Il viaggio prende avvio a Terni, a Palazzo Montani Leoni, con una collezione che accoglie da Luca Signorelli agli impressionisti Alfred Sisley e Camille Pissarro, arrivando ad Alberto Burri. Prosegue a Cellatica, nella suggestiva Franciacorta, a Casa Museo Zani, con il confronto tra Giovanni Antonio Pellegrini e Giambattista Tiepolo, protagonisti della pittura veneziana del Settecento. A Padova, al Museo Eremitani, la Collezione Centanini offre uno sguardo ampio tra Seicento, Ottocento e Novecento. A Portogruaro, il racconto si concentra sulle Biennali di Venezia e sui protagonisti della pittura tra Otto e Novecento. Chiude il percorso Lugo di Ravenna, con la riscoperta di Esodo Pratelli, figura emblematica delle tensioni e delle trasformazioni del Novecento italiano.
Dal Rinascimento di Luca Signorelli all’Impressionismo di Alfred Sisley e Camille Pissarro, fino alle ricerche materiche di Alberto Burri, la mostra Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri accompagna il visitatore attraverso alcuni passaggi chiave della storia dell’arte europea. In apertura dal 12 dicembre 2025 a Palazzo Montani Leoni di Terni, l’esposizione invita a scoprire una selezione di opere che, per qualità e rilevanza, restituiscono il senso profondo di una collezione, della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, costruita nel tempo con attenzione e visione.
Il percorso espositivo riunisce quarantacinque opere scelte da un patrimonio di oltre 1.100 pezzi, organizzate secondo un criterio cronologico che attraversa otto secoli di storia dell’arte, dal Trecento agli inizi del XXI secolo. L’allestimento mette in evidenza continuità e passaggi stilistici tra le diverse epoche, proponendo una lettura organica della raccolta.
Il percorso prende avvio dalle testimonianze medievali e rinascimentali, con opere della cerchia di Taddeo Gaddi e dei maestri del Quattrocento e Cinquecento, tra cui spicca una tavola di Luca Signorelli, emblematica per la resa plastica e la tensione espressiva delle figure. Seguono dipinti barocchi e caravaggisti di Antiveduto Gramatica, Artemisia Gentileschi e Mattia Preti, affiancati da esempi di scuola fiamminga come Sebastian Vrancx. Il Settecento è rappresentato da una veduta veneziana di Francesco Guardi e da paesaggi di artisti europei legati al tema della Cascata delle Marmore.
La sezione ottocentesca e primo novecentesca documenta il passaggio dal romanticismo all’impressionismo, con opere di Alfred Sisley e Camille Pissarro. Il Novecento è infine raccontato attraverso artisti come Alberto Burri e Agostino Bonalumi, oltre a un nucleo dedicato ai maestri umbri o attivi nel territorio. Completano l’esposizione ritratti storici, sculture, arti applicate e un catalogo curatoriale che approfondisce la genesi e il valore della collezione. Scopri di più.
2. La pittura veneziana del Settecento: Tiepolo e Pellegrini
Quando: 12 dicembre 2025 – 06 aprile 2026
Luogo: Cellatica, Casa Museo Zani

Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid, Spagna 1770) Il giudizio finale, ante 1747 olio su tela, 146 x 200 cm Collezione Intesa Sanpaolo Crediti fotografici: Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Valter Maino, Vicenza
La pittura veneziana del Settecento trova nella luce uno dei suoi strumenti espressivi più raffinati, e in Giovanni Antonio Pellegrini e Giambattista Tiepolo due dei massimi interpreti. La mostra Tiepolo e Pellegrini. La luce nella pittura veneziana del Settecento, in programma a Casa Museo Zani dal 12 dicembre 2025, concentra l’attenzione su poche opere selezionate, capaci di raccontare con chiarezza la portata innovativa e la fortuna europea dei due maestri.
L’esposizione assume infatti la forma di una mostra dossier, concentrata su tre grandi tele che consentono un confronto diretto tra i linguaggi dei due artisti. Di Pellegrini sono presentati due ovali monumentali, Elia e l’Angelo e Davide riceve i pani da Achimelech, realizzati intorno al 1724 per la chiesa di Sant’Agata a Brescia. Le opere, recentemente restaurate, mostrano con chiarezza le caratteristiche della sua pittura: cromie chiare, pennellate leggere e una luminosità diffusa, frutto di una formazione tra Venezia e Roma. Si tratta dell’unica commissione documentata del pittore in area lombarda, significativa anche per il contrasto con il classicismo coevo.
