di
Ludovica Lopetti

L’annuncio dagli avvocati del presidente di Stellantis, che commentano: «Decisione abnorme del gip, pronto il ricorso». Disposta l’archiviazione completa del procedimento nei confronti di Ginevra e Lapo Elkann

Si chiama «imputazione coatta» la formula giuridica che potrebbe cambiare la posizione di John Elkann nel procedimento di Torino sull’eredità di sua nonna Marella, dove è accusato di truffa ai danni dello Stato e dichiarazione infedele. L’ha ordinata alla procura il gip Antonio Borretta, accogliendo invece la richiesta di archiviazione per i fratelli Lapo, Ginevra e per il notaio svizzero Urs von Grueningen (colui che ha redatto il testamento e l’inventario dei beni di Marella Caracciolo).

Messa alla prova, si decide a febbraio

La richiesta del giudice riguarda due dei sei capi d’imputazione contestati in concorso all’ad di Exor e al commercialista Gianluca Ferrero — nella fattispecie, dichiarazioni infedeli riferite a due annualità —, che il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti avevano chiesto di archiviare. Per i restanti capi d’accusa invece il presidente di Stellantis aveva concordato con la procura la sospensione del procedimento con messa alla prova (10 mesi di lavori socialmente utili presso un’istituzione salesiana) previo versamento di 183 milioni di euro all’Erario. 



















































L’estinzione del debito tributario risale a luglio scorso. Lunedì 15 dicembre  però il giudice (il gip Giovanna Di Maria) che doveva «ratificare» l’accordo e dare avvio alla map ha rinviato la decisione all’11 febbraio. «Motivi tecnici», hanno dichiarato sbrigativamente i legali di Elkann al termine dell’udienza.
Stessa sorte è toccata a Gianluca Ferrero, che aveva chiesto di patteggiare una condanna a 1 anno commutata in una sanzione pecuniaria da 73 mila euro, senza pene accessorie. Sulla sua posizione si deciderà il 21 gennaio. 

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Le accuse sull’evasione Irpef

Ferrero è il professionista di fiducia degli Agnelli nonché presidente della Juventus (anche se l’inchiesta non riguarda in alcun modo la sua carica nel club): nell’inchiesta torinese è accusato di dichiarazione infedele e truffa ai danni dello Stato per aver contribuito ad attuare il «disegno» per nascondere al Fisco italiano la vera residenza di Marella. Sul presupposto che la vedova dell’Avvocato fosse residente in Svizzera, sarebbe stata messa a segno un’evasione Irpef da 248,5 milioni e nascosta al Fisco una massa ereditaria (l’insieme dei beni del defunto) da 1 miliardo. Il commercialista risponde anche di falso in relazione alla dichiarazione sull’assetto della società semplice Dicembre — la cassaforte che consente a John Elkann il controllo dell’impero di famiglia — trasmessa alla Camera di Commercio di Torino con 17 anni di ritardo. I pm, va detto, potrebbero aderire all’indicazione del gip, formulando l’imputazione (e riportando così gli addebiti al perimetro originario), oppure proporre nuovamente l’archiviazione.

I legali di Elkann

«Pur esprimendo la nostra soddisfazione per le archiviazioni disposte dal gip Borretta, la sua decisione di imporre al pm di formulare l’imputazione per John Elkann e Gian Luca Ferrero è difficile da comprendere, perché in contrasto con le richieste dei pm, che erano solide e ben argomentate per tutti i nostri assistiti», hanno fatto sapere gli avvocati di John Elkann in un comunicato. «La decisione del gip Borretta a nostro avviso non vincola il gip De Maria che deve decidere sulla nostra istanza di Map. Abbiamo presentato al giudice Di Maria una memoria rappresentando le ragioni giuridiche che sostengono la nostra posizione e abbiamo insistito per l’accoglimento dell’istanza di map.

Il ricorso

Nel frattempo contro l’ordinanza del gip Borretta depositeremo ricorso per Cassazione eccependone l’abnormità. Nel merito, per noi questi tecnicismi processuali non cambiano nulla: ribadiamo la nostra ferma convinzione che le accuse mosse a John Elkann siano prive di qualsiasi fondamento e riaffermiamo la forte convinzione che egli abbia sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge». «La scelta di John Elkann di aderire a un accordo — concludono i legali — non implica alcuna ammissione di responsabilità ed è stata infatti ispirata solo dalla volontà di chiudere rapidamente una vicenda personale molto dolorosa, tanto più dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate ogni possibile controversia attinente i tributi potenzialmente gravanti sui fratelli Elkann in qualità di eredi di Donna Marella Agnelli».


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15 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 10:15)