Scandicci, 17 dicembre 2025 – La strada per salire sul tetto del mondo è durata appena dodici anni. E per la Savino Del Bene, colosso della logistica che spedisce merci in tutto il pianeta, questo è stato senz’altro il viaggio più bello. Perché la squadra di pallavolo di Scandicci, proprio come l’azienda da cui prende il nome, ha la bussola che punta dritta al successo. Guai, però, a chiamarlo miracolo. L’impresa mondiale delle ragazze del volley non è affatto una sorpresa, nasce “da un lavoro che va avanti da tempo, con un’organizzazione precisa e investimenti importanti”. Così, in poco più di un decennio, mentre la Fiorentina affonda nelle viscere della classifica, la Savino Del Bene è diventata “il Milan, l’Inter o la Juventus del volley femminile”. Parola di Julio Velasco, ’Vate’ della pallavolo, ct della Nazionale italiana di volley, leader, allenatore di vita, psicologo e molto altro.
Velasco, si può definire favola quella della Savino Del Bene?
“No, Scandicci è una delle migliori società italiane del volley, forse ha uno dei budget più importanti del campionato. Non lo considero il trionfo della provincia ma la vittoria di una società molto ricca, ben organizzata, con alcune delle migliori giocatrici che abbiamo in Italia. Per fare un paragone con il calcio: con tutto il rispetto, non stiamo parlando del Lecce ma di Milan, Inter o Juventus”.
Cosa l’ha colpita di più di questa squadra?
“La forza della società. Il presidente Paolo Nocentini è un personaggio straordinario che dal nulla è diventato simbolo di Scandicci. Ha iniziato in azienda come centralinista e con il tempo ne è diventato proprietario, costruendo a livello sportivo una squadra che ormai è una realtà solida della pallavolo italiana. Si merita tante soddisfazioni”.
L’impresa per lei non è stata affatto una sorpresa…
“Sono molto contento perché pur ammirando Conegliano è un bel segnale quando a vincere non è sempre la stessa squadra. E non sono stupito: Scandicci non nasce oggi, è un lavoro che va avanti da anni, tra l’altro giocano in uno dei palazzetti più belli d’Italia e anche questo conta. Hanno poi un allenatore bravissimo, giocatrici molto forti, tutto l’ambiente si è meritato questo successo”.
Un modello da prendere a esempio anche negli altri sport?
“Scandicci ha fatto investimenti importanti e mirati, è una società grande e ben organizzata: nel volley con questi presupposti puoi fare bene. Il modello non è replicabile al calcio che è un altro mondo, dove girano cifre astronomiche. Ma con le dovute proporzioni, vedo Scandicci un po’ come il City di Guardiola. Fino a 20 anni fa era la seconda squadra di Manchester, oggi con investimenti importanti sta ottenendo grandi risultati”.
Ci sono i presupposti per aprire un ciclo vincente?
“Questa vittoria porterà entusiasmo e la squadra potrà crescere ancora, è giusto non porsi limiti”.
Siamo nell’età dell’oro per il volley femminile in Italia?
“Stiamo vivendo un buon momento e come tutti i momenti buoni non si deve mai festeggiare troppo. Adesso si apre la fase in cui dobbiamo lavorare ancora di più, formare sempre più giocatrici. Non c’è niente di più effimero della vittoria”.
Per il calcio italiano invece è uno dei momenti più cupi della storia: rischiamo di non andare al Mondiale per la terza volta di fila…
“Nel volley siamo messi meglio ma abbiamo una cosa in comune con il calcio e con tutti gli altri sport: in Nazionale ci giocano gli italiani. Con la differenza che nella pallavolo i club possono schierare massimo 4 straniere su 7. Nel calcio un vincolo simile sarebbe impossibile per questioni giuridiche”.
Lei ha una laurea ad honorem in psicologia per le riconosciute doti motivazionali e di leadership nel contesto sportivo. Ci può dunque psicanalizzare la Fiorentina?
“I problemi di una squadra vanno visti e giudicati dall’interno. Posso solo dire che mio nipote è un grande tifoso della Fiorentina, una passione che ha ereditato dal papà. L’ho portato anche allo stadio a vedere la squadra. Spero tanto che si possa risollevare al più presto”.