Il percorso prosegue con Il Giudizio finale di Giambattista Tiepolo, bozzetto preparatorio per una decorazione monumentale mai realizzata, databile alla metà degli anni Quaranta del Settecento. L’opera evidenzia la capacità di Tiepolo di organizzare composizioni complesse attraverso un uso teatrale della luce e del colore. A completare il nucleo tiepolesco sono esposte anche Bacco e Arianna e il Ritratto di uomo anziano, che documentano rispettivamente l’attività di bozzettista e il filone dei cosiddetti “Filosofi”. Nel complesso, la mostra valorizza il ruolo centrale della luce nella pittura veneziana settecentesca e il dialogo tra due interpreti fondamentali di questa stagione. Scopri di più.
La Collezione Centanini: cinque secoli di pittura e bellezza
Quando: 12 dicembre 2025 – 08 marzo 2026
Luogo: Padova, Museo Eremitani

Renato Guttuso: Donna e banco di frutta, 1974, olio su tela
Cinque secoli di pittura, grandi maestri dell’Ottocento italiano e presenze decisive del Novecento: la mostra Raccogliere Bellezza. Opere della Collezione Centanini, ospitata al Museo Eremitani di Padova dal 12 dicembre 2025, offre uno sguardo privilegiato su una raccolta costruita con coerenza e competenza. Attraverso una selezione di opere di particolare qualità, il percorso consente di leggere l’evoluzione del gusto collezionistico e il dialogo costante tra tradizione e modernità. La collezione, parte del patrimonio artistico della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è protagonista in una mostra curata da Alessia Vedova, con la collaborazione scientifica di Elisabetta Vanzelli.
Per la prima volta a Padova si potranno così ammirare le testimonianze di ben 5 secoli di grande arte, in 70 opere tra cui diversi autentici capolavori.
La Collezione venne donata alla Fondazione dall’avvocato Pietro Centanini nel 2015. Riunisce ciò che era stato collezionato nel tempo dalla storica famiglia di origini veneziane stabilitasi poi a Stanghella e le acquisizioni che l’avvocato stesso fece sin da quando era ancora studente di giurisprudenza a Padova.
A fronte della collezione familiare, che riuniva quadri eseguiti tra il Seicento e il primo Ottocento, il suo gusto si orientò verso l’arte moderna. Le prime opere acquistate erano di artisti veneti contemporanei rispettosi della tradizione, come Bergamini, Dinon, Farina, Barbisan, o cautamente innovativi, come Breddo. Ma il gusto maturato all’interno del patrimonio familiare lo spinse anche ad apprezzare e ricercare quadri antichi del Sei e del Settecento, come la Madonna attribuita al Guercino, il paesaggio alla maniera di Salvator Rosa, e il piccolo dipinto del Maggiotto.
Dagli anni Ottanta gli acquisti si concentrano molto coerentemente sull’Ottocento italiano, con punte di vera eccellenza, come i quadri dei Palizzi, De Nittis, Milesi, Lega, Signorini, Zandomeneghi. Nel contempo, entrano a far parte dell’insieme anche opere di alcuni grandi del Novecento, come Guidi, Guttuso, Utrillo, Soffici, Chagall, Carrà, De Chirico, De Pisis e Sironi.
Da questi apporti prende corpo una collezione che denota una profonda cultura coniugata con il gusto del momento. Una collezione per molti versi esemplare, in particolare per quanto concerne l’Otto e il Novecento, dove si evidenzia il gusto di Centanini e di sua moglie, entrambi appassionati d’arte, ma anche la loro scelta di avvalersi, nel dare forza e qualità alla loro raccolta d’arte, dei suggerimenti dei più qualificati esperti e mercanti d’arte attivi nell’Italia di quegli anni. Creando così una collezione di altissimo livello non solo per i nomi in essa via via aggiunti ma soprattutto per la qualità, notevolissima, delle opere acquisite. Scopri di più.
