Ascolta la versione audio dell’articolo

I colloqui a Berlino tra ucraini e americani sono difficili, la parte americana sembra non essere disposta a scendere a compromessi sulla sua bozza di accordo di pace. Lo scrive il Wsj dopo il primo round di ieri che proseguirà anche oggi. “I negoziati tra l’Ucraina e i suoi partner occidentali si sono trasformati in un tira e molla, anche senza la partecipazione della Russia al tavolo delle trattative”, spiegano fonti al Wsj. Washington spinge per soluzioni rapide, mentre Zelensky e gli europei sostengono che restano differenze significative sia sul ritiro dal Donbass sia sulla chiara definizione delle garanzie.

L’alto rappresentante Ue Kaja Kallas, arrivando al Consiglio Esteri, ha detto: «Le altre opzioni non funzionano, già due anni fa ho proposto gli Eurobond per sostenere l’Ucraina ma non c’è l’unanimità». Ha aggiunto: «La proposta sui prestiti può essere approvata a maggioranza qualificata, non pesa sui nostri contribuenti e lancia un messaggio, se si causano tutti questi danni a un altro Paese, si deve pagare per i risarcimenti», ha aggiunto commentando la lettera inviata alla Commissione da 4 Paesi, tra cui l’Italia, sulle necessità di continuare a esplorare soluzioni alternative. Kallas ha sottolineato che ci sono «diverse pressioni».

Ucraina, 1382° giorno di guerra

Photogallery14 foto

Visualizza

«Dobbiamo capire che il Donbass non è l’obiettivo finale di Putin. Se conquista il Donbass, la fortezza cadrà e allora procederanno sicuramente alla conquista dell’intera Ucraina. E, come sapete, se l’Ucraina cade, anche altre regioni saranno in pericolo. Lo sappiamo dalla storia e dovremmo imparare dalla storia», ha aggiunto Kallas. «Se l’ingresso nella Nato è fuori discussione, allora dobbiamo vedere quali sono le garanzie di sicurezza concrete. Non possono essere documenti o promesse. Devono essere truppe reali, capacità reali, in modo che l’Ucraina sia in grado di difendersi».

Intanto nella causa presentata presso il Tribunale arbitrale di Mosca, la Banca centrale russa ha chiesto al fondo belga Euroclear un risarcimento di circa 200 miliardi di euro per il congelamento dei capitali russi deciso dalla Ue.

Scopri di piùScopri di più