Il virus

Si tratta del secondo caso a Ceresara. Ats ha fatto sapere che sono stati abbattuti 29mila 400 esemplari

Un altro focolaio di influenza aviaria in provincia di Mantova. Il virus ad alta patogenicità (Hpai) sottotipo H5n1 si è diffuso in un allevamento di capponi a Ceresara. «Così – riferisce Vincenzo Traldi, direttore del dipartimento di Veterinaria dell’Ats Val Padana – sono stati già abbattuti circa 29mila 400 esemplari». Si tratta del secondo episodio di aviaria in paese. Il primo aveva riguardato un allevamento di anatre con circa 15mila esemplari. Mentre a Medole, il virus aveva preso di mira un allevamento di polli con circa 30mila capi.

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Il focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità di Ceresara, come accade in circostanze del genere, ha fatto scattare le misure preventive di carattere emergenziale per evitare il diffondersi del virus. Il raggio di estensione nelle zone di sorveglianza si estende per 10 chilometri e in quelle di protezione il raggio si estende per tre chilometri. In sostanza, vige il divieto di movimentazione nelle aziende agricole, sia in ingresso che in uscita, di animali e prodotti. Nel frattempo, sono in corso le operazioni di de-popolamento nei due allevamenti di galline ovaiole di Roverbella dove è stata riscontrata l’aviaria. L’attività dovrebbe concludersi in giornata. Si tratta di circa 335mila capi. Invece sono stati estinti gli altri due focolai: uno di 4mila tacchini a Goito e un altro a Marmirolo.

Negli ultimi mesi del 2025, l’Europa ha registrato un marcato aumento dei casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) negli uccelli selvatici, che ha portato a focolai diffusi negli allevamenti di pollame e a un aumento dei casi rilevati nei mammiferi carnivori. Il forte aumento del numero di casi – dice Efsa, Aurorità europea per la sicurezza alimentare – potrebbe essere spiegato dall’assenza di immunità preesistente nelle popolazioni di uccelli selvatici o da una maggiore trasmissibilità della variante in circolazione. Gli scienziati prevedono che la circolazione del virus tra gli uccelli selvatici rimarrà elevata nelle prossime settimane, per poi diminuire probabilmente verso la fine dell’inverno.