Ha confessato l’uomo che ha tamponato la Fiat 500X guidata da Costanza Fiore, madre della bimba (che il 12 dicembre avrebbe compiuto tre mesi) morta nell’incidente sulla A5: «Non volevo scappare, ma l’ho fatto»
«Ho avuto paura e sono fuggito. Non so perché. È vero, sono sceso e ho visto il bollo sulla fiancata del furgone. Non volevo scappare, ma l’ho fatto. Sono risalito e sono scappato. Poi, arrivato in ditta al mio titolare ho detto di aver investito un cinghiale. Non potevo immaginare che potesse essere morta una bambina. Non so davvero che cosa mi sia preso in quel momento. Ho fatto la scelta sbagliata».
Ha confessato l’uomo che sabato sera, 6 dicembre, era al volante del furgone Ford bianco che ha provocato l’incidente lungo l’autostrada A5, a Volpiano, nel Torinese. Nello schianto è morta Lucia Tonino, la neonata che avrebbe compiuto tre mesi proprio ieri (venerdì 12 dicembre), sbalzata fuori dall’abitacolo della Fiat 500X guidata dalla mamma Costanza Fiore. Idraulico, 40 anni di Busano, l’uomo si sarebbe rivolto ai carabinieri una prima volta l’8 dicembre per poi essere formalmente indagato il giorno seguente dopo aver confessato in caserma a Settimo Torinese.
«Ci sono tanti aspetti da approfondire – spiega il legale Paolo Gramaglia, a cui si è affidato -. A partire dalla dinamica. Secondo quanto ricostruito dal mio cliente, lui stava procedendo a sinistra quando ha notato una macchina al suo fianco che, improvvisamente, ha messo la freccia e, in un attimo, si è buttata sulla sua corsia. Lui ha raccontato di aver provato a frenare ma era troppo tardi. È uno degli aspetti su cui bisognerà fare chiarezza».
L’uomo, che stava rientrando dopo un intervento per la ditta di idraulica e termoidraulica del Canavese per cui lavora, avrebbe poi raccontato al datore di lavoro di aver investito un animale. «Era spaventato – continua il legale-. Non poteva sapere della bambina e della tragedia dell’incidente. I segni dell’urto c’erano e doveva giustificarli. Quello che si dovrà chiarire è la dinamica di quel colpo all’auto nella fiancata posteriore sinistra. Ora, con il conferimento dell’autopsia al medico legale per chiarire le cause della morte della bambina, abbiamo affidato anche l’incarico alla dottoressa Valentina Vasino mentre la controparte si è affidata al dottor Varetto».
Il conducente del furgone è indagato a piede libero per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. È iscritta nel registro degli indagati anche la mamma di Lucia, ad assisterla c’è l’avvocato Emiliana Olivieri. La donna, ancora in stato di choc, ha riportato un trauma cranico guaribile in 15 giorni.
Resta ancora da individuare la terza auto coinvolta: quella che avrebbe investito la piccola Lucia. Chi era alla guida rischia anche lui di essere denunciato. Ma la sua posizione potrebbe alleggerirsi solo dopo l’esito dell’autopsia se si proverà che la bimba era già morta a causa dello sbalzo dalla vettura, in cui sembra non fosse legata al seggiolino e questo ancorato al sedile, e non invece a causa dell’investimento successivo.
13 dicembre 2025 ( modifica il 13 dicembre 2025 | 10:36)
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