San Gregorio Armeno e a visitare il Cristo Velato, che lui amava molto», racconta Paola De Crescenzo, figlia di Luciano. «Sempre qui a Santa Chiara ricordo anche il suo funerale – prosegue. Un momento triste ma che mi ha fatto capire ancora di più quanto il popolo napoletano lo amasse. C’era una energia particolare che mi ha dato tanta forza, un calore umano pieno di affetto. E poi un altro ricordo a cui sono molto legata è quando da Roma, dove vivevamo, venivamo a Napoli almeno due volte al mese per mangiare il Sartù di riso, di cui mio padre andava matto, da Ciro a Santa Brigida. Era il suo piatto preferito. Su mio padre sto scrivendo anche un libro, edito da Mondadori che probabilmente pubblicherò l’anno prossimo, ma non svelo ancora il titolo».

Ieri alla mostra erano presenti anche tanti artisti napoletani come il musicista Ciccio Merolla e il cantante Gabriele Esposito. Intenzionato a portare il suo omaggio al maestro De Crescenzo anche il deputato di Avs Francesco Borrelli che nell’ammirarne le fotografie si è detto affascinato da come «lui riusciva a riprendere i vicoli e le espressioni dei napoletani. Consiglio a tutti di vedere questa mostra per riscoprire quest’uomo che ha fatto tanto per la nostra città e per portare Napoli nel mondo. Sulla figura del maestro ci ho fatto anche la mia tesi di laurea, sono un suo sostenitore e ammiratore da sempre».