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Valentina Baldiserri e Ilaria Sacchettoni

Il ricorso si articola in sei punti essenziali, dall’abitazione all’esposizione mediatica dei bambini, passando per la violazione del diritto all’assistenza linguistica dei minori

Potrebbe essere oggi il giorno decisivo per il ricongiungimento della famiglia nel bosco. La Corte d’Appello dell’Aquila esaminerà il «reclamo» dei legali di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, contro la sospensione della responsabilità genitoriale. In caso di responso positivo, i tre figli potrebbero già tornare a casa. C’è una gran fetta d’Italia che spera in questo epilogo positivo. Tutto dipenderà dalle relazioni delle tutrici dei bambini e dalla documentazione prodotta dai legali della famiglia che sperano di aver convinto i giudici.

Sei punti essenziali, dalla casa all’esposizione mediatica

Il ricorso si articola in sei punti essenziali, dall’abitazione all’esposizione mediatica dei bambini, contestazione nella quale la famiglia è incorsa dopo aver rilasciato un’ampia intervista — bambini inclusi — al programma «Le iene», passando per la violazione del diritto all’assistenza linguistica dei minori. «I documenti che abbiamo prodotto smontano a nostro avviso – spiega l’avvocata Danila Solinas- tutte le criticità. L’abitazione è un problema ampiamente superato. C’è la casa messa a disposizione dall’ex ristoratore, dove attualmente vive già Nathan. E in attesa della ristrutturazione del casolare di proprietà dei Trevallion, il sindaco di Palmoli ha comunque offerto la disponibilità per un’altra abitazione.



















































I genitori hanno accettato anche i vaccini

Anche sui vaccini (altro punto in elenco, ndr) non ci sono più ostacoli. I tre figli di Nathan e Catherine avrebbero dovuto sottoporsi al richiamo una settimana fa ma poi erano sotto antibiotici per influenza e quindi la data è stata rimandata. Ma li faranno». Il nodo dell’istruzione però, soprattutto dopo le parole della tutrice dei minori potrebbe essere d’ostacolo. Maria Luisa Palladino ha detto a chiare lettere che i bimbi sono molto indietro a livello didattico, addirittura la maggiore di 9 anni non saprebbe leggere né scrivere. «Noi rispondiamo con le carte, i documenti che abbiamo richiamato nel ricorso alla Corte d’Appello. Ovvero gli attestati di idoneità relativi agli esami effettuati dalla maggiore dopo i primi due anni di scuola parentale, rilasciati dalla Novalis open school di Brescia e dalla scuola di Palmoli. La bambina è stata ritenuta idonea alla terza elementare. Sono documenti ufficiali, ministeriali. Pensiamo che siano falsi?» 

Le parole di Solinas rivelano fiducia nella professionalità dei giudici e, forse, nella loro empatia. Natale, dopotutto, è alle porte.


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16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 07:47)