di
Rosanna Scardi
Il documentario in 5 episodi «Io sono notizia». Le sue donne, da Nina Moric a Bélen Rodriguez, il ruolo di Lele Mora, la condanna per Vallettopoli e il soprannome di «re dei paparazzi» (senza aver mai scattato una foto)
«Si è definito in tanti modi: imprenditore, falsissimo, disonore, dio.
Ma c’è qualcosa di più. “Fabrizio Corona: io sono notizia” esce il 9 gennaio, solo su Netflix». La piattaforma di streaming in abbonamento annuncia così, con un post su Instagram, la docuserie dedicata al re dei paparazzi. La produzione firmata da Bloom Media House è diretta da Massimo Cappello, che l’ha scritta con Marzia Maniscalco. Netflix, dando l’annuncio, pubblica il trailer. «Lavoro, soldi, sesso, alcol, mi divertivo ed ero assolutamente maledetto. La mia personalità, la mia intelligenza, il mio carisma, le mie arti di seduzione erano troppo forti. Avevo in mano le vite di tutti». E ancora: «Senza soldi, senza una vita, a rischio suicidio». Cinque gli episodi e tanti i volti noti che interverranno per raccontare la vita privata e la carriera di Corona, tra cui l’ex moglie Nina Moric che, in un frame del trailer, lo definisce «pagliaccio». Dalla modella croata, Corona ha avuto il figlio Carlos Maria. Dal 2009 al 2012 ha avuto una relazione con la showgirl e modella Belén Rodríguez, e dal 2015 al 2018 ha frequentato Silvia Provvedi, del duo Donatella. Oggi è fidanzato con la modella Sara Barbieri, che ha 27 anni meno di lui, da cui ha avuto un figlio Thiago, nato a dicembre 2024.
Figlio del giornalista Vittorio Corona e di Gabriella Previtera, Corona è nato a Catania il 29 marzo 1974 e ha due fratelli, Francesco e Federico. A proposito di suo padre raccontava nel 2023 a «Domenica in»: «Lui era molto diverso da me. Dovunque vado non sento una persona che non dica “tuo padre era un grande, tuo padre era un uomo incorruttibile, era il migliore”. Di me dicono le cose opposte. Abbiamo due cose che ci uniscono: la creatività e la genialità». Dove Vittorio cercava la verità, Fabrizio trova il business e, al fianco di Lele Mora (presente nella docuserie di Netflix), che conosce nel 1997, costruisce un impero basato sulla vendita delle vite altrui. «Tre giorni dopo esserci conosciuti – raccontava sempre a “Domenica in” – mi mette in un programma tv, in cui guadagno un sacco di soldi».
Nel 2001 fonda a Milano l’agenzia fotografica Corona’s. Diventa popolare e viene ribattezzato il «re dei paparazzi» (nonostante abbia più volte affermato di non aver mai scattato una foto). Nel 2009 partecipa al reality di Canale 5 «La fattoria» (ma viene eliminato alla terza puntata) e prende parte al film-documentario di Erik Gandini «Videocracy – Basta apparire». Un anno dopo appare nella fiction «Squadra antimafia – Palermo oggi». La sua vita è stata segnata da diversi procedimenti giudiziari. Il primo arresto risale al 2007, nell’ambito dell’inchiesta Vallettopoli. Nel 2013 suscita clamore la sua fuga di alcuni giorni terminata in Portogallo, quando era diventata definitiva la condanna per il cosiddetto «foto-ricatto» ai danni del calciatore David Trezeguet. Negli anni Corona è stato anche in affidamento terapeutico in comunità, per curare le sue dipendenze. È tornato libero il 23 settembre del 2023, dopo oltre dieci anni passati tra carcere, domiciliari e affidamento terapeutico, per un cumulo di pene conseguenti ai reati di estorsione, corruzione, frode fiscale e bancarotta.
«Mi hanno buttato in galera sei volte, ma sono ancora qui, non mi hanno fatto niente», dichiara Corona che nel 2019 pubblica il libro «Non mi avete fatto niente». «La prima vera inchiesta mi ha tolto tutto e ha tolto tanto al mondo del gossip – ha dichiarato al Corriere della Sera -, i giornali hanno chiuso o vanno malissimo. Io mi sono dovuto reinventare, creando un personaggio e andando contro il sistema e l’ho pagata, ma questo mi ha permesso di avere 20 dipendenti, portare lavoro a tante persone, essere un grande imprenditore, mentre chi faceva parte di quel mondo, in primis Lele Mora, è finito».
Nel 2024 lancia «Falsissimo», il suo nuovo programma su YouTube. E non mancano le conseguenze legali. È stato Corona a divulgare l’audio tra Raoul Bova e Martina Ceretti, attraverso Federico Monzino, per cui l’Autorità per la protezione dei dati personali ha accolto la richiesta presentata dagli avvocati di Bova, l’ex suocera Annamaria Bernardini de Pace e David Leggi, chiedendone il divieto di riproduzione e divulgazione; sempre Corona aveva diffuso le conversazioni tra Fedez e Angelica Montini (il rapper aveva chiesto l’ammonimento del questore di Milano nei confronti di Corona per «atti persecutori»).
A gennaio 2024, risale, invece, la prima denuncia sporta da Selvaggia Lucarelli per diffamazione. «Corona aveva iniziato ad apostrofarla con parole irripetibili – aveva raccontato al Corriere Barbara Indovina, legale della giornalista -. Da allora, in poco più di un anno, Selvaggia ha ricevuto centinaia di messaggi da persone (spesso giovanissimi) che la apostrofano con quelle stesse parole attraverso messaggi, video tra le risate, in tutti i canali social: postare il dileggio è diventato lecito, questi contenuti di odio sono diventati virali. Negli ultimi tre giorni sono arrivate le minacce di morte». In totale le denunce sono otto. «Le indagini sono in corso – aveva aggiunto l’avvocata Indovina -. Se il dileggio e il disprezzo diventano un’ossessione e una pratica quotidiana accompagnata da minacce, a mio parere e anche per la Giurisprudenza, si tratta di stalking».
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16 dicembre 2025
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