Bologna, 18 dicembre 2025 – Siamo entrati oltre le transenne poste sul Crescentone, a riparare le grandi rocce dell’installazione ‘Iwagumi-Dismisura’, che l’artista Nimrod Weis dello studio australiano Eness sta allestendo da qualche giorno (foto).

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L’attesa in città è grande e i social sono già impazziti, nel bene e nel male, con commenti di ogni tipo per questa opera di grande impatto la cui composizione – 19 megaliti di varie tipologie che arrivano anche a 14 metri – sarà finita per domenica, quando le persone potranno finalmente varcare la soglia ed esplorare la creazione di rocce piene d’aria davanti a San Petronio, udendo anche musica, godendo del concerto di luci, perdendosi nei cunicoli.

Weis e i suoi megaliti: “Stimolo la fantasia. L’arte deve toccare i luoghi del cuore”

Nimrod Weis, quando avete portato l’opera a Melbourne, Singapore e Arabia Saudita, c’è stato una tale fiorire di commenti sui social come sta succedendo per Bologna in questi giorni?

“A dire il vero no, ma credo che qui a Bologna ciò che è interessante sia il senso di appartenenza e di connessione alla piazza. Nei luoghi precedenti si è trattato forse di un parco o di una piazza non ancora particolarmente amati dagli abitanti, perché nuovi, come successo a Prahran Square a Melbourne, la mia città. Ecco, penso che questa sia la bellezza dell’arte pubblica, quella di stimolare una conversazione proprio perché c’è un intervento in un luogo così parte della cittadinanza che si trova davanti a qualcosa che prima non c’era e che cambia la routine quotidiana”.

Come nasce l’idea di questo grande progetto di rocce gonfiabili che, oltre all’impatto visivo maestoso, ha anche un significato intrinseco profondo, ispirato alla cultura giapponese?

“Questo lavoro è molto speciale per me perché contiene tanti punti di connessione che riguardano la mia ricerca. Ho sempre provato un grande interesse per il Giappone, sin da quando avevo vent’anni e feci il mio primo viaggio importante. Mi sono sentito così affascinato dalla cultura e dal senso di apprezzamento per tutte le cose, sia per gli umani che per l’ambiente. In Giappone c’è un apprezzamento per le cose davvero speciale, un’attenzione per i dettagli della natura che i giapponesi riescono a portare nella vita quotidiana. Basta guardare la maniera in cui vengono arrangiati i fiori secondo l’Ikebana, ben diversa dalla modalità occidentale che ama le cose in grande.

L’artista Nimrod Weis dello studio australiano Eness è il creatore dei megaliti in piazza Maggiore

L’artista Nimrod Weis dello studio australiano Eness è il creatore dei megaliti in piazza Maggiore

Lì è tutto all’insegna della riduzione e la composizione è un elemento molto importante, come nei giardini di rocce di Kyoto, ad esempio. Inoltre c’è una parte di me che si riflette nell’opera, perché mio nonno è uno scultore che ha sempre lavorato con la pietra e io ho ho sempre ammirato la sua forza nel plasmare la pietra. E un po’ mi sento come uno scultore, perché le pietre posate nella piazza sono gonfiabili, ma ieri ad esempio una stava per volare e per fermarla ho dovuto appoggiare dentro dei sacchi con la sabbia che pesano. La schiena mi duole abbastanza, è un lavoro che coinvolge molto il fisico, anche se poi io lavoro con i media e con le nuove tecnologie”.

Come si realizza una roccia?

“È un lungo processo che parte da foto dettagliatissime di superfici di granito poi riprodotte in 3D e stampate su materiale riciclato. La cosa pazzesca è che, finché le rocce non le tocchi, hai davvero l’impressione che siano reali”.

I megaliti in piazza Maggiore incuriosiscono tutti, parte dell'installazione è già pronta

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Camminare attraverso i cunicoli creati dalle rocce ricorda un po’ le camminate nel film ‘Picnic ad Hanging Rock’, che è un cult australiano di Peter Weir. La riguarda?

“I colori delle rocce vengono proprio da foto che ho scattato da quelle parti, perché sono nato non distante da quella zona e il bello è che in ogni parte del mondo la gente riesce a identificarsi nelle diverse sfumature e pensare alle proprie montagne”.