di
Silvia Turin

Alcune persone non riescono a scaldarsi le estremità nonostante guanti e calze, più spesso capita a donne e anziani. Ecco perché succede, come riscaldarsi e quando questo fenomeno può indicare un problema di salute

Quando fa freddo, o meglio, quando «si sente» freddo, è normale avvertirlo prima alle dita delle mani e dei piedi.
Ci sono persone, però, con mani e piedi quasi sempre gelati mentre il resto del corpo sembra ben coperto e caldo e spesso queste persone sono donne, anziani, magari bambini piccoli.

A volte, anche se raramente, questa sensazione di freddo persistente alle estremità è segnale di alcune patologie o condizioni mediche.



















































La forma anatomica

Ma perché le estremità sono le prime a raffreddarsi? 
I nostri organi interni sono quelli che ci tengono al caldo quando siamo sedentari e i muscoli lo fanno quando siamo attivi. Essendo in zone periferiche del corpo e non contenendo organi vitali, mani e piedi sono meno caldi, in più hanno una forma anatomica che favorisce la «dispersione di punta».
«Più è ampia la superficie e piccolo il volume di una struttura, più il calore esce nell’ambiente: in pratica, maggiore è la “superficie di scambio”, maggiore è la dispersione termica», spiega Matteo Cerri, professore di Fisiologia all’Università di Bologna.

La difesa degli organi interni 

Mani e piedi sono le zone «scelte» dal cervello quando «sente» freddo per «risparmiare» calore e reindirizzare il sangue caldo verso gli organi vitali.
«Ci sono una serie di difese dal freddo che l’organismo attiva in ordine crescente – illustra Cerri -: la prima è la vasocostrizione, cioè convogliare meno sangue verso le estremità, poi subentra la produzione di calore tramite i brividi (che sono contrazioni muscolari involontarie), infine, può intervenire la “termogenesi senza brivido” che coinvolge il “tessuto adiposo bruno”, fatto apposta per produrre calore. Quest’ultimo è un processo lungo (che richiede settimane) di adattamento all’ambiente. Se si inizia a vivere in posti freddi, pian piano il corpo produrrà più calore e il sangue sarà un po’ più caldo». 

Comanda il cervello

È importante capire che il senso di freddo è veicolato dal cervello: «Il cervello ha due vie dedicate alle temperature: una misura la sensibilità al caldo e una al freddo – dice l’esperto -. Ci sono molti recettori per percepire la temperatura. Quando il sangue caldo affluisce meno a mani e piedi, i recettori della temperatura se ne accorgono e segnalano al cervello di aver freddo in quelle zone».
Si tratta quindi di percezione e non solo di clima esterno: una persona può aver freddo in un ambiente chiuso e riscaldato e avere mani e piedi freddi e un’altra nello stesso locale può sentirsi bene ed essere calda in ogni zona del corpo.

Le donne hanno più freddo?

La diversa percezione viene notata spesso nel confronto tra uomini e donne o giovani e anziani: c’è qualcosa di vero o è solo una «credenza»?
«È reale – conferma lo specialista -: le donne hanno fisiologicamente un po’ meno emoglobina nel sangue e quindi minore capacità di trasporto dell’ossigeno, che si traduce in una minore potenza per “alimentare il motore”, ci sono anche differenze ormonali per cui nell’uomo il testosterone aiuta a produrre calore. L’anziano, invece, perde la sua abilità di rispondere dal punto di vista metabolico al freddo: l’età avanzata porta anche a una minore circolazione periferica del sangue, meno massa muscolare, testosterone più basso e pelle più sottile. Anche i bambini di pochi mesi si raffreddano più facilmente”.

Segnale di un problema di salute 

A volte però mani e piedi freddi possono essere il segnale di problemi più seri.
Ad esempio, c’è la sindrome di Raynaud, condizione nella quale, in seguito all’esposizione al freddo, si verifica una reazione anomala nelle mani caratterizzata da una vasocostrizione eccessiva delle piccole arterie, che determina dolore e un colore caratteristico della cute (bianca e bluastra nelle pelli più chiare, gialla e viola in quelle più scure).
Altre cause includono coaguli nelle braccia e nelle gambe, malattie arteriose periferiche (ovvero il restringimento dei vasi negli arti) e lesioni nervose, che possono danneggiare la capacità del corpo di percepire la temperatura e controllare i vasi sanguigni.
Anche l’ipotiroidismo e l’anemia possono causare mani e piedi freddi, così come alcuni farmaci come stimolanti, beta-bloccanti e pseudoefedrina.
In alcuni casi, infine, potrebbe essere la manifestazione clinica di una cardiopatia o di diabete mellito, a causa del danno che la patologia può provocare ai piccoli vasi sanguigni.

Solo dopo un’attenta visita medica e un’accurata ricerca di eventuali ulteriori segni o sintomi di patologia si potrà arrivare a un’eventuale diagnosi. 

Come si scaldano le estremità?

In tutti gli altri casi, come si può evitare quella che è sostanzialmente una sensazione spiacevole e riscaldarsi le estremità? Basta coprirsi con molti strati? 
In realtà no: «Non basta scaldare mani e piedi – afferma Cerri -, è meglio riscaldare il busto perché il calore deve arrivare al cervello che deve decidere di inviare di nuovo più sangue in periferia. È più efficace quindi bere una bevanda calda piuttosto che aggiungere calze o guanti. Anche cibi calorici possono aiutare, in questo caso soprattutto i carboidrati».

Il modo migliore per riscaldarsi è comunque, potendo, aumentare la frequenza cardiaca, che si tratti di allenarsi, camminare un po’ più velocemente o camminare sul posto. Quando ci si allena, infatti, circa il 70-80% dell’energia bruciata viene rilasciata sotto forma di calore e, man mano che il busto si riscalda, il corpo spingerà più sangue verso mani e piedi.

No all’alcol

Sfatiamo anche un mito: quel che va evitato, ma che molti fanno, è bere qualcosa di alcolico per riscaldarsi: «È controproducente: gli alcolici danno una “falsa” sensazione di riscaldamento perché è temporanea. Ostacolano la vasocostrizione, quindi fanno arrivare più sangue alle estremità, ma se arriva più sangue alle estremità, sono gli organi vitali che stanno perdendo calore, quindi sento caldo, ma mi sto raffreddando. In alcune situazioni in montagna può essere pericoloso, perché l’alcol accelera la dispersione termica e può portare a grave ipotermia», completa Cerri.

16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 12:58)