di
Enrico Marro

La riformulazione dell’emendamento alla Legge di bilancio. Attesa per la risposta della Bce

È soddisfatto Lucio Malan. Alla fine l’emendamento alla manovra per stabilire che l’oro della Banca d’Italia appartiene «al popolo italiano» sarà approvato. E poco importa che esso non avrà effetti pratici perché le riserve auree, come confermerà il testo, continueranno a essere «detenute» e «gestite» da Bankitalia nel rispetto — come ha preteso la Banca centrale europea — della sua indipendenza e autonomia e in conformità ai Trattati europei.

La decisione nella notte

Rivendicare che l’oro (del valore di circa 280 miliardi di euro) appartiene al popolo italiano è «una battaglia storica di Fratelli d’Italia — sottolinea Malan, capogruppo del partito al Senato —. Abbiamo posto il tema in Parlamento fin dal 2014 con un’iniziativa di Giorgia Meloni. Se ora questa battaglia, come sembra, si trasformerà in una legge dello Stato, non potremo che essere molto soddisfatti». Il copione è già scritto. Andrà in scena questa notte. Alle 23 si riunirà la commissione Bilancio del Senato per entrare finalmente nel vivo dell’esame degli emendamenti alla manovra. Il governo esprimerà i pareri (favorevole o contrario) sulle singole proposte di modifica (comprese quelle riformulate) e sull’emendamento di Malan sull’oro di Bankitalia subordinerà il via libera a una ulteriore riformulazione del testo che affermi il principio del pieno rispetto dei Trattati Ue. Una richiesta che Malan accetterà perché, sostiene, «questo è sempre stato chiaro: non ho mai pensato che con un emendamento si possano cambiare i Trattati europei». Accolta la richiesta, l’approvazione è scontata.



















































Battaglia di principio

Tanto rumore per nulla? «Assolutamente no — risponde Malan — Anzi, proprio il dibattito che c’è stato dimostra che la norma è necessaria. Se come hanno sostenuto gli esperti, le riserve auree stanno lì per far fronte ad eventuali gravi emergenze, chi decide in questi casi? L’Italia, certo nel rispetto dei Trattati Ue, o qualcun altro magari per risolvere problemi altrui?». Insomma, per Fratelli d’Italia la battaglia sull’oro sarà pure di principio, ma non inutile. E affermare il principio che le riserve auree, detenute e gestite dalla Banca d’Italia e dunque dal sistema Bce, sono del «popolo italiano» non fa che allineare l’Italia, per esempio, alla Francia, dove l’oro è, secondo la legge, di proprietà dello Stato anche se è detenuto e gestito dalla Banque de France.

Il confronto con la Bce

Certo, se questo allineamento avverrà, molto si deve anche alla mediazione svolta dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con la stessa Bce, che per ben due volte ha scritto al governo italiano invitandolo a «riconsiderare» l’emendamento Malan, ritenendo il testo originario e la prima riformulazione dello stesso non chiari nelle finalità. Il nodo è stato sciolto giovedì scorso in un faccia a faccia a Bruxelles tra lo stesso Giorgetti e la presidente della Bce. «Ho chiarito a Christine Lagarde — ha poi raccontato il ministro — che questo principio politico era giusto che venisse codificato nelle nostre leggi. Lei ha detto che capiva perfettamente questo, naturalmente rivendicava le prerogative che i trattati pongono in capo alla Bce, ma non poteva negare che l’oro non è di proprietà della Bce o della Banca d’Italia: è gestito da loro ma sicuramente è un patrimonio che appartiene al popolo italiano». Questione chiusa? Sì, secondo il governo. Ma conviene aspettare l’ultimo testo e vedere se è così anche per la Bce.

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13 dicembre 2025 ( modifica il 13 dicembre 2025 | 21:25)