Ha appena debuttato ed è già da rivedere. L’accesso alla facoltà di Medicina, rivoluzionato dalla ministra Anna Maria Bernini, potrebbe essere modificato a partire dal prossimo anno. Non un ritorno ai quiz, aboliti dalla responsabile Università del governo Meloni, ma una correzione dell’attuale modello: il semestre filtro.

Le ipotesi di intervento vanno dalla riduzione dei programmi d’esame all’estensione della durata delle lezioni all’ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e l’inizio degli esami.

Medicina: in graduatoria anche chi ha un’insufficienza. Ma a febbraio dovrà colmare i crediti

di Viola Giannoli

10 Dicembre 2025

La valutazione da parte del ministero dell’Università e della Ricerca è già in corso. Ed è stata la stessa Bernini a proporlo, nel corso dell’incontro durato più di tre ore, al Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), convocato oggi per la prima volta dopo le elezioni di maggio per il rinnovo dell’organo consultivo del ministero.

La ministra ha suggerito l’istituzione di un tavolo di confronto permanente sulla riforma dell’accesso a Medicina. Proprio mentre, davanti al ministero, andava in scena la protesta della Primavera degli studenti, dell’Udu, di Link e dell’Adi, con parlamentari Pd, M5s e Si, contro il semestre filtro.

Bernini ha escluso passi indietro, come il ritorno ai test d’ingresso, ma ha manifestato piena disponibilità a intervenire sul funzionamento del nuovo sistema già dal prossimo anno, per garantire maggiore spazio alla didattica.

Quest’anno, il primo con il semestre filtro («Io preferisco chiamarlo semestre aperto», dice Bernini), le lezioni sono iniziate a settembre per tutti gli studenti e le studentesse che hanno scelto di iscriversi a Medicina. Il 20 novembre c’è stato il primo appello delle tre prove d’esame: Chimica, Biologia e Fisica. Una débacle: solo il 22-23% dei ragazzi ha passato le prime due materie; appena il 10-15% ha preso 18 o più a Fisica. Il 10 dicembre c’è stato il secondo appello: i risultati si sapranno poco prima di Natale, il 23 dicembre. Il 12 gennaio verrà pubblicata la graduatoria nazionale: per evitare il paradosso di posti liberi a fronte di pochi promossi, il ministero ha deciso che in graduatoria, in ordine di merito, entreranno anche gli studenti che hanno ottenuto solo due sufficienze. Anche a loro verrà assegnata una sede di studio e lì, entro il 28 febbraio, data finale del semestre filtro, dovranno recuperare il loro debito formativo.

Un calendario che è apparso subito molto battente. Il semestre filtro è stato in realtà un bimestre di lezioni, seguito da altri 4 mesi di esami, graduatorie e corsi di recupero. La ministra ha aperto ora all’ipotesi di rallentare il ritmo per assicurare una preparazione migliore, con meno ansia, per quelli che, al contrario dei vecchi quiz, sono veri e propri esami con voti che già da subito fanno media nella carriera accademica dei futuri medici.