4. A Portogruaro la storia e gli artisti delle Biennali 1900-1960
Quando: 13 dicembre 2025 – 12 aprile 2026
Luogo: Portogruaro, Palazzo Vescovile

Guglielmo Ciardi, In laguna, olio su tavola, Collezione privata, Courtesy Gallerie Enrico
Per oltre mezzo secolo la Biennale di Venezia è stata un osservatorio privilegiato delle trasformazioni dell’arte moderna, luogo di confronto tra tradizione, avanguardia e nuove sensibilità. La mostra Artisti alle Biennali 1900-1960. Dialoghi e silenzi nella pittura tra Ottocento e Novecento, in programma a Palazzo Vescovile di Portogruaro dal 13 dicembre 2025, ripercorre questo periodo cruciale attraverso una selezione di artisti che hanno segnato il passaggio tra Ottocento e Novecento, restituendo la complessità di una stagione di profonde trasformazioni.
Curata da Stefano Cecchetto, con il supporto di un comitato scientifico, l’esposizione analizza il ruolo della Biennale di Venezia nei primi cinquant’anni della sua storia come luogo di confronto e di rinnovamento delle arti figurative.
Attraverso circa cento opere, il percorso ricostruisce le trasformazioni della pittura tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra, mettendo in relazione artisti, tendenze e contesti culturali che hanno trovato nella Biennale una piattaforma di visibilità e sperimentazione. L’allestimento è articolato in sezioni tematiche che evidenziano continuità e fratture tra tradizione e avanguardia, restituendo a Venezia e al Veneto il ruolo di crocevia artistico internazionale.
La prima sezione è dedicata al Nuovo Vedutismo e alla Scuola di Burano, con artisti come Ciardi, Nono, Fragiacomo, Rossi, Moggioli e Semeghini, protagonisti del rinnovamento del paesaggio veneziano tra 1900 e 1920. La seconda sezione affronta il periodo tra gli anni Venti e Quaranta, segnato dal confronto con le avanguardie europee e da figure centrali come Casorati, de Pisis, Sironi e Music. L’ultima parte è riservata al secondo dopoguerra, con opere legate all’astrattismo, all’informale e allo spazialismo, includendo artisti come Afro, Vedova, Santomaso e de Chirico, e culmina nel riferimento alla Biennale del 1948 come momento chiave della rinascita culturale italiana. Scopri di più.
5. La riscoperta di un grande artista: Esodo Pratelli
Quando: 07 dicembre 2025 – 25 gennaio 2026
Luogo: Lugo, Pescherie della Rocca

Esodo Pratelli Bozzetto per L’Aviatore Dro (interno con donna vestita di azzurro alla finestra), 1913 acquerello e tempera su cartone, 51,5×45 cm Collezioni Comune di Lugo
La mostra Esodo Pratelli. Un ritorno a casa, ospitata alle Pescherie della Rocca di Lugo dal 7 dicembre 2025 al 25 gennaio 2026, rappresenta un’occasione rara per rileggere in modo organico il percorso di un artista che ha attraversato alcune delle stagioni più complesse del Novecento italiano. Pittore, scenografo e regista, Pratelli è una figura sfuggente e stratificata, oggi al centro di una riscoperta critica che invita a superare etichette e semplificazioni.
Curata da Elena Pontiggia e Massimiliano Fabbri, la mostra riunisce circa sessanta opere tra dipinti, ceramiche e disegni, seguendo l’intero arco creativo dell’artista: dagli esordi simbolisti dei primi anni Dieci, alla breve ma significativa adesione al Futurismo, fino alla stagione del Novecento Italiano e alle opere mature del secondo dopoguerra. Tra i nuclei più rilevanti figurano i bozzetti futuristi per L’Aviatore Dro, apprezzati da Marinetti, e dipinti emblematici come Estate (1930), che documentano l’allineamento di Pratelli alle istanze del ritorno all’ordine.
Il percorso espositivo adotta un impianto cronologico, arricchito da attraversamenti tematici dedicati ai generi tradizionali della pittura — ritratto, figura, paesaggio e natura morta — che ritornano ciclicamente trasformandosi nel tempo. Particolare attenzione è riservata alle opere degli anni Cinquanta e Sessanta, in cui Pratelli sviluppa una pittura più intima e sperimentale, capace di dialogare con l’informale e l’ultimo naturalismo senza rinunciare al dato figurativo. Il percorso si conclude con una sezione di disegni e ceramiche che testimoniano la continuità della sua ricerca e la qualità di un linguaggio rimasto a lungo in ombra, ma oggi pienamente rivalutato. Scopri di